di
Paolo Ermani
26-11-2012
Affluenza molto alta e ballottaggio ormai certo tra il segretario del PD Pier Luigi Bersani ed il sindaco di Firenze Matteo Renzi. È questo l'esito delle primarie di centrosinistra che si sono svolte ieri, domenica 25 novembre, per scegliere il candidato premier alle elezioni politiche del 2013. Può il Partito Democratico essere l'artefice di un cambiamento concreto? Le riflessioni di Paolo Ermani.
Attualmente pensare che il PD e tutto quello che ci gira intorno abbiano qualcosa a che vedere con un cambiamento in meglio della situazione, è qualcosa difficile da comprendere .
Ci sono sicuramente ancora persone che in buona fede ritengono che da quelle parti arrivi qualcosa di positivo ma è ormai evidente che il PD è un partito figlio di interessi ben precisi che non solo non ha mai fatto una vera opposizione ma ha spalancato le porte agli anni del Berlusconismo.
Senza il lasciapassare del PD e suoi predecessori, probabilmente Berlusconi sarebbe in qualche carcere italiano da una quindicina di anni. Un partito a favore di Tav, nucleare (almeno fino a quando ha visto la malaparata nei referendum), inceneritori, cementificazione, centrali, grandi opere e di ogni tipo di scempio possibile e immaginabile in nome della crescita e del progresso.
Eppure è ancora dura a morire l’opinione che prima o poi il PD si 'redime, diventa un partito di opposizione, fa cose gradite alla gente, rispetta davvero l’ambiente, pensa davvero alle future generazioni. Forse è la nostalgia o il retaggio del vecchio partito comunista, forse è l’illusione che solo un grande partito può cambiare le cose, fatto sta che dal PCI ad oggi è stata una deriva sempre peggiore e le cosiddette 'primarie' non sono altro che uno specchietto per le allodole per far credere che le persone decidano qualcosa all’interno di un partito prone ai soliti poteri forti, chiunque ne sia il capo.
Si sa bene chi decide e chi vince alla fine, non è un caso che il PD fa alleanze con l’UDC che fino a l’altro ieri era a braccetto con Berlusconi e puntella in maniera aperta e chiara il governo Monti che è protagonista di un autentico assalto all’arma bianca contro il paese. L’unica persona con cui si potrebbe condividere qualche proposta è la Puppato che ovviamente ha percentuali irrisorie e ciò dimostra quanto in questo partito non ci sia spazio per chi comunque qualcosa di buono lo vorrebbe fare.
Vedere poi i cinque candidati protagonisti di uno misero show come quello trasmesso su Sky, rende bene l’idea di come ormai l’avvilente americanizzazione della politica sia un fatto acquisito e il PD immancabilmente non può che seguire questo trend.
Ma non sarà meglio riporre la propria speranza, il proprio impegno verso un cambiamento concreto e non verso un partito che usa buona fede e impegno per scopi e obiettivi del tutto contrari a chi nutre quella buona fede?
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