A fornire le cifre è l’ultimo report dell’Agenzia europea per l’ambiente (EEA), che ha esaminato l’esposizione della popolazione europea agli inquinanti atmosferici fornendo una panoramica della qualità dell'aria sulla base dei dati provenienti dalle stazioni ufficiali di monitoraggio in tutta Europa. In particolare l’attenzione è puntata sul 2013, ultimo anno per cui sono disponibili i dati elaborati. La relazione riporta inoltre una stima degli effetti dell'inquinamento atmosferico sulla salute e del suo impatto sugli ecosistemi. Il dato più evidente che emerge dalla relazione è che la maggior parte dei cittadini europei continua ad essere esposta a livelli di inquinanti atmosferici ritenuti non sicuri dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli inquinanti più problematici che riguardano la salute umana sono il particolato, l'ozono a livello del suolo e il biossido di azoto. Alcune stime di impatto sulla salute associate all'esposizione a lungo termine al PM2.5 rivelano che questo inquinante è stato responsabile di 432.000 morti premature in Europa nel 2012, livello simile a quello stimato negli anni precedenti. Gli impatti stimati dell’esposizione a biossido di azoto e ozono sono - rispettivamente - di circa 75.000 e 17.000 morti premature. Oltre che sulla salute, gli inquinanti atmosferici hanno anche un significativo impatto negativo sulla vita delle piante e degli ecosistemi, come ad esempio l’eutrofizzazione causata da ammoniaca e ossidi di azoto o i danni causati dall’ozono alle piante. L'inquinamento atmosferico è, quindi, un problema complesso che pone molteplici sfide in termini di gestione e mitigazione. Questi i risultati per i principali inquinanti: Le fonti Trasporti, industria, centrali elettriche, agricoltura, abitazioni e gestione dei rifiuti sono tutti fattori che contribuiscono all'inquinamento dell'aria in Europa. Alcuni di questi settori non hanno sufficientemente ridotto le loro emissioni per soddisfare le norme o hanno addirittura aumentato le emissioni di alcuni inquinanti. Per esempio, le emissioni di ossidi di azoto da trasporto su strada non sono sufficientemente diminuite in molte aree urbane. Inoltre, le emissioni di PM2,5 e benzo(a)pirene provenienti dalla combustione di carbone e biomasse in ambito non industriale sono aumentate nell'UE negli ultimi dieci anni. Queste fonti costituiscono oggi i principali contributi a polveri e benzo(a)pirene in Europa. Sicuramente dovranno essere svolti ulteriori sforzi, anche legislativi, per poter ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera; ad esempio, le emissioni di polveri ad esempio da pneumatici, strada e usura dei freni sono importanti e attualmente non sono regolati. La fonte dei dati sui livelli di concentrazione in atmosfera è l'Air Quality e-reporting database, altrimenti chiamato AirBase, il database dell'Agenzia europea per l’ambiente contenente i dati registrati presso le centraline di monitoraggio dei vari stati europei.
Le polveri fini uccidono mezzo milione di persone l’anno
di
Redazione
22-02-2016
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