Solare: piccoli comuni in prima fila su termico e fotovoltaico

Legambiente annuncia i vincitori della competizione 'Campionato Solare 2011', l'iniziativa che premia le amministrazioni locali impegnate in progetti di risparmio e autosufficienza energetica.

Solare: piccoli comuni in prima fila su termico e fotovoltaico
Il 'Campionato Solare' nasce sulla scia della Solarbundesliga, una gara nazionale tedesca che mira a valorizzare le esperienze locali in materia di energie rinnovabili ed efficienza energetica. Al campionato di Legambiente possono partecipare tutti i comuni che abbiano installato impianti per l'energia solare, ma alla selezione finale sono ammessi solo gli enti che hanno realizzato progetti sia nel termico che nel fotovoltaico. I risultati dell'edizione 2011, cui hanno aderito oltre 3 mila e 900 comuni italiani, per lo più di piccole dimensioni, saranno presentati oggi, nel corso della Fiera Klimaenergy di Bolzano; Legambiente ha, però, già proclamato i nomi dei tre vincitori, due nella provincia di Bolzano, Prato allo Stelvio e Terento, l'altro nella provincia di Cuneo, Torre San Giorgio. Nello specifico, a Terento sono stati installati 186 impianti, distribuiti su tetti e coperture – riuscendo a coprire per intero il fabbisogno elettrico delle famiglie e a contribuire ai consumi termici, senza invadere il territorio -, mentre Prato allo Stelvio ha raggiunto la copertura totale sia dei consumi elettrici che di quelli termici grazie all'energia solare. A Torre San Giorgio una crescita vertiginosa del fotovoltaico, con una potenza di 2,6 MW installata nell'ultimo anno su un totale di 3,3 MW, si è accompagnata alla predisposizione di un impianto unico, su una parete verticale di un'azienda, per collocare i pannelli termici e contemporaneamente essiccare la biomassa. I tre Comuni si distinguono, quindi, non solo per potenza installata e numero di impianti, ma per la capacità di tenere insieme la promozione delle fonti energetiche rinnovabili e l'impegno a non sottrarre terre all'agricoltura e a tutelare il paesaggio. L'importanza di questa prospettiva è confermata dai due premi speciali assegnati da Legambiente ai comuni di Padova e di Vaiano, che hanno realizzato, rispettivamente, un progetto di solarizzazione degli edifici comunali e un impianto fotovoltaico integrato nell'area di una ex discarica. Esempi che confermano il protagonismo dei piccoli comuni nell'adozione di politiche energetiche innovative, nel campo delle fonti rinnovabili, ma anche attraverso la predisposizione di regolamenti edilizi che puntano all'efficienza energetica e il recupero di aree degradate o soggette a bonifica. Il crescente interesse manifestato dalle amministrazioni locali nei confronti della rivoluzione energetica non deve tuttavia tradursi in facili entusiasmi, né consentire alcuna leggerezza. Nessuna soluzione è buona per l'ambiente in assoluto, se non si tiene conto dei complessi elementi che regolano l'equilibrio di un territorio e degli impatti nel lungo termine. A questo proposito, i piani paesaggistici potrebbero rappresentare un primo strumento per conciliare lo sviluppo delle rinnovabili con la tutela dell'ambiente. Non va, però, in questa direzione la recente sentenza del Tar di Catania che ha annullato il Piano paesistico della provincia di Ragusa, a seguito del ricorso presentato della Provincia e dagli enti locali per le contestazioni degli operatori produttivi, secondo cui i vincoli urbanistici avrebbero penalizzato le attività agricole e zootecniche. Una sentenza che “rischia di produrre effetti gravissimi sul territorio”, lasciando spazio, nel vuoto normativo, all'abusivismo - come dichiarato dal presidente regionale di Legambiente Sicilia, Mimmo Fontana - cui ha fatto seguito nei giorni scorsi una nuova sentenza secondo cui il piano paesaggistico non disciplina la localizzazione degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il nuovo intervento del Tribunale amministrativo siciliano si riferisce al ricorso di una società interessata alla costruzione di un impianto fotovoltaico nel Comune di Santa Croce di Camerina (Ragusa), il cui progetto era stato bloccato perché il Piano ne vietava la realizzazione nell'area.

Commenti

Avanti! (Vai Veneto!)
Marco, 24-09-2011 03:24

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