Il regno della morte è il regno di cui l’uomo è sovrano. Ma io canto la Vita, che resiste e non cede; quella che il sovrano non vede.
Le rondinelle scivolano
nell’aria e poi nel cielo
uscendo dall’ombroso
nido sopra la trave,
come onde costanti
ritornano veloci,
piccole frecce nere
nella luce.
Recano morte e vita
alacri ed instancabili,
mirabilmente danzano
nel precario splendore
nella pioggia incessante
di un freddo giugno,
e senza tregua,
un volo dopo l’altro,
portano bocconi
a inermi bocche
in impaziente attesa.
Costruiscono vite
di carne e piume
di luce e di fervore
danzando senza fine
lungo le frontiere.