di
Lucia Russo
22-08-2012
Migranti nuovamente in arrivo a Lampedusa. 400 persone di origine subsahariana sono state soccorse dalla Guardia costiera, ma quello del 2011 è solo un lontano ricordo a detta della prima cittadina Giusi Nicolini: "Lampedusa deve restare un'isola di accoglienza e non, come voleva Maroni, un centro di detenzione, ipermilitarizzato".
Non si tratta di sbarchi, ma di recuperi. La scorsa settimana si registrava già l’arrivo a piccoli gruppi, massimo sessanta persone. Domenica, i migranti soccorsi dopo essere stati intercettati da un aereo islandese della missione europea Frontex hanno raggiunto all’incirca le 400 unità. Le imbarcazioni interessate erano due, stracariche, entrambe in avaria con mare mosso in acque internazionali, e le operazioni per il loro trasbordo hanno richiesto l’intervento della Guardia di Finanza, Marina Militare e Capitaneria di Porto. Il soccorso, quindi, imposto dal diritto internazionale, con buona pace di chi invoca i respingimenti.
Questo nuovo afflusso ha evocato l’ondata del 2011, presagendo una nuova emergenza. “Non è il momento di allarmarsi - dice invece il nuovo Sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini - perché nel corso di questi mesi sono arrivati barconi con 150 persone a bordo”. Una dichiarazione che lascia intendere come l’isola delle Pelagie non abbia mai abbandonato il suo ruolo di approdo all’Europa. Il sindaco di Lampedusa sostiene che la situazione è sotto controllo, anche grazie alle promesse mantenute del governo.
Di quali promesse si tratta, non sappiamo. Qualcosa, forse, c'entra il trasferimento immediato dei migranti salvati nei centri di accoglienza. Ospitati dapprima nell'unica sezione aperta del centro d'accoglienza di contrada Imbriacola (devastato da un incendio durante una rivolta degli immigranti), procederanno poi verso gli altri punti della Sicilia. I trasferimenti proseguiranno finché il centro di primo soccorso e accoglienza delle Pelagie, con un massimo di 350 posti disponibili, non verrà svuotato del tutto. Il passaggio da Imbriacola è indispensabile per l’identificazione delle persone e l’attribuzione di uno status (richiedente asilo, profugo, perseguitato politico), ovvero il rispetto dei diritti civili.
Secondo il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, "Il meccanismo dei trasferimenti sta funzionando. L'isola non ha paura degli sbarchi, quello che in passato ci ha preoccupato è stato il modo in cui i migranti venivano trattenuti, in un'isola militarizzata e diventata non terra di accoglienza, ma centro di detenzione".
"Lampedusa deve restare un'isola di accoglienza e non, come voleva Maroni, un centro di detenzione, ipermilitarizzato" ha detto Nicolini.
Anche la stagione turistica, a detta della prima cittadina, è andata discretamente. Terra di vacanzieri da un lato e approdo di nomadi dall’altro. Le isole accolgono tutti, purché si rispettino le esigenze di sicurezza dei nativi.