Porta a porta. A Sacrofano un anno e mezzo senza produrre plastiche

A fine aprile 2010 il Comune di Sacrofano, in provincia di Roma, è passato al sistema di gestione rifiuti porta a porta. Ma una mega-discarica si evita e si contrasta al meglio solo se si mettono in atto tutte le misure per evitare di riempirla. Roberto Pirani, come cittadino, ha dato il suo contributo non avendo mai conferito le plastiche. Nell'articolo che segue ci spiega come fare.

Porta a porta. A Sacrofano un anno e mezzo senza produrre plastiche
Il Comune di Sacrofano è passato al sistema di gestione rifiuti porta a porta a fine aprile 2010. Ne sono stato testimone e utente (entusiasta). Credo di essere stato uno dei non pochi cittadini che ha spinto per questo e devo riconoscere che a fronte di una percentuale di raccolta differenziata in linea con i minimi previsti dalla Legge, la tariffa che pago in questi anni non è mai aumentata. Un buon risultato davvero, oltre al fatto di avere alcuni addetti in più al lavoro…. Rimane da attuare la tariffa puntuale e un maggiore controllo sui cittadini di scarso senso civico, coi primi cassonetti tal quale presenti sulla via Flaminia bersaglio di tanti, troppi, conferimenti scorretti. La Stazione di Sacrofano, ricadente nel territorio di Roma, è uno spettacolo inqualificabile (basterebbe che l'AMA li spostasse su pertinenze raggiungibili soltanto dal Bar e Ristorante contigui). Precisate le poche criticità, il PaP di Sacrofano per quanto di mia conoscenza per le utenze domestiche è encomiabile, corretto, puntuale nel ritiro; il personale pur in presenza di difficoltà per la nuova organizzazione (e un passaggio societario che li vede coinvolti) si sono sempre distinti per gentilezza e professionalità. Va dato atto al Sindaco Casagrande che a Sacrofano i soldi del cofinanziamento provinciale sono stati ben investiti (persino a fronte di un assurdo aumento retroattivo del costo di discarica per i Comuni!) e questa comunità - a differenza di altre - sta facendo la propria parte in una situazione di stallo a livello regionale, con discariche al collasso e mancanza di centri di compostaggio che rendano convenienti gli sforzi dei tanti comuni che, assumendosi le loro responsabilità, hanno abbandonato il sistema stradale. Un piccolo suggerimento per il nuovo anno è puntare anche sul Last minute market, insieme ai vicini comuni con un sistema di gestione simile - Formello e Campagnano in primis - che permetta di evitare lo spreco di cibo in discarica. Non costa nulla... Il mio contributo come cittadino al sistema in atto a Sacrofano, oltre a non aver mai conferito un sacchetto di organico al sistema di raccolta grazie alla compostiera in giardino (anche senza sconto in tariffa, non mi importa), è stato quello di non aver mai conferito le plastiche da quando c'è il nuovo sistema. No, neppure una volta. Dall'aprile 2010, il mio bidone da 120 litri è stato esposto per il ritiro la prima volta giovedì 17 novembre 2011. Più di un anno e mezzo. Come è stato possibile non conferire mai le plastiche? Ho approfittato di una rigidità del sistema di raccolta, che per tutti coloro che risiedono fuori dal centro storico ha previsto un bidone carrellato (da esporre una volta a settimana tutti i giovedì, per la precisione). Per le mie abitudini di utilizzo di plastiche il contenitore carrellato fornito dal Comune di Sacrofano era sicuramente sovradimensionato, ma invece di chiederne uno più piccolo mi ha permesso di sfruttarlo come accumulo in giardino delle poche bottiglie e flaconi che avevano esaurito il loro primo uso. Per mesi dentro c'è stata sì e no una spanna scarsa di plastiche in un bidone alto un metro. Per riuscire a riempire il mio contenitore per le plastiche, non acquistando neppure acqua minerale, ho anche iniziato a raccogliere bottiglie abbandonate in questi mesi sulla strada che porta alla mia abitazione (ancora troppi incivili le lanciano dalle auto in corsa), oltre a conservare quanto avanzava da cene anche se non ero a casa mia, a chiedere ad amici e familiari di conservare qualche bottiglia di acqua da 1,5 litri per riutilizzarla per l'acquisto di acqua alla spina frizzante nella vicina Campagnano: dopo un mese di riuso, queste poche bottiglie di recupero sono sempre andate ad accumularsi nel bidone giallo e sostituite con altre. Buona parte di quanto contenuto nel contenitore carrellato che ho in giardino deriva dal trasloco di un'altra casa, nella quale c'erano vari flaconi di detergenti e saponi da terminare. Ho dovuto raccogliere plastiche di altri per riempire almeno la metà del mio 120 litri giallo... C'è però un altro punto importante che mi ha permesso di evitare di conferire le plastiche per ben un anno e mezzo. Le bottiglie sono state tutte rigorosamente sciacquate e soprattutto schiacciate per ridurne il volume. Quante volte ho visto