di
Alessandra Profilio
02-07-2012
È stata una manifestazione 'oceanica' quella alla quale hanno preso parte tra 150.000 e 200.000 giapponesi che hanno circondato la residenza del primo ministro per protestare contro il riavvio delle centrali nucleari in Giappone dopo il disastro di Fukushima, non ancora superato. Eppure, malgrado la forte opposizione della popolazione, è stato riattivato il reattore n.3 della centrale nucleare di Oi, nella prefettura di Fukui.
È stata una manifestazione 'oceanica' quella alla quale hanno preso parte tra 150.000 e 200.000 giapponesi che hanno circondato la residenza del primo ministro per protestare contro il riavvio delle centrali nucleari in Giappone dopo il disastro di Fukushima, non ancora superato.
Eppure, malgrado la forte opposizione della popolazione, come annunciato nelle scorse settimane, è stato riattivato il reattore n.3 della centrale nucleare di Oi, nella prefettura di Fukui. Si tratta della prima riaccensione di un impianto dopo il disastro della centrale di Fukushima, gravemente danneggiata dal devastante terremoto/tsunami dell'11 marzo 2011.
Secondo la decisione del premier Yoshihiko Noda sarà riattivato anche il reattore numero 4 della centrale di Oi. Il primo ministro giapponese ha giustificato la decisione con la necessità di garantire la fornitura elettrica durante l'estate: si teme che i caldi mesi estivi determino un picco di richiesta tale da scatenerare una crisi energetica. Noda ritiene infatti che gli standard di vita nel Paese non possono essere mantenuti senza il ricorso all'energia nucleare.
Contro la riattivazione dell'unità 3 della centrale di Oi, che interrompe lo spegnimento di tutti i reattori giapponesi durato quasi tre mesi, migliaia di persone hanno manifestato a Tokyo, di fronte al palazzo del primo ministro. Ieri inoltre una folla di manifestanti ha bloccato l'ingresso nell'impianto di Oi agli operai incaricati di riaccendere il reattore.
La paura della popolazione giapponese è che il ritorno al nucleare possa provocare un altro disastro dopo quello di Fukushima che, peraltro, non è stato ancora superato. Sabato scorso, infatti, è scattato un allarme per il blocco del sistema di raffreddamento della piscina del carburante esausto del reattore numero quattro. Il blocco aveva fatto salire la temperatura dell'acqua da 33,3 gradi a 42,9. I tecnici della Tepco sono riusciti a risolvere il guasto e riattivare il sistema. Il timore era che non si riuscisse a risolverlo in tempo, ovvero prima di raggiungere i 65 gradi, considerati la soglia massima di sicurezza.
Intanto, gli esperti al lavoro nella centrale di Fukushima hanno fatto sapere recentemente di aver registrato un livello record di radiazioni nei sotterranei del reattore numero uno della centrale nucleare che costringerà a continuare i lavori di bonifica e demolizione con i robot per decenni.
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