L’appello finale contro l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti è stato fissato per il 20 e 21 febbraio 2024 all’Alta Corte del Regno Unito. Gli attivisti hanno annunciato una protesta in tribunale.
Se estradato, Assange rischia una condanna a 175 anni per aver denunciato crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti nelle guerre in Afghanistan e Iraq.
«Assange è stato rinchiuso nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh da quando è stato arrestato su richiesta di estradizione degli Stati Uniti l'11 aprile 2019. Questo sarà il suo quinto Natale a Belmarsh» si legge sul profilo di Stella Assange su X.
L’udienza di febbraio potrebbe dare ad Assange ulteriori opportunità di discutere il suo caso dinanzi ai tribunali inglesi potrebbe chiudere ad altre possibilità di ulteriore appello dando il via al processo di estradizione. Resterebbe la possibilità del ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo.
La campagna per la libertà di Assange è sostenuta da Amnesty International, dall'Unione Nazionale dei Giornalisti, da Reporter Senza Frontiere e da numerose altre realtà. Anche diversi politici in Australia e Stati Uniti si sono attivati per chiedere agli Stati Uniti di ritirare l’accusa e archiviare il caso.
John Rees della campagna Free Assange ha dichiarato: «Gli Stati Uniti stanno tentando di condannare Julian Assange ai sensi dell’Espionage Act del 1917. Se ci riusciranno, saranno riusciti a ridefinire il giornalismo come spionaggio. Ogni giornalista sarà intimidito. Ogni giornale ed emittente esaminerà il materiale critico nei confronti del governo e sentirà una pressione significativa per non pubblicarlo per paura di essere perseguiti e incarcerati. Questo è il caso più importante della libertà di stampa del Ventunesimo secolo e dobbiamo assicurarci di non perdere nessuna libertà conquistata a fatica».