vicini conferire tutti i giovedì semplicemente perché gli imballaggi per alimentari non venivano schiacciati…. In molti casi ho anche cercato di dare piccoli suggerimenti. Non conferire una volta alla settimana consiste in un risparmio diretto e indiretto per se stessi e per la comunità. Con questo non pretendo certo che tutti abbiano le mie abitudini negli acquisti, in larga parte in vetro e cibi freschi (senza imballaggio), ma se tutti avessero maggiore attenzione invece di raccogliere le plastiche una volta a settimana si potrebbero raccogliere una volta al mese, con risparmi diretti e immediati per l'Ente e per i cittadini per mancati costi di raccolta e conferimento. Oppure queste ore di lavoro non utilizzate potrebbero essere dedicate ad altri servizi come prolungare l'orario dell'isola ecologica. Ritengo che la riduzione del conferimento delle plastiche abbia una diretta relazione con la comunicazione e soprattutto con il controllo che possono fare gli addetti. Dopo richiami verbali o scritti al rispetto delle regole, alcuni carrellati andrebbero non-ritirati fino a che l'utente non procede a schiacciare meglio gli imballaggi. Motivandolo con un biglietto lasciato dagli operatori: “conferimento scorretto, si prega di... etc.”. Si potrebbero fornire di schiaccia bottiglie le persone che ne necessitano e ne fanno richiesta: i risparmi sarebbero immediati. Una comunicazione più puntuale su questo banale aspetto credo sia consigliabile, così come piccoli aumenti della tariffa per chi insiste ad essere riottoso al rispetto delle regole di interesse generale. Quando è cominciato il sistema ad aprile 2011 a Sacrofano veniva richiesto di conferire bottiglie e flaconi sfusi senza sacchetti, solo dopo qualche mese si è comunicato che si richiedeva di conferirle imbustate agli utenti (e poi riposte dentro al 120 litri). C'era un problema di volatilità dai mezzi di raccolta sicuramente, non so se c'erano altre problematiche. Questo piccolo disagio mi ha permesso di ri-esaminare dall'inizio i vari imballaggi, quasi di 'giocare a Tetris' per farcene stare il più possibile in tre sacchetti semi trasparenti che ho recuperato. In questo gioco ho impiegato un'oretta. Oltre a schiacciare con ancora più attenzione i vari imballaggi, ho potuto così inserirli nel contenitore da 120 litri coprendone al meglio gli spazi. Il risultato è che fra due giorni esporrò le mie plastiche sicuramente da 1°fascia Conai senza alcun disagio, senza alcun odore (basta sciacquare i vari imballaggi) e occupando meno spazio possibile nel mezzo di raccolta. Mi auguro che questo piccolo esempio possa essere seguito e ispirare al Comune di Sacrofano un richiamo di comunicazione su questi aspetti, oltre a incentivare il controllo degli operatori su quanto viene conferito e in che modo. Colgo l'occasione per salutare il Sindaco Casagrande - dal 1 gennaio del 2012 mi trasferirò in altro comune - e fargli il mio più cordiale in bocca al lupo per le sfide che attendono questa e le comunità limitrofe. Una mega-discarica si evita e si contrasta al meglio solo se si mettono in atto tutte le misure per evitare di riempirla (se non per quanto riguarda i residui di lavorazione degli impianti Conai). È la sfida che tutti gli oltre 2500 Comuni italiani lanciano alle tante, troppe, istituzioni che ancora tollerano sulle loro strade l'antiestetico spreco di materia che i media insistono a definire 'rifiuto'. Con una corretta organizzazione quello che si raccoglie sono solo materiali, non rifiuti: in un terzo dei comuni italiani per la gestione dei materiali da raccolta differenziata siamo all'avanguardia in Europa! Se tutti i comuni italiani attardati al cassonetto stile anni '70, si assumessero le proprie responsabilità si potrebbero creare 200mila posti di lavoro, ottenendo al contempo enormi risparmi per il sistema-Paese. È il sistema stradale ad essere più costoso, non viceversa. I dati nazionali non sono interpretabili e sanciscono la convenienza del sistema Porta a porta. Le discariche (o peggio gli inceneritori) si evitano se non c'è nulla o quasi nulla da buttarci dentro. Nessuno si merita la nuova discarica di Roma: ognuno si assuma le sue responsabilità. Una nuova discarica tal quale è l'esatto contrario della pianificazione necessaria nel 2011. Qualcuno lo spieghi allo staff del Prefetto: il commissariamento per imporre una discarica di questo tipo significa che le istituzioni ammettono il loro fallimento, la mancanza di organizzazione. Il tema della raccolta differenziata è organizzativo e culturale, non tecnologico: a fare la differenza è unicamente la volontà politica. Tanti comuni nel Lazio lo dimostrano e possono dimostrarlo ancora meglio in futuro. Il porta a porta è migliorabile: il cassonetto stradale - con tutto quello che ne consegue - no.

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