In vista del prossimo summit dell’ONU sulla biodiversità, è stato diffuso uno studio sullo stato di conservazione delle piante presenti nel nostro pianeta. Secondo il rapporto un quinto delle piante al mondo rischia l’estinzione, a causa dell’attività umana.
Oltre il 22% delle specie di piante esistenti è in pericolo o vulnerabile di estinzione: è quanto rivelano gli scienziati del Botanic Gardens at Kew britannico, del Museo di storia naturale di Londra e dell’International Union for the Conservation of Nature (Iucn) in un rapporto appena reso noto e intitolato Plants at risk, piante a rischio appunto.
La principale minaccia per la sopravvivenza di queste piante è costituita dall’attività umana: i primi imputati sono infatti l’agricoltura intensiva, l’allevamento, il disboscamento e l’urbanizzazione.
In cinque anni di studi sono state prese in considerazione 1.500 specie di grandi famiglie di piante (muschio, licheni, leguminose, conifere e orchidee).
Delle 4 mila piante esaminate il 22% è stato classificato come "minacciato". In particolare, il 4% si trova "in serio pericolo", il 7% è "in pericolo " e l'11% è "vulnerabile".
Come spiega il rapporto, tra le piante più minacciate troviamo le conifere e le zone più colpite sono le foreste tropicali, come quelle pluvuali in Brasile.
Lo studio è stato diffuso in vista del summit dell’ONU che si terrà a metà ottobre a Nagoya, in Giappone. In questa occasione i governi dovranno fissare nuovi obiettivi per cercare di garantire la conservazione di piante e animali.
"Non possiamo sederci e guardare le piante scomparire: le piante sono alla base di tutta la vita sulla terra, forniscono aria pulita, acqua, cibo e carburante. Tutti gli animali e gli uccelli dipendono da loro e così noi" spiega Stephen Hopper, direttore di Kew.
"L’attuale attività umana sta spingendo sempre più piante verso l’estinzione, ma se i governi del mondo faranno i passi giusti...abbiamo il potenziale per salvaguardare la vita delle piante e delle creature che dipendono da esse".
ale.pro.
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