Pasqua di sangue in Pakistan che, dopo Bruxelles, conta i morti, per la maggior parte donne e bambini, in un giorno che doveva essere di festa. Un kamikaze si è fatto esplodere nel parco situato nell’area di Iqbal Town, un popolare ritrovo domenicale per famiglie.
Il premio Nobel per la pace 2014, Malala Yousafzai, è "sconvolta da un crimine insensato" e affida la sua condanna dell'attentato al parco divertimenti di Lahore, nel "suo" Pakistan, a un messaggio pubblicato dal Malala found sui social network. "Sono sconvolta dall'insensato assassinio di persone innocenti oggi a Lahore. Il mio cuore è con le vittime, le loro famiglie e i loro amici. Condanno questo attacco nel modo più fermo possibile. Siamo al fianco delle famiglie delle vittime. Il mondo e il Pakistan devono unirsi. Ogni vita è preziosa e deve essere rispettata e protetta".
Lei era riuscita a salvarsi da un attacco voluto e attuato da Talebani. Era il 9 ottobre del 2012, e Malala era una ragazzina di soli quindici anni, ma la sua posizione attivista e il suo impegno in favore e sostegno dell’istruzione delle ragazze le costarono ferite mirate a collo e testa. Il tutto per mano di un miliziano talebano che, salito sul pullman che riportava Malala a casa da scuola, l’ha volutamente individuata tra i passeggeri. La vita, le fu salvata in un ospedale della Gran Bretagna, dove venne sottoposta a un delicato intervento di ricostruzione del cranio.
Secondo fonti di polizia, l’attentatore suicida si è fatto saltare in aria nel parcheggio del parco, non lontano dalle altalene dei bambini, mentre la folla stava per uscire dopo aver fatto picnic per festeggiare la Pasqua. Sul luogo dell’esplosione sono state trovate delle sfere di cuscinetto usate per aumentare la potenza letale della bomba. Il governo di Islamabad ha dispiegato alcuni reparti dell’ esercito per facilitare le operazioni di soccorso. E’ emerso che non c’era alcun servizio d’ordine a protezione dei numerosi ingressi del parco pubblico che è uno dei più grandi di Lahore.
La formazione Jamat-ul-Ahrar, già legata al principale gruppo talebano pachistano Tehrek-e-Taliban Pakistan (Ttp), si è attribuita la responsabilità della strage. “L’obiettivo erano i cristiani“, ha detto un portavoce della fazione, Ehsanullah Ehsan. “Vogliamo inviare questo messaggio al primo ministro Nawaz Sharif che siamo entrati a Lahore. Posso fare quello che vogliono ma non sarà facile fermarci. I nostri attentatori suicidi continueranno questi attacchi”, ha aggiunto. Il 15 marzo dello scorso anno due kamikaze della stessa sigla terroristica si erano fatti esplodere all’ingresso di due chiese di Lahore vicine fra loro, la cattolica St.John’s Church e la cristiana Christ Church causando 17 morti.