La settima riunione del comitato di emergenza dell'Organizzazione mondiale della sanità sul Covid-19 si è svolta lo scorso 15 aprile, ma le sue conclusioni sono state rese note solo qualche giorno dopo. Gli esperti di Ginevra ritengono che non si debba "richiedere la prova della vaccinazione come condizione di ingresso" per i viaggiatori internazionali. E questo per due ragioni: "Le prove limitate (per quanto in aumento) a proposito dei risultati del vaccino nel ridurre la trasmissione" del virus, e "la persistente disuguaglianza nella distribuzione globale dei vaccini". La richiesta avanzata ai paesi che stiano pensando a questa soluzione è dunque quella di "riconoscere che il requisito della prova della vaccinazione può esacerbare le disuguaglianze e promuovere una libertà di movimento differenziata".
La presa di posizione dell'Oms arriva in un momento in cui diversi Stati, tra cui l'Italia, stanno considerando l'utilizzo di un passaporto sanitario per consentire gli spostamenti, ma anche per altri tipi di attività, ad esempio eventi, concerti e manifestazioni sportive: idea che ha provocato diffusissime critiche e preoccupazioni su conseguenti discriminazioni e sulla salvaguardia della privacy.
Il Comitato dell'OMS ha inoltre sottolineato che “gli Stati sono fortemente incoraggiati a rendersi conto di quanto il passaporto vaccinale approfondisca le diseguaglianze e promuova una diseguale libertà di movimento”.
Eppure, quando fa comodo non dare ascolto all'OMS... semplicemente la si ignora.