di
Paolo Ermani
01-03-2013
“Difficilmente si è visto un partito tanto autolesionista e dalla nulla strategia politica come il PD”. Il punto di vista di Paolo Ermani sul Partito democratico e Bersani, alla luce dei risultati elettorali.
Difficilmente si è visto un partito tanto autolesionista e dalla nulla strategia politica come il PD. Le sue scelte sono così assurde che ci si chiede se siano dettate direttamente dai suoi pseudo avversari politici. Consiglio di cambiare il simbolo del partito e di metterci direttamente Tafazzi.
Il PD campa ancora di rendita su quella che era l’eredità del Partito Comunista e si basa su di un supporto di elettori la cui gran parte, credo in buona fede, spera ancora che sia un partito al servizio della gente. Ora il bluff, anche attraverso il successo del Movimento 5 Stelle a cui si sono rivolti molti delusi del PD, è evidente.
Dopo la crisi dell’ultimo governo Berlusconi, se si fosse andati alle elezioni come sarebbe stato logico, il PD avrebbe vinto agevolmente, invece loro furbi come volpi, hanno voluto appoggiare, assieme allo stesso Berlusconi, il governo ultra liberista di Monti (che in teoria un partito di sinistra e di opposizione dovrebbe osteggiare duramente). Così hanno dato il tempo a Berlusconi di riprendersi, di far affievolire il clamore dei suoi scandali, di farlo quasi vincere per l’ennesima volta e sono stati anche complici di un governo lacrime e sangue.
Ma la saga della vera antipolitica del PD e suoi predecessori è lunga, dal via libera a Berlusconi e le sue televisioni, al non fare mai una legge sul conflitto di interessi anche quando avrebbero potuto farla, all’appoggio a opere come la Tav e così via.
Bersani è stato esilarante quando in risposta alle critiche dell’ennesimo scandalo che vedeva coinvolto anche il PD, ha risposto tuonando che avrebbe sbranato i detrattori. Sembrava proprio il ruggito del coniglio. Peccato che gli unici che effettivamente Bersani cerca di sbranare sono i resistenti della Val Susa così come tutti quelli che in Italia si oppongono a opere distruttive. Forte con i deboli e debole con i forti, complimenti.
Vista la magra figura elettorale con un risultato che lo vede perdente pure nel paese in cui è nato, il minimo per Bersani sarebbero le dimissioni per magari andare a fare il benzinaio nel distributore del padre, visto che tra l’altro gli piacciono tanto i combustibili fossili. Ma non ha nemmeno il coraggio di un gesto del genere. Nel partito in ogni caso non cambierebbe nulla perchè arriverebbe Renzi, il novello democristiano e il PD cadrebbe dalla padella alla brace.
La vera occasione servita su di un piatto d’argento per fare finalmente il partito di opposizione, il PD l’aveva ed era fare Grillo segretario e adesso avrebbero avuto una maggioranza bulgara in parlamento, invece loro lungimiranti l’hanno rimandato al mittente.
Infine un’immagine triste: il PD chiuso in un teatrino mentre Grillo era in piazza San Giovanni con migliaia di persone e Nanni Moretti che metteva la sua faccia al servizio di un partito che proprio non lo merita.
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