"Il ministro Passera ha svelato le sue carte: frenare con ogni mezzo le rinnovabili per favorire le fonti fossili. Difficile comprenderne la logica ma è evidentemente questo il piano di un ministro che si sta battendo per penalizzare le fonti rinnovabili" così Legambiente commenta le politiche di Corrado Passera, ministro dello Sviluppo Economico.
“Il ministro Passera ha svelato le sue carte: frenare con ogni mezzo le rinnovabili per favorire le fonti fossili. Difficile comprenderne la logica ma è evidentemente questo il piano di un ministro che si sta battendo per penalizzare le fonti rinnovabili, additandole come responsabili degli aumenti in bolletta, attraverso limiti annui agli investimenti, burocrazia e riduzione degli incentivi che aumentano le incertezze sulla realizzazione degli impianti, e con limiti perfino per gli impianti casalinghi”. Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente commenta la dichiarazione odierna del ministro Corrado Passera sull’opportunità di promuovere le trivellazioni nel nostro paese per sviluppare economia e lavoro.
“Le fonti rinnovabili termiche ed elettriche, il risparmio e l’efficienza energetica sono la strada maestra per ridurre i costi delle bollette di famiglie e imprese – ha continuato Cogliati Dezza –. Sono questi gli ingredienti di una ricetta democratica, valida per tutto il paese, al contrario di quello che succederebbe con l’estrazione di petrolio, per cui si arricchirebbero in pochi ma si danneggerebbe il patrimonio ambientale di tutti.
Il Governo dovrebbe dare certezze allo sviluppo di uno scenario energetico sostenibile, cambiando i decreti attraverso il coinvolgimento delle aziende e delle associazioni del settore e presentando, finalmente, i decreti sulle rinnovabili termiche che si attendono ormai dal settembre 2011”.
Rispetto alle dichiarazioni del ministro Passera sulle riserve di petrolio e l’occupazione, inoltre, Legambiente precisa che le riserve stimate di 187 milioni di tonnellate, agli attuali tassi di consumo, verrebbero consumate in soli due anni e mezzo, mentre i 25mila posti di lavoro ipotizzati dal ministro con l’estrazione di idrocarburi, corrispondono alla metà delle persone impiegate nel settore delle fonti pulite che perderebbero il posto grazie ai suoi decreti, mentre con una seria prospettiva basata sullo sviluppo delle rinnovabili, i nuovi occupati potrebbero arrivare a 250mila unità. Ossia 10 volte i numeri propagandati da Passera per gli idrocarburi”.
Legambiente
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