di
Andrea Degl'Innocenti
24-04-2012
Ad un convegno organizzato da Aitec (Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento) e Nomisma, il ministro dell'Ambiente ha annunciato un prossimo decreto che prevederà l'utilizzo di combustibili solidi secondari, ricavati dai rifiuti, per alimentare alcune industrie, soprattutto cementifici. Ecco dove finiranno le famose 'ecoballe', che nessuno vuole più bruciare.
Il ministro dell'ambiente Corrado Clini ha le idee chiare su come risolvere l'annoso problema dei rifiuti in Italia. Bruciandoli. È di qualche giorno fa l'annuncio che entro fine mese verrà varato il decreto per trasformare i rifiuti in combustibili per le industrie, soprattutto per i cementifici.
Il decreto in cantiere “prevede l’impiego di combustibili solidi secondari nei processi industriali, in particolare nel settore del cemento, che aiuterà anche molte regioni ad uscire dallo stato di emergenza”, ha dichiarato Clini nel suo intervento al convegno organizzato da Aitec (Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento) e Nomisma per presentare lo studio di Nomisma Energia sui Combustibili solidi secondari (Css), ricavati dai rifiuti.
Nell'idea del ministro, e di chi sponsorizza il provvedimento, il decreto offrirebbe numerosi vantaggi dal punto di vista economico, occupazionale, energetico e nella lotta alla malavita organizzata. I rappresentanti di Aitec e Nomisma si sono lanciati in lodi sperticate nei confronti dell'idea di Clini. Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, ha sostenuto che “in Italia ogni anno si buttano in discarica 2,5 miliardi di euro di potenziali combustibili invece che utilizzarli negli impianti industriali”.
“Una prassi insostenibile – gli ha fatto eco Carlo Colaiacovo, vicepresidente Aitec – oggi più che mai, considerati i danni ambientali e gli sprechi economici che ne derivano”.
E poi la bolletta, ha continuato Tabarelli con il provvedimento che potrebbe far risparmiare “una cifra importante per ogni contribuente. Solo l'uso dei rifiuti come combustibile per le cementerie potrebbe portare un risparmio medio per famiglia di 40 euro l'anno in media, con picchi di 192 euro in Campania o di 146 euro nel Lazio”.
E che dire del diritto al lavoro e del rispetto per l'ambiente? Il decreto concorrerebbe a risolvere anche questi problemi: infatti secondo Nomisma Energia potrebbe “evitare l'emissione di 7,9 milioni di tonnellate di CO2 e creare oltre 10mila nuovi posti di lavoro. Oltre ad evitare l'acquisto di 3,7 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio”.
E infine il fiore all'occhiello, la lotta al crimine organizzato. Qui è il ministro a riprendere la parola: “L’ uso come combustibile in centrali, cementifici o anche termovalorizzatori – spiega Clini – può essere una strada da seguire per risolvere il problema dei rifiuti, per valorizzare energicamente i rifiuti e per uscire fuori da un circuito nel quale la malavita organizzata ha avuto un ruolo molto importante. Il nostro obiettivo è quello di far uscire i rifiuti dal ciclo ordinario per portarli in un ciclo industriale, qualunque sia: raccolta differenziata, recupero di energia o recupero di materiali”.
Insomma con un unico decreto si risolvono di botto i problemi del paese. Peccato che ci siano molte zone d'ombra cui il ministro ed i suoi partner non accennano. Ad esempio, cosa sono i Css, Combustibili solidi secondari, di cui il decreto si dovrebbe occupare?
Art. 183 del dlgs 205/2010 definisce il “Combustibile Solido Secondario [come] il combustibile solido prodotto da rifiuti che rispetta le caratteristiche di classificazione e di specificazione individuate delle norme tecniche Uni Cen/Ts 15359 e successive modifiche ed integrazioni; fatta salva l'applicazione dell'articolo 184-ter, il combustibile solido secondario, è classificato come rifiuto speciale”.
In pratica non sono altro che l'evoluzione nominale di quel Combustibile da rifiuti (Cdr) di cui sono composte le famose ecoballe, che restano disseminate nei campi e stipate nei capannoni perché nessuno le vuole più incenerire, data la loro composizione tossica.
Se il nuovo decreto verrà approvato è facile immaginare che le ecoballe saranno i primi rifiuti a finire bruciati nei cementifici, diffondendo nell'aria sostanze incredibilmente nocive. Piuttosto che trovare i metodi migliori per bruciare i rifiuti, compito di un ministro dell'ambiente dovrebbe essere quello di cercare soluzioni per ridurne la produzione, incentivarne il riciclo ed il riuso. E fra i tanti corretti “riusi” dei rifiuti, di certo non è incluso quello come combustibile.
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