Fin da piccoli ci sentiamo ripetere sempre la stessa solfa: devi studiare per trovarti una buona sistemazione, devi trovare un lavoro pur che sia, devi avere un posto sicuro, un posto fisso statale è la benedizione, un posto in banca poi è l’apoteosi. E così sulla base di questi assunti che non tenevano conto delle aspirazioni e desideri delle persone, intere generazioni hanno fatto scelte che non volevano, lavori che non volevano e che spesso odiavano e la società si è riempita di persone scontente, annoiate, frustrate. Una società simile non può che produrre persone alienate che trovano come unica ragione di vita comprare l’impossibile, così come la pubblicità che ci bombarda da ogni dove offre. Ma è evidente che qualsiasi cosa si compri anche compulsivamente, non riempie nessun vuoto esistenziale ma incastrati come si è in logiche che sono accettate e proseguite per anni e anni, poi è assai difficile uscirne.
Complice anche la faccenda covid, le conseguenti varie restrizioni, discriminazioni e i ricatti sul lavoro, molti hanno preso coraggio e hanno fatto il grande salto e lo scorso anno in soli nove mesi si sono licenziate più del 22% di persone rispetto all’anno precedente, con un numero complessivo di 1,6 milioni di persone (dati Ministero del Lavoro).
È un dato notevole, che dimostra che questo mondo del lavoro sta stretto a tanti e pur di cambiare “corrono il rischio” di licenziarsi cioè di fare un'azione che viene normalmente reputata una specie di suicidio.
Eppure tra le tante persone che vengono ai nostri corsi e incontri su come cambiare vita e lavoro, non ci risulta nessuno che sia finito a vivere sotto un ponte, nell’indigenza o nella disperazione. Anzi riceviamo feedback entusiasti e grandi ringraziamenti per aver aiutato a sconfiggere le "tigri di carta" delle paure inculcateci.
Cercare di fare il lavoro o l’attività dei propri sogni non è utopia né un salto nel buio o un'avventatezza ma un preciso, sacrosanto e salutare gesto per darsi una possibilità di realizzare quello che si sente e si vuole fortemente. Passare interi anni, intere vite a fare qualcosa di ripetitivo, noioso e spesso anche dannoso per sé, gli altri e l’ambiente, non dà nessun vero beneficio. E il lavoro non può essere ridotto a solo mezzo per acquisire soldi, perché ci sono casi innumerevoli di persone che hanno realizzato ciò che sognavano e guadagnano dignitosamente, vivendo una vita normale dal punto di vista del benessere. Anzi il loro benessere è aumentato perché hanno aumentato complessivamente la loro qualità della vita. Di lavori sensati, utili, non dannosi, rispettosi di se stessi, gli altri e l’ambiente, ce ne sono molti di più a disposizione di quelli che sono gli attuali disoccupati e gli attuali scontenti del loro lavoro. C’è solo l’imbarazzo della scelta ma per scegliere bisogna volerlo e il nocciolo della questione è tutto lì, volerlo.
Se volete fare un primo passo concreto verso il cambiamento, avete l'opportunità di iscrivervi al workshop che si terrà al Parco dell'Energia Rinnovabile in Umbria, l'11 e 12 marzo: Indipendenti e liberi di cambiare vita e lavoro, due giorni da non perdere!
QUI le informazioni sul programma e le modalità di iscrizione