“Stiamo promuovendo un appello pubblico, rivolto alla Sindaca, per far sì che il progetto “Coltiviamo la città, un orto per quartiere” sia realizzato all'interno di una visione di ampio respiro per il futuro di Roma, coinvolgendo i municipi, le associazioni e i cittadini seguendo, nella scelta e nell'assegnazione delle aree da coltivare, processi trasparenti" – spiegano i promotori. “Vorremmo che questa visione sia condivisa da tutte quelle realtà e quei singoli cittadini che hanno sostenuto il progetto, ne condividono aspetti importanti, sono interessati a raccogliere questa occasione e questa sfida per Roma”.
Alla chiamata dell’Associazione Zappata Romana (zappataromana@gmail.com), in pochi giorni, hanno già risposto oltre 140 associazioni e molti cittadini. «A scorrere l’elenco si scoprono piccole realtà che curano le aree sotto casa nostra, istituzioni, realtà ambientali, culturali, artistiche e sociali di grande importanza a livello locale e nazionale, tutti accomunati dal voler rendere migliore questa città, dal volerle dare un orizzonte nuovo, resiliente, sostenibile innovativo e condiviso - spiega l'associazione - La proposta “Coltiviamo la città, un orto per quartiere”, presentata da Zappata Romana, è il secondo progetto più votato a Roma nel Bilancio Partecipativo 2019 del Comune di Roma da attuarsi nel 2020, con un budget di 550 mila euro. Il progetto prevede sia la realizzazione di nuovi orti urbani nei quartieri coinvolgendo le comunità locali, sia la realizzazione di nuovi orti scolastici da destinare alle scuole romane coinvolgendo le comunità scolastiche».
«Questo progetto può avere grande importanza per la città di Roma se inserito in una visione strategica per la città e occorre prevedere procedure trasparenti nell’assegnazione di risorse a cittadini, associazioni, scuole e comitati di quartiere procedendo attraverso procedure di evidenza pubblica (bandi) con un’adeguata diffusione e regole uguali per tutti - dicono ancora i promotori - Occorre altresì valorizzare il ruolo dei municipi per l’individuazione delle aree e delle comunità interessate attraverso incontri a livello locale e prevedendo processi partecipativi sia in fase di costruzione dei bandi per assegnare le risorse, sia nelle successive fasi di realizzazione degli orti. Questo progetto è l’occasione per sperimentare processi di collaborazione tra cittadini, associazioni e comitati con le istituzioni arrivando alla stipula di veri e propri patti collaborativi».
«Gli orti non sono solo luoghi di autoproduzione alimentare, possono essere nuove centralità di quartiere che mitighino l’ingiustizia spaziale e sociale; spazi pubblici aperti con valenza ecologica ed estetica; luoghi di relazione sociale e di produzione culturale, di innovazione sociale e di educazione ambientale - proseguono i promotori - Invitiamo la Sindaca a utilizzare questo progetto per dare una visione strategica, condivisa con cittadini e associazioni, alla città che sia all’altezza delle grandi sfide della nostra epoca (food policy, salvaguardia della biodiversità, resilienza urbana, contrasto e adattamento al cambiamento climatico), facendo degli orti urbani uno degli strumenti delle politiche pubbliche finalizzate a realizzare questa visione. In un momento come questo in cui si parla tanto di “distanziamento sociale” tante realtà della cittadinanza attiva hanno dimostrato la loro vicinanza sociale e comunanza di intenti per seminare partecipazione in città. Speriamo che quest’occasione non vada persa per Roma e possa essere un contributo positivo per la città».