Per sfamare la gente si chiudano gli allevamenti intensivi e si creino ovunque sistemi policolturali, di food forest e orti autoirriganti

Gli agricoltori industriali protestano per mantenere un'agricoltura del profitto, quindi la tutela ambientale è costantemente criticata e fatta passare come un nemico, come se l’ambiente dove vivono anche gli agricoltori, con i loro figli e nipoti, fosse un elemento esterno che non li riguarda...

Per sfamare la gente si chiudano gli allevamenti intensivi e si creino ovunque sistemi policolturali, di food forest e orti autoirriganti

Gli agricoltori industriali protestano per mantenere un'agricoltura del profitto, quindi la tutela ambientale è costantemente criticata e fatta passare come un nemico, come se l’ambiente dove vivono anche gli agricoltori, con i loro figli e nipoti, fosse un elemento esterno che non li riguarda.
Una delle accuse più forti è quella contro le (peraltro poche e inefficaci) misure dell’Unione Europea, tra le quali quella di ricreare un minimo della biodiversità devastata proprio dall’agricoltiura industriale, lasciando pure a riposo delle terre stremate da valanghe di chimica: apriti cielo!
Si grida allo scandalo, al non poter più sfamare la gente e assurdità simili, come se l’agricoltura industriale attuale sfami davvero qualcuno che non siano le multinazionali dell’agrobusiness, della chimica, dei combustibili fossili e la grande distribuzione organizzata.
Ma prendiamo per buono che chi protesta sfami davvero qualcuno e che senza di lui il mondo sia alla fame; ma allora come la mettiamo con gli oltre ottocento milioni di persone che non hanno da mangiare e altri miliardi che vivono di sopravvivenza? Eppure di cibo ce ne sarebbe in abbondanza visto che la terra è già un paradiso terrestre alimentare.
Gli agricoltori e allevatori vogliono davvero sfamare la gente? Allora si chiudano tutti gli allevamenti intensivi e con quanto si coltiva per dare da mangiare agli animali, in una catena alimentare che è quanto di più folle e inefficace, si sfamerebbe tre volte la popolazione mondiale attuale. Non mi pare di aver sentito una sola voce dei protestatari levarsi in questa direzione.
Eppure agendo così si salverebbero tutte le foreste e gli habitat naturali ora devastati proprio per fornire mangime per gli animali. I campi infatti si libererebbero per coltivare cibo direttamente per gli umani e non per gli animali.
Altra assurdità dell’agricoltura del profitto è la monocultura, dove si utilizza tantissimo spazio per coltivare in proporzione pochissimo. Si vuole davvero produrre tanto cibo per tutti? Si converta la monocultura in policultura e in sistemi di Food forest dove i raccolti di cibo e non solo, perché ci sarebbero pure le piante medicinali e per altri usi, sono molte volte maggiori di quelle monocolturali e con un impatto positivo e sano da ogni punto di vista. E dove si risparmierebbero veleni chimici e combustibili fossili per le lavorazioni.
Avete mai sentito qualcuno degli agricoltori che protestano parlare di queste soluzioni? Dubito fortemente che nemmeno le conoscano. E perché non le conoscono? Perché l’unico obiettivo è, ancora una volta il lucro, non produrre cibo; del resto non si potrebbe nemmeno chiamare cibo quello che ormai è solo una merce riempita di veleni; e le cronache che quotidianamente ci illustrano ritiri di questo o quel cibo contaminato dalle peggiori schifezze, lo stanno a dimostrare.
Si vuole produrre cibo per tutti in campagna e anche in città? Si utilizzino le tecniche di autoproduzione di vario tipo, compresa quella degli orti autoirriganti, con cui si può coltivare pure sulle strade, nelle piazze, praticamente ovunque. Non ho sentito nessun protestatario inneggiare agli orti autoirriganti dalla cabina del suo mega trattore, anche perché se la gente iniziasse a produrre il proprio cibo, mi sa che lui non ci guadagnerebbe. Ma in teoria, se fosse davvero interessato al fatto che le persone si sfamino, dovrebbe essere contento che questo accada, anche a prescindere da lui.
Se si ricreassero sistemi policolturali e di Food forest diffusi ovunque, se dilagassero gli orti autoirriganti, la gente potrebbe sfamarsi con poco lavoro e ben pochi soldi; ma questo non potrebbe essere accettato da chi del cibo fa una merce interessandosi solo al profitto, perché deve vendere, e quindi cosa vuoi che gliene freghi di salvaguardare l’ambiente, che la gente si sfami, che il cibo sia di qualità,
che non si usino veleni.
Quindi avanti a tutta forza a devastare l’ambiente, spargere e mangiare veleni, inquinare l’acqua, l’aria, il suolo, basta che ci si metta in tasca il soldo; dell’avvenire e salute di figli e nipoti importa poco. L’agricoltura del futuro e il cibo che sfamerà il mondo non passano certo da chi non si è mai preoccupato di altro che del suo tornaconto personale, senza scrupolo alcuno.

QUI un video emblematico con le parole di Michele Giovagnoli

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