di
Alessandra Profilio
15-06-2011
Il bilancio delle vittime dell'epidemia di Escherichia Coli è salito a 37. Dai cetrioli alla soia, dai legumi ai broccoli. Nelle ultime settimane si sono susseguite le notizie sulla possibile origine del 'batterio killer'. C'è chi ipotizza però uno scenario ben più inquietante: e se il super batterio fosse stato creato biologicamente da Big Pharma?
Il bilancio delle vittime dell'epidemia di Escherichia Coli che ha colpito in modo particolare la Germania del nord è salito a 37. L'ultima vittima è un bimbo di due anni della Bassa Sassonia. Sinora la vittima più giovane aveva 20 anni. Tutte le vittime sono tedesche ad eccezione di una donna svedese deceduta dopo essere tornata dalla Germania. Complessivamente si contano oltre 3000 persone malate in 15 Paesi. Secondo gli esperti il contagio sarebbe destinato a mietere nuove vittime: persone già ammalate e le cui condizioni stanno degenerando.
Dai cetrioli alla soia, dai legumi ai broccoli. Nelle ultime settimane si sono susseguite le notizie circa la possibile origine del cosiddetto 'batterio killer' che ha generato allarme in Europa e provocato tensioni commerciali tra i Paesi europei nonché gravissime perdite al settore agricolo. E proprio per risollevare un mercato in profonda crisi, la Commissione europea ha previsto degli aiuti economici per gli agricoltori europei. Gli aiuti previsti dalla Commissione ammontano a 210 milioni di euro e sono destinati ad i coltivatori di ortaggi quali cetrioli, pomodori, lattuga, zucchine, peperoni.
I primi ad aver pesantemente avvertito le ripercussioni economiche dell'epidemia sono stati gli agricoltori spagnoli. In un primo momento, infatti, proprio i cetrioli provenienti dalla penisola iberica furono accusati di essere i 'colpevoli' della contaminazione. Scagionati i cetrioli sono in seguito finiti nel mirino i germogli di soia prodotti da un'azienda tedesca. Anche in questo caso, tuttavia, le analisi hanno smentito le ipotesi avanzate dalle autorità tedesche.
Dopo settimane di grande incertezza, è giunta qualche giorno fa la notizia dell'identificazione dell'origine della contaminazione nei germogli di vari legumi provenienti dall'azienda biologica Gaertnerhof, a Bienenbuettel, nel nord della Germania, subito chiusa.
Del 13 giugno è però la notizia che la caccia al batterio killer sarebbe stata circoscritta ai germogli di aglio, broccoli e fieno greco. Lo ha riferito il ministro della Sanità della Bassa Sassonia, Ayguel Oezkan (Cdu), dopo la scoperta che 5 dipendenti del Gaertnerhof sono state colpite dal bacillo dopo aver consumato i germogli dei tre vegetali sotto accusa. “Con questo riscontro siamo adesso in grado di ricostruire un elemento importante della catena di indizi”, ha sottolineato il ministro, secondo il quale si può guardare “con ottimismo al fatto che il picco dell'infezione è passato”.
In questo continuo susseguirsi di annunci e smentite circa l'origine dell'epidemia è difficile credere che gli ultimi imputati possano essere definitivamente ritenuti i 'colpevoli'.
Ci si chiede inoltre se sia possibile individuare nei germogli la vera causa del contagio o se, al contrario, le origini dell'epidemia vadano ricercate nel 'sistema'. Qualche giorno fa abbiamo fatto riferimento ai risultati di uno studio che dimostra il legame tra l' uso eccessivo di antibiotici negli allevamenti e la comparsa di batteri resistenti.
Un articolo pubblicato su Natural News.com ipotizza uno scenario ancora più inquietante: e se il super batterio fosse stato creato biologicamente da Big Pharma?
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