Per una spiritualità della terra

"C’è bisogno di una teologia della terra, dell’acqua, delle piante e degli animali. Alcuni la chiamano ecoteologia, è un neologismo che può non piacere, ma che intende raccontare proprio questo cammino di ricostruzione di una nuova innocenza. Si tratta di una forma di spiritualità che si concentra fondamentalmente sulle interrelazioni tra il mondo della religione e la natura, la quale è stata considerata spesso dalla stessa teologia in maniera ancillare".

Per una spiritualità della terra
Adamo ed Eva (che noi siamo) L’immagine riprodotta accanto è un quadro di Jean-Achille Bénouville, pittore francese dell’Ottocento (forse non dei più famosi), in cui sono raffigurati Adamo ed Eva cacciati dal paradiso terrestre. Vediamo rappresentata la natura in tutto il suo rigoglio e splendore, e al contempo, l’uomo e la donna allontanarsi in preda all’afflizione, scortati da un angelo impietoso, se non addirittura minaccioso. Esistono altre raffigurazioni sul tema, probabilmente più celebri, come quelle di Masaccio o di Michelangelo, ma in questo quadro le figure umane si stagliano all’interno della natura, la quale sembra voler dominare la scena. Adamo ed Eva, li vediamo piangenti, a capo chino, paiono gettare un ultimo sguardo furtivo intorno, mentre sono scortati verso l’esilio. Inizia così il viaggio dell’uomo nella vita e sulla terra. Questa è la condizione di sradicamento in cui si trovano l’uomo e la donna, rispetto alla natura che ci circonda e che abita nel profondo di ciascuno di noi. “Il Signore lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita”. Così recitano i versi della Bibbia, che hanno ispirato Bénouville e tanti altri artisti. Anche noi partecipiamo a questo viaggio, a volte pericoloso e drammatico (basta guardare a quanto è accaduto e sta ancora accadendo in Giappone), a volte gioioso e avvincente, ma comunque tutt’altro che esente da passione e intensità. Le immagini di quel quadro parlano a noi, anzi parlano di noi. Eco-teo-logia Per questo c’è bisogno di una teologia della terra, dell’acqua, delle piante e degli animali. Alcuni la chiamano ecoteologia, è un neologismo che può non piacere, ma che intende raccontare proprio questo cammino di ricostruzione di una nuova innocenza. Si tratta di una forma di spiritualità che si concentra fondamentalmente sulle interrelazioni tra il mondo della religione e la natura, la quale è stata considerata spesso dalla stessa teologia in maniera ancillare. Questo cambiamento di prospettiva si è verificato in particolare alla luce delle emergenze ambientali non più procrastinabili. L'ecoteologia parte dal presupposto che esista una relazione tra la visione religiosa del mondo oggi dominante e la sofferenza della natura. Questa corrente è variamente articolata e ha già prodotto numerosi progetti in ambito religioso ed ambientale in tutto il mondo. La consapevolezza della crisi dell'ambiente ha portato così ad una diffusa riflessione religiosa sul rapporto dell'uomo con la terra. Aggiungiamo che molti di questi autori sono pressoché sconosciuti – e forse non a caso - in Italia. Come ad esempio Thomas Berry (appartenente all’ordine dei passionisti e scomparso circa un paio di anni fa), il quale vede l’uomo inserito in un processo cosmico di cui è solo una parte; pur tuttavia, l’umanità ha una missione da compiere: può e deve prendersi cura del mondo in cui vive; questa è l’unica via percorribile per favorire l’avvento di una nuova epoca della storia della terra che Berry ha chiamato “era ecozoica”. Ma, di Thomas Berry, a parte qualche articolo apparso su rivista, non esiste libro alcuno tradotto in italiano. Benedizione originaria Un altro autore riconducibile al filone ecoteologico è Matthew Fox, già appartenente all’ordine domenicano e successivamente espulso dalla Chiesa per iniziativa dell’allora cardinale Ratzinger, nella veste di prefetto della Congregazione della dottrina della fede (il nuovo nome che ha assunto la Santa Inquisizione). Di Fox finalmente è stato tradotto un suo celebre e ponderoso saggio risalente al 1983, Original blessing (il titolo italiano è In principio era la gioia, l’editore è Fazi). In esso, l’autore desidera restaurare il più autentico messaggio evangelico, verso una spiritualità non dualistica, amica di Dio (il nome con cui molti chiamano il fondamento della vita) e del mondo: una spiritualità fondata su una benedizione originaria, affinché l’Adamo e l’Eva (che noi tutti siamo) possano proseguire il loro cammino nella gioia e nella letizia. Il sentimento che predomina nel libro è che la spiritualità non deve assumere la forma di un senso di colpa triste e cupo, bensì un positivo sentimento di riconoscenza verso il cosmo. Alcuni hanno parlato di un mutamento di paradigma, paragonabile a una vera e propria “rivoluzione copernicana della religione”. Civiltà come patologia Ma vi sono altri indirizzi riscontrabili nel filone ecoteologico, in quanto il panorama è assai articolato al suo interno. Per limitarci all’area culturale statunitense, menzioniamo un altro autore (anche se ancora altri nomi meriterebbe fare), per le sue posizioni spiazzanti: si tratta di Ched Myers. È un teologo mennonita (i mennoniti sono una corrente appartenente alla riforma radicale protestante) californiano, attivo nel campo dell’animazione teologica e della divulgazione biblica, particolarmente sensibile ad esplorare le possibili connessioni tra cristianesimo, ambientalismo e anarchismo. Egli intende denunciare le radici delle patologie socio-politiche del primo mondo (il nostro), considerando lo sviluppo della civiltà come una regressione, piuttosto che un progresso inarrestabile della coscienza umana, trovando sorprendenti e inaspettate risonanze tra quanto denunciano le scritture ebraico-cristiane (lette come documenti della resistenza del popolo israelita agli imperi dell'antico Medio Oriente, dall'Egitto a Roma), e le attuali posizioni primitiviste (con espliciti riferimenti agli scritti di John Zerzan). Ma, come nel caso di Th. Berry, è inutile cercare fra gli scaffali di qualche libreria un suo testo: non esistono traduzioni nella nostra lingua. Invito al viaggio Torniamo ad Adamo ed Eva, che abbiamo lasciato mentre si accingevano ad intraprendere il loro cammino. “Chi cerca, trova”, recita un famoso adagio; in effetti la vita è un lungo passaggio; è cammino, ricerca, anche quando non vorremmo. Dobbiamo però aggiungere che ciò che troveremo al termine del percorso (non certo descrivibile come una linea retta, ma denso di svolte, curve, deviazioni, soste, ritorni, giri tortuosi, vicoli ciechi), sarà probabilmente diverso da quello per cui ci si era messi inizialmente in viaggio. La realtà non coincide con l’idea astratta che ci costruiamo su di essa: per cui, le aspettative e l’ideale che, in un primo momento, avevano alimentato la ricerca saranno consumati nell’immersione nel qui ed ora, così come sarà oltrepassato ogni 'dover essere' che vuole a tutti i costi orientare e costringere il cammino. Con le splendide e suggestive parole di T.S. Eliot: “E alla fine di tutto il nostro esplorare / Torneremo sul punto di partenza / E lo vedremo per la prima volta”. Cenni sitografici Riguardo ai rappresentanti della spiritualità ecologica, citati nell’articolo, forniamo di seguito i rispettivi siti web (in lingua inglese), ove poter ricavare ulteriori informazioni e suggestioni: Su Thomas Berry: www.thomasberry.org. Su Matthew Fox: www.matthewfox.org. Su Ched Myers: www.chedmyers.org.

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