Ha motivato la sua decisione con dati inconfutabili alla mano, con i quali spiega chiaramente che queste operazioni producono costi altissimi che lievitano costantemente, sono serbatoi di corruzione e servono principalmente ad arricchire sponsor, costruttori, politici e mafiosi lasciando cattedrali nel deserto in un Italia già lastricata di inutili e costose opere. Una città come Roma, soffocata dal cemento e stuprata in ogni dove dai tristemente famosi palazzinari, di tutto ha bisogno tranne che dell’ennesimo scempio edilizio.
Ogni Olimpiade organizzata nei tempi recenti ha lasciato debiti e costi impressionanti e buttare via soldi in un periodo in cui si dice che il paese sia in crisi è un autentico insulto a tutti gli italiani. Le barzellette sulla crescita, sui posti di lavoro che millantano i sostenitori di queste manifestazioni, sono insostenibili se si pensa che con i soldi sprecati in queste opere si potrebbero creare posti di lavoro sensati e duraturi in quantità ben maggiore di quei pochi ed effimeri che si creano per eventi simili. Senza contare poi tutti i costi che rimangono a carico della comunità per le manutenzione delle cattedrali nel deserto.
Che i potenti siano abituati a zerbini politici che fanno quello che gli viene comandato, lo dimostrano le reazioni di rabbia e sdegno in chi non è abituato che si faccia diversamente da quanto stabilito. Che ci sia qualcuno che finalmente dica, no grazie, non rientra nel loro ordine mentale. Non gli torna proprio che ci sia qualcuno che mantiene quello che aveva detto in campagna elettorale, che rinunci agli onori e gloria di un evento come le Olimpiadi per invece concentrarsi sui problemi delle periferie, la mobilità e i tanti disagi che hanno le nostre città senza alcun bisogno di eventi mangiasoldi e spargi cemento.
Nonostante i duri attacchi della maggior parte della stampa nazionale direttamente prezzolata dalle grandi lobby, nonostante pressioni mediatiche fortissime che analizzano qualsiasi respiro del sindaco sperando di trovare lo scoop, un passo falso, da Virginia Raggi è stata presa una decisione che ha del miracoloso, per di più se si pensa che avviene in una città completamente immersa in logiche clientelari. La missione impossibile di migliorare effettivamente una grande e complessissima città è un compito più che arduo, a maggior ragione se si pensa che dietro alla Raggi ci sono cittadini normali e non cordate di potere, partiti e lobby religiose. Il no alle olimpiadi è una decisione e risultato eccezionale perché La Raggi dice cose che qualsiasi persona di buon senso direbbe in una situazione simile.
E difatti proprio di buon senso c’è grande bisogno e può produrre anche miracoli. Se il buongiorno si vede dal mattino, può darsi che a Roma se ne vedranno delle belle. La posta in gioco è massima e si prevedono ancora attacchi su tutti i fronti e di ogni tipo per cercare di fermare un cambiamento che potrebbe portare risvolti molto positivi.
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