Operazione Socrate 2.0. Comunicato n. 14 – Oltre l’alta velocità

Tutto intorno a noi sembra andare ad una folle velocità. Tutto sembra inarrestabilmente ed inequivocabilmente incanalato, irrimediabilmente predeterminato. Ma non è così. Non è così.

Operazione Socrate 2.0. Comunicato n. 14 – Oltre l’alta velocità

Tutto intorno a noi sembra andare ad una folle velocità. Tutto sembra inarrestabilmente ed inequivocabilmente incanalato, irrimediabilmente predeterminato. Ma non è così. Non è così.

Ora è importante fermarsi, sedere, riflettere, leggere i segni del tempo ed unire i puntini.

Solo così capiremo cosa realmente sta per accadere, solo così potremo scrollarci di dosso l’immenso strato di polvere che il quotidiano rumore dei media ci rovescia addosso.  

Solo così potremo sentire il sussurro della normalità, di cui siamo tutti portatori sani.

Quella normalità dirompente e rivoluzionaria, malandrina ed ironica che ha preso in giro Darwin e Newton, quella verità che cancella Cartesio ed il suo folle e condizionante “cogito ergo sum”.  La normalità che ci ha permesso di tornare al quotidiano dopo le sventure piu’ tremende ed impensabili.

“Oltre” è dentro di noi ce lo portiamo dal concepimento alla morte.

Il primo puntino è la nostra Madre Terra, lei c’è sempre stata e sempre ci sarà, se impareremo a rispettarla continuerà ad esserci, Lei è paziente.

Il secondo puntino sono tutte le storie d’amore che nascono ogni giorno sulla Terra: amore per un luogo, per una persona, per un argomento, per un’attività, per un animale, una pianta, un paesaggio: l’amore accomuna, lega, gli esseri viventi, va oltre istituzioni e apparati, neanche li percepisce.

E’ semplicemente dentro ognuno di noi e supera il perimetro della nostra coscienza, è il ponte tibetano su misura che ci portiamo dentro. Serve a vivere e possiamo usarlo sempre al bisogno, non tradisce mai, è un’ingegneria mirabile ed insuperabile.

Il terzo puntino siamo noi, inarrestabilmente presenti, ed inequivocabilmente vivi.

Non serve altro per stare bene. Ve lo garantisco.

Ora tutto sembra procedere in un modo iper accelerato verso il buio che solo il pensiero unico può determinare.

Ma non è così. Il buio serve a nasconderci la gigantesca opportunità di uscire dalle regole e dalle pianificazioni e fare qualcosa che scardini teorie e strategie. Accettare di interagire con il buio vuol dire essere oscurati, cancellati. Mai come ora il silenzio è d’oro.

Ci viene regalato sul vassoio d’argento un momento manzoniano indimenticabile che dovremmo cogliere ad ogni costo. Il momento del silenzio del nostro intelletto e fare in modo che “di mille voci al sonito mista la sua non abbia”, per preservarne integrità, purezza e dirompenza.

Con un abile gioco di specchi stiamo arrivando apparentemente al grande reset (scusate le minuscole), ma mi sembra tanto un gioco alla risiko, di quelli che una volta trovavamo sotto l’albero di Natale e che usavamo fino a Santo Stefano.

Nessuno sembra tenere conto delle vampate d’inflazione e della solidarietà che questo teorico reset, nel suo estrinsecarsi farà nascere.

Non sarà inflazione da produzione di beni ma inflazione da scarsità (vedo i brividi dei puristi dell’economia mentre leggono queste mie parole), e vi garantisco che fa molta differenza. La prima è figlia dell’uno contro l’altro e la seconda stravolge l’equazione riportandoci ad un sano medioevo. E’ in questi momenti che l’Essere Umano da il meglio di sé.

E’ in questi momenti che la particella di Dio che ognuno si porta dentro esce, si incammina sul ponte tibetano e va oltre.

Questo dovrebbe essere il vero cruccio per chi si affanna a modellare il mondo, incastrare il futuro, schedare e catalogare, giocare a buoni e cattivi.

Questo è il macigno ineludibile che incastrerà gli ingranaggi di cristallo costruiti nell’ombra da poveri illusi che pensano di poter incanalare i greggi senza essere stati mai pastori.

Non c’è storia, mai nati, mai vissuti, solo visitatori. Non scordiamocelo.

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