La forma della città

Il 2 novembre 2010, cadeva il trentacinquesimo (già 35...) anniversario dell'omicidio del più importante intellettuale italiano del dopoguerra: Pier Paolo Pasolini. A così tanti anni di distanza, fa una certa impressione il goffo tentativo dei Partiti di riabilitarlo, 'tirandoselo' dalla propria parte. Niente di tutto questo.

La forma della città
Il 2 novembre 2010, cadeva il trentacinquesimo (già 35...) anniversario dell'omicidio del più importante intellettuale italiano del dopoguerra. Pier Paolo Pasolini. A così tanti anni di distanza, fa una certa impressione il goffo tentativo dei Partiti di riabilitarlo, 'tirandoselo' dalla propria parte. Niente di tutto questo. Pasolini era una persona libera, e per questo in vita venne calunniato, delegittimato, denunciato nei tribunali, lasciato solo. Da quella persona libera che era, a rileggerlo pare che egli presentisse che per le sue opere il prezzo da pagare sarebbe stato alto. Altissimo. Ancora oggi non sappiamo chi ha materialmente eseguito l'omicidio, e soprattutto come in tante altre pagine di storia di questo Paese, non si conoscono i mandanti. Un'inchiesta approfondita la trovate nella trasmissione Blu notte condotta da Carlo Lucarelli. Pasolini è stato come un regalo che l'Italia non si meritava del tutto, e oggi manca moltissimo un intellettuale come lui: "Io so...", andate a rileggere oggi cosa ebbe il coraggio di denunciare sul Corriere della Sera. Si può anche ascoltarlo. Il nome di questo blog è un omaggio alla sua grandezza. Non ebbe timore neppure di denunciare i giganti del monopolio energetico e i disastri che venivano perpetrati... in nome dello 'sviluppo'. Questa è ancora la sua voce , interpretata da Toni Servillo. Nel momento in cui qualcuno ci ascolta dal video, sosteneva, "è un rapporto da inferiore a superiore". A inizio anni ‘70, Pasolini ci motivava a diffidare dalla televisione, ad avere capacità critica rispetto a quanto viene raccontato attraverso questo elettrodomestico. Questo programma RAI registrato nel 1971 venne mandato in onda soltanto... il 3 novembre 1975. Un giorno dopo la scomparsa di Pier Paolo Pasolini. (C'è tutto il programma condotto da Enzo Biagi per chi vuole vederlo). Nelle teche Rai, ci sono capolavori come La forma della città, un insegnamento ancora oggi di grandissimo valore, profetico e procedurale. Una parte importante della testimonianza di questo Uomo, è oggi sfociata in un movimento dal basso, che intende curare un Paese devastato da un concetto di 'sviluppo' bulimico e suicida. "La Terra d’Italia che ci accingiamo a consegnare alle prossime generazioni è malata. Curiamola!": L'isolamento che ha subito in vita Pier Paolo Pasolini motivava anche la sua diffidenza per un vero Cambiamento. Non vedeva speranza. Ad ogni singolo individuo la scelta: se raccogliere o meno il testimone delle denunce di Pier Paolo Pasolini, facendo un regalo a se stesso, a questo Paese, e a chi verrà dopo di noi. La possibilità di cambiare esiste, è concreta, in alcuni territori d'Italia viene messa in pratica ogni giorno. Chi non prova neppure a cambiare le cose innanzitutto a livello personale, vuol dire che ha già perso o il sistema gli sta bene così. Una frase orecchiata ultimamente, ad un impegno nel nord Italia: "fra 500 anni i posteri guarderanno alla divisione fra comunismo e fascismo come noi oggi guardiamo a Guelfi e Ghibellini". Ricordiamo sempre che 40 anni fa, prima di tutti, Pasolini aveva capito anche questo. L'interpretazione esclusivamente industriale del socialismo, fa sì che comunisti e capitalisti parlino lo stesso linguaggio, misurino in maniera analoga il grado di sviluppo raggiunto da una società. Una società nella quale la maggioranza dipenda, quanto ai beni e ai servizi che riceve, dalle qualità di immaginazione, d'amore, e di abilità di ciascuno, appartiene alla categoria cosiddetta sottosviluppata; viceversa, una società in cui la vita quotidiana consiste in niente altro che una serie di ordinazioni dal catalogo del grande magazzino universale, è ritenuta avanzata. (Ivan Illich, 1973)

Commenti

Grazie per questa commemorazione che mette insieme passato e presente, e mostra come le radici dei movimenti autentici di oggi Pasolini le avesse schiettamente profilate!
Elisa M., 15-11-2010 02:15

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