E’ sempre più diffusa l’esigenza di svolgere professioni verdi, socialmente utili ed ecologicamente sostenibili. C’è chi lo decide ancora mentre studia e chi, dopo una carriera convenzionale, decide di svoltare alle soglie della pensione. Ci sono i cosiddetti millennials, giovani lavoratori che hanno la chiara percezione che una carriera improntata solo al profitto non abbia più senso e che il lavoro debba significare valore aggiunto per il pianeta e per la società, e poi c’è chi si pente di aver percorso certe vie, cercando con determinazione di crearne altre. La strada che conduce verso un mercato del lavoro costituito in gran parte da queste professioni è ancora lunga: e se per alcuni ciò può sembrare uno svantaggio, per altri può essere un territorio ricco di potenzialità. Esistono strumenti che facilitano questo passaggio, vuoi perché aiutano a formare una rete di contatti utili allo scopo, vuoi perché forniscono preziosi spunti di riflessione, vuoi perché agevolano la conoscenza di realtà fino a poco prima inimmaginabili.
Come percorrere questa strada e come affrontare questi percorsi? Le opportunità sono diverse. Le persone di cui parleremo in questo articolo hanno deciso di cogliere l’opportunità offerta da PAEA, associazione che si è fatta organizzatrice e promotrice del corso estivo residenziale che si tiene all’Energie und Umweltzentrum a Springe ormai dal 1993. Non lontano da Hannover, in Germania, il Centro per l’Energia e l’Ambiente è stato fondato nel 1981 con la ristrutturazione e la riqualificazione energetica di una ex-scuola, poi sviluppatosi sia sul piano edilizio sia in termini di attività svolte, come le attività di didattica ambientale e le energie rinnovabili. Paolo Ermani, presidente di PAEA, è stato un attento osservatore delle tecnologie su cui si lavora all’EUZ e ha reso prospere le relazioni tra il centro e l’associazione: basti dire che l’adesione alle energie rinnovabili, al risparmio energetico e idrico, alla bioedilizia hanno portato il consumo energetico complessivo del centro ad abbattersi del 70% e il consumo di acqua potabile del 50%.
Dall’8 al 17 agosto si vivrà all’interno di questo centro e si potranno toccare con mano temi legati all’energia solare, alla fitodepurazione, alla permacultura, al recupero dell’acqua piovana vedendo in concreto esempi di realizzazione e applicazioni degli stessi. Chi è passato per l’EUZ mostra grande entusiasmo - ne consiglia agli altri la frequenza - e da tutti emerge che l’essere entrati in contatto con una forma mentis diversa è stato “trasformativo” in modo determinante. Infatti, tra questi, c’è che ha avviato un’attività, chi ha fondato un’associazione tematica, chi ha modificato l’attività che già faceva in termini più “green”, chi si è aggiornato su temi già fatti propri.
Senz’altro pionieristico lo studio di bioarchitettura di Marina Russo, a pochi chilometri da Milano, la quale dagli anni Novanta ha deciso di formarsi su tecniche e argomenti tanto lungimiranti da risultare spesso poco accettati. Oggi la situazione è cambiata: considerevoli sono i capitali che stanno confluendo nel settore della bioedilizia e c’è chi spesso cerca eccellenze, sulle quali lo studio della Russo sta proprio lavorando. Il suo ingresso in PAEA risale al 2012 come responsabile dell’area progetto e decide di frequentare il corso all’EUZ per entrare nel vivo del suo nuovo ruolo. “La permanenza al centro”, spiega Marina, “mi ha dato la sicurezza per affermare che l’architettura ecologica è l’architettura del futuro”. La biodesigner, fra l'altro membro di ADI, Associazione per il Disegno Industriale, inoltre sostiene che l’approccio alla sostenibilità debba essere necessariamente olistico e sistemico: “Non puoi applicare il concetto di sostenibilità con coerenza se non consideri tutte le aree”. Il corso infatti non affronta solo gli aspetti tecnici ma anche il modo di vivere sostenibile insieme con l’alimentazione biologica e vegetariana. La Russo evidenzia anche un’urgenza nell’avere tecnici e maestranze preparate in modo che tutto il processo produttivo sia coeso ed efficiente: cruciale diventa quindi formarsi, studiare, specializzarsi. Un modo quindi per uscire dalla crisi e per creare posti di lavoro che portino un vero valore aggiunto alla società.
Dello stesso parere è Agapito Di Tommaso, ingegnere ed ex-manager “convertito”. Dopo aver lavorato per più di trentacinque anni in un settore altamente inquinante, quale quello petrolifero, a cinquantanove anni Di Tommaso decide di virare completamente e mettere in pratica quelle idee sulle energie pulite e sul risparmio energetico che gli erano entrate nella testa e nel cuore già da qualche anno. Nel 2010 frequenta il corso all’EUZ e, mantenendo l’entusiasmo nel viaggio che dal Nord della Germania lo avrebbe ricondotto a casa, a Napoli, decide di riqualificare energeticamente la sua casa e fondare un’associazione di promozione sociale, la Per Sud, che si occupa di creare opportunità di lavoro per i giovani nonché di diffondere cultura ecologica con eventi di didattica ambientale, come i laboratori di ecoteatro e gli interventi nelle scuole. Di Tommaso afferma: “Sono sempre stato convinto che ecologia ed economia vadano di pari passo, con i dati acquisiti nella mia carriera posso provarlo: non solo si può risparmiare, non solo si può ottenere valore aggiunto, ma si possono creare posti di lavoro attraverso lo studio e la messa in opera di tutto ciò che riguarda l’ecologia; oggi i grandi temi per uscire dalla crisi sono cibo, energia e qualità della vita”. Questi ultimi sono gli elementi su cui si basa la filosofia dell’EUZ: “Non è tanto l’aspetto tecnico che emerge dal corso ad avermi colpito quanto l’aspetto culturale: questo corso è un vero è proprio investimento sul futuro”.
Non solo. C’è anche chi, ancora in procinto di laurearsi, ha capito subito quale fosse la direzione da prendere. E’ il marchigiano Enea Leoni, giovanissimo ingegnere, che ha frequentato il corso nel 2006, quando era ancora studente. “Dovevo implementare un processo di fitodepurazione per casa mia e nel cercare informazioni mi sono accorto dell’esistenza di questo corso che ho deciso di seguire, anche incoraggiato da mia madre, ambientalista da sempre” Oggi Leoni ha uno studio di progettazione e ogni giorno cerca di applicare i concetti ecosostenibili appresi all’EUZ. Sa che è dura ma la sua natura combattiva e perseverante lo porta a praticare le proprie idee a testa alta. Ai giovani dice: “Consiglio di non accettare qualsiasi lavoro pur di prendere uno stipendio, le cose bisogna farle non perché c’è il business ma perché sono necessarie, anche se talvolta bisogna praticare il compromesso per non incorrere in una frustrante e controproducente autoghettizzazione”. Ciò che ha colpito Leoni della sua partecipazione al corso, oltre all’aver stretto diverse amicizie significative, è ancora una volta la filosofia del centro che lui riporta con lo slogan: “C’è sempre un altro modo per fare le cose”.
Non manca chi si è reiventato una professione. Come Alessandro Cagnolati, energy manager di PAEA, che entra in contatto con PAEA in modo causale. “Dovevo prendere il treno, così ho deciso di acquistare una rivista, ovviamente relativa alle energie rinnovabili, per passare il tempo e ho letto del corso che si sarebbe tenuto in Germania: dato che non avevo ancora pianificato le mie vacanze ho deciso che quella sarebbe stata la mia vacanza, una buona occasione per fare qualcosa di utile e interessante”. Questa casualità ha deviato il corso della vita di Cagnolati che si è formato come energy manager, una figura preposta alla valutazione del bilancio energetico di un immobile, e quindi è diventato collaboratore di PAEA occupandosi dell’area tre (tecnici risparmio energetico).
A ruota segue l’ingegnere Marco Batella il quale ha coraggiosamente lasciato una professione ben remunerata ma socialmente inutile, come lui stesso la definisce, e che lo rendeva inappagato, e ha deciso di svolgere un’attività che lo riavvicini ai suoi principi di vita. Grazie alla partecipazione al corso all’EUZ qualche anno fa ha conosciuto l’ingegner Thomas Krause di Energia e Sole con cui oggi collabora professionalmente e si è per la prima volta accorto con sicurezza di quella che era la strada da prendere. “E’ un corso molto pratico e anche profondo dal punto di vista umano, per questo consiglio a chiunque di farlo, anche a un non specialista, un corso senza etichette, libero da condizionamenti”. Emerge quindi una forte ispirazione pratica del corso ma anche filosofica e umanistica. Facile farsi contagiare se si leggono queste testimonianze: non resta che toccare con mano.
Per maggiori informazioni:
http://www.ilcambiamento.it/evento/energia_embiente_lavoro_soggiorno_formativo_germania_2014/
Commenti