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“Un Nuovo Umanesimo per una Nuova Civiltà”, si chiude il Simposio
di
Dario Lo Scalzo 06-11-2012
“Un Nuovo Umanesimo per una Nuova Civiltà”. Questo il titolo del III Simposio Internazionale organizzato dal Centro Mondiale di Studi Umanisti e che si è svolto dal 2 al 4 novembre al Parco di Studi e Riflessione di Attigliano (Terni). Al centro della tre giorni la ricerca di nuove vie verso un reale processo di cambiamento.
Dal 2 al 4 novembre si è svolto al Parco di Studi e Riflessione di Attigliano (Terni) il III Simposio Internazionale organizzato dal Centro Mondiale di Studi Umanisti dal titolo “Un Nuovo Umanesimo per una Nuova Civiltà”.
Una tre giorni densa di incontri e di momenti di riflessione che ha visto la partecipazione di diversi esponenti del mondo scientifico, di professori, di ricercatori, di studiosi e di specialisti di varie discipline, di attivisti del mondo sociale oltre che la presenza di un pubblico attento, critico e molto interessato ad ascoltare ed interagire alla ricerca di nuove vie verso un reale processo di cambiamento.
La profonda crisi umana e sociale che il mondo sta vivendo è da cogliere come un’opportunità ed una possibilità per evolvere differentemente. Un cammino che può essere intrapreso sotto la spinta di nuova sensibilità che oggi non è più esclusivamente quella di anime illuminate o di minoranze isolate, ma che, spinta dal malessere sociale globale, si è sviluppata trasversalmente tra gli individui divenendo planetaria.
Una nuova strada percorribile dunque per cambiare il paradigma esistente e creare una nuova civiltà, nuove visioni e nuove maniere di vivere il reale nel quale, dopo le recenti epoche che hanno affermato un individualismo intemperante, devono necessariamente trovare una collocazione centrale, una nuova concezione di uomo, una nuova umanità e un nuovo umanesimo.
Dal Simposio è emersa la necessità di tracciare un tragitto tanto arduo quanto sfidante che, partendo dalle basi conoscitive esistenti ed evidenziando il bisogno di creare una nuova conoscenza multidisciplinare, riesca a fare convergere intelligenze e potenzialità cooperative e riesca a porre le fondamenta di una coscienza attiva e intenzionale capace di contribuire ad un processo evolutivo dell’essere umano e a un reale cambiamento sociale. Non più dunque la segregazione e la separazione delle discipline o gli approcci frammentati e a compartimento stagno, ma lo sviluppo di un’interdisciplinarità d’insieme per affrontare i problemi e le complessità del mondo degli individui.
L’essere umano come valore e come elemento centrale. Il rispetto e la dignità della persona e della diversità, il ripudio della violenza e l’affermazione delle libertà devono costituire i punti cardine di un nuovo umanesimo che non può delegarsi ai partiti politici, alle vecchie classi dirigenti obsolete sia culturalmente che intellettualmente, ma che deve essere il frutto di un’autonoma iniziativa solidale e solidaristica di semplici cittadini, di imprenditori, di scienziati, di economisti, di lavoratori.
Azioni sinergiche che possano portare ad un nuovo concetto di progresso umano che getti le basi per una consapevolezza differente, quella delle inesplorate potenzialità dell’individuo. Da lì, il passo successivo può dirigere verso il risveglio della spiritualità, non necessariamente intesa come religione, ma come insieme di valori etici e sociali, e la determinazione di un diverso un equilibrio tra spiritualità e scienza.
Abbiamo avuto l’opportunità di discutere con alcuni dei relatori del Simposio mondiale e vi proponiamo degli estratti delle loro interviste.
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