Proprio non ci stanno a vedere l'acqua persino quotata in Borsa, nelle fauci degli speculatori. I promotori del Forum nazionale dei Movimenti per l'Acqua, che da dieci anni si batte per la gestione pubblica dell'acqua in Italia e che sta ancora lottando per mettere in pratica i risultati del referendum, lancia una petizione per dire no a gran voce. Tutti possono firmare.
I sottoscrittori della petizione accettano sostanzialmente di unirsi «alla denuncia del Relatore Speciale dell’ONU sul diritto all’acqua Pedro Arrojo-Agudo che l’11 dicembre scorso ha espresso grave preoccupazione alla notizia che l’acqua, come una qualsiasi altra merce, verrà scambiata nel mercato dei “futures” della Borsa di Wall Street».
Ebbene sì, abbiamo fatto ormai di tutto una merce, calpestando ogni diritto fondamentale ormai.
«L’inizio della quotazione dell’acqua segna un prima e un dopo per questo bene indispensabile per la vita sulla Terra - si legge nella petizione - Si tratta di un passaggio epocale che apre alla speculazione dei grandi capitali e alla emarginazione di territori, popolazioni, piccoli agricoltori e piccole imprese ed è una grave minaccia ai diritti umani fondamentali».
«L’acqua è già minacciata dall’incremento demografico, dal crescente consumo ed inquinamento dell’agricoltura su larga scala e della grande industria, dal surriscaldamento globale e dai relativi cambiamenti climatici. E’ una notizia scioccante per noi, criminale perché ucciderà soprattutto gli impoveriti nel mondo».
Secondo l’ONU già oggi un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile e dai tre ai quattro miliardi ne dispongono in quantità insufficiente. Per questo già oggi ben otto milioni di esseri umani all’anno muoiono per malattie legate alla carenza di questo bene così prezioso.
«Questa operazione speculativa renderà vana, nei fatti, la fondamentale risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 2010 sul diritto universale all’acqua e, nel nostro paese, rappresenterà un ulteriore schiaffo al voto di 27 milioni di cittadine/i italiane/i che nel 2011 si espressero nel referendum dicendo che l’acqua doveva uscire dal mercato e che non si poteva fare profitto su questo bene - prosegue ancora il Forum dei Movimenti per l'Acqua - Se oggi l'acqua può essere quotata in Borsa è perchè da tempo è stata considerata merce, sottoposta ad una logica di profitto e la sua gestione privatizzata».
Il Forum invoca un cambio radicale di rotta, quindi si rivolge al Governo italiano chiedendogli:
- di prendere posizione ufficialmente contro la quotazione dell'acqua in borsa;
- di approvare la proposta di legge “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque” (A. C. n. 52) in discussione presso la Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati;
- di sottrarre ad ARERA le competenze sul Servizio Idrico e di riportarle al Ministero dell’Ambiente;
- di investire per la riduzione drastica delle perdite nelle reti idriche;
- di salvaguardare il territorio attraverso investimenti contro il dissesto idrogeologico;
- di impedire l'accaparramento delle fonti attraverso l'approvazione di concessioni di derivazione che garantiscano il principio di solidarietà e la tutela degli equilibri degli ecosistemi fluviali.
QUI SI PUO' SCARICARE L'APPELLO IL FORMATO PDF PER DIFFONDERLO
QUI TUTTI POSSIAMO FIRMARE LA PETIZIONE