Consumi energetici, l'UE presenta una nuova direttiva

Misure vincolanti per il risparmio energetico in ogni Stato membro e un maggiore impegno da parte dell'amministrazione pubblica, delle imprese del settore e dei consumatori. Così la Commissione europea prova a rilanciare il piano di riduzione dei consumi di energia.

Consumi energetici, l'UE presenta una nuova direttiva
Appare lontano, forse irraggiungibile, l'obiettivo comunitario di tagliare i consumi energetici del 20% entro il 2020 e il suo fallimento rischia di compromettere anche il traguardo relativo alla riduzione delle emissioni inquinanti. Secondo le stime della Commissione europea, gli Stati membri non stanno facendo abbastanza ed è necessario aumentare gli sforzi di tutti gli attori coinvolti, dalle società che operano nella distribuzione di energia alle amministrazioni pubbliche fino ai singoli cittadini per portare a casa un pezzo importante della strategia Europa 2020. Per questo motivo, dopo aver proposto un nuovo piano per l'efficienza energetica nel mese di marzo, lo scorso 22 giugno il commissario per l'Energia, Günther Oettinger, ha presentato una direttiva sui consumi energetici che punta, traducendo le precedenti linee guida in misure legalmente vincolanti, a rimettere l'Europa nella giusta direzione di marcia. La prima conseguenza dell'applicazione della direttiva sarebbe l'istituzione obbligatoria di un regime di risparmio energetico in tutti gli Stati dell'UE. All'interno di questo regime, le società che forniscono servizi energetici sarebbero tenute ad agevolare il contenimento dei consumi – riducendo le vendite dell'1,5% ogni anno - con interventi per l’efficienza degli impianti e degli edifici o attraverso specifici programmi di finanziamento. Inoltre si introdurrebbero dei piani nazionali di riscaldamento e raffreddamento diretti a pianificare le infrastrutture di trasmissione e distribuzione efficienti e a recuperare il calore disperso, oltre a rimuovere gli ostacoli alla cogenerazione. Infine, la direttiva prevede che le autorità di regolamentazione nazionali del settore energetico possano applicare criteri di efficienza energetica nell'approvare le tariffe di rete. Decisivo per il successo della strategia comunitaria di riduzione dei consumi è il risparmio nelle amministrazioni pubbliche, che la proposta di direttiva vincola legalmente all'acquisto di edifici, beni e servizi ad alta efficienza e ad effettuare annualmente lavori di rinnovo su almeno il 3% della superficie totale degli immobili. Dalle industrie e dai consumatori ci si attende invece di ottenere maggiore efficienza grazie ad una migliore conoscenza degli sprechi: accesso ai dati di consumo e alla loro evoluzione per gli utenti singoli e audit energetici per le imprese dovrebbero favorire l'individuazione dei risparmi possibili. La Commissione ha stabilito di effettuare una prima valutazione dei progressi compiuti nel 2014, cui potrebbe seguire - nel caso in cui si rivelassero modesti - una nuova proposta legislativa, che renderebbe giuridicamente vincolanti, non più solo le misure, ma anche l’obiettivo del 20% di risparmio. Sull’obbligatorietà, però, i pareri sono diversi. Legambiente, attraverso il responsabile Energia Edoardo Zanchini, sostiene la necessità di non aspettare il 2014 per introdurre il vincolo sull’obiettivo, che altrimenti appare irraggiungibile, e sulla stessa linea si collocano altre associazioni che giudicano la proposta della Commissione insufficiente. Alcuni Stati membri invece, e in particolare la Germania, già mal sopportano l’obbligatorietà di alcuni provvedimenti della direttiva, a cominciare dagli investimenti richiesti alle amministrazioni pubbliche, e durante l’esame del Consiglio sul documento potrebbero tentare di ammorbidire ancora di più le richieste già 'timide' della Commissione.

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