Un giovedì d'agosto sulla Ramblas di Barcellona, gente che riempie le strade, tantissimi turisti. A un certo punto, intorno alle 17, un minivan travolge la folla, si diffonde il panico, la gente scappa e arriva la polizia. Subito si pensa a un attentato e le forze dell'ordine poi lo confermano. Il bilancio è di tredici morti (tra i morti ci sono due italiani: Luca Russo, 25 anni di Bassano del Grappa e un legnanese di 35 anni, Bruno Gulotta) e cento feriti, tra cui anche tre italiani dimessi quasi subito dall'ospedale. Per ore polizia e media hanno accusato dell'attentato un uomo marocchino con permesso di residenza in Spagba: Driss Oukabir. Ma poi l'uomo si è presentato alla polizia dicendo che gli erano stati rubati i documenti. I sospetti si sono dunque diretti verso il fratello. Attualmente sono tre le persone in stato di arresto per i fatti di Barcellona. Oltre a Oukabir anche un cittadino di Ceuta - enclave spagnola in Marocco - che è stato fermato a Cambrils poco dopo il conflitto a fuoco nel quale sono stati uccisi cinque terroristi. Il suo nome è collegato alla casa di Alcanar dove c'è stata l'esplosione mercoledì sera. Il terzo sottoposto a fermo è l'uomo rimasto ferito nell'esplosione di Alcanar. Secondo gli inquirenti, ci sarebbero prove di un legame legame tra l'attentato di ieri pomeriggio e l'esplosione avvenuta mercoledì notte in una casa nel comune di Montecarlo de Alcanar Platja, 110 chilometri a sud di Tarragona e una novantina a sud di Cambrils.
Paura, appunto, anche qualche ora dopo sulla Costa Brava, a Cambrils, dove un gruppo di uomini su un'Audi ha cercato di investire la folla e far saltare in aria la vettura. Tra i passanti i feriti sono stati quattro, un quinto è poi morto. La polizia catalana, dopo aver intercettato l’auto, ha ucciso 5 uomini al termine di una sparatoria nel lungomare della cittadina. Pare, stando a quando trapelato, che gli auori del gesto indossassero cinture esplosive finte.
Ora dunque l'attenzione dei media è tutta concentrata sulla Spagna, che pare essere l'ennesima nazione presa di mira dal terrorismo islamico. Anche se, come in tanti altre situazione, le informazioni sono frammentarie e non sempre precise. E per gli inquirenti i