Si chiama 'caccia in scatola' ed è una pratica venatoria presente in Sud Africa che prevede l'allevamento e la caccia di animali all'interno di habitat confinati e da cui sarebbe lo stesso governo a trarre profitti. L'allarme sull'immoralità, crudeltà e illegalità della pratica arriva da un portale anglosassone che ha da poco lanciato una petizione per chiederne il ritiro.
In Sud Africa viene praticato un tipo di caccia meglio conosciuto come 'caccia in scatola'. Nonostante le atrocità che prevede, questa pratica è legalmente accettata dal governo per gli ingenti introiti provenienti dall'estero. L'allarme viene lanciato da un portale anglosassone dedicato agli amanti degli animali, Care2. In questo tipo di caccia gli animali vengono allevati intenzionalmente per essere cacciati oppure vengono confinati in uno spazio piccolo che non consente loro di vivere secondo natura e secondo le loro abitudini più consuete. Come già accennato, nonostante l'immoralità e l'illegalità di questa pratica, nonché la crudeltà, convincere i responsabili governativi ad abolirla non è semplice. Gli interessi economici sono molteplici.
A tal proposito, è stata indetta una petizione internazionale per chiederne l'abolizione. Ula, una degli autori della petizione, ha dichiarato a Care2 "Dovevo fare una scelta: potevo continuare a piangere per questa atrocità, che in Sud Africa viene mistificata con il nome di sport, oppure dovevo fare qualcosa".
"Credo sia indicibilmente crudele dare la caccia ad un animale che, in molti casi, è stato allevato insegnadogli a fidarsi degli umani, e praticare la caccia in uno spazio confinato da cui gli animali non hanno alcuna possibilità di scappare, è ancora più crudele della normale 'caccia' già crudele di per sé".
Fiduciosa del risultato ottenuto da un'altra petizione contro la caccia ai rinoceronti sempre in Sud Africa, Ula crede, spera, che anche questa volta si possa raggiungere qualche traguardo: "A luglio avevo avviato una petizione per fermare la caccia di frodo ai rinoceronti in Sud Africa; forse è stata solo una coincidenza, ma qualche mese dopo la consegna della petizione con 3.506 firme da tutto il mondo, in Sud Africa è stato scoperto un grosso giro di caccia di frodo" dice.
Non si tratta di un'impresa facile e le difficoltà sono sempre in agguato, "ma le firme da tutto il mondo – sostiene Ula – possono dimostrare al ministro dell'Ambiente, Buyelwa Sonjica, che siamo fermamente intenzionati a porre fine a questa pratica".
Anche in Italia, proprio in questi giorni, il tema caccia è tornato a scaldare il dibattito. In prima fila il Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, che definisce l'ars vanatoria "un'enorme ferita per l'ambiente, una minaccia per interi ecosistemi, una pratica sistematica di distruzione che mette in pericolo gli equilibri di un mondo che si è formato in milioni di anni".
Non è semplice dissolvere completamente una pratica tanto antica quanto amata (anche se non da tutti) come la caccia, ma è possibile fare qualcosa battendosi in prima persona quanto meno per ridurre alcune atrocità inverosimili.
Petizione contro la caccia in scatola dei leoni
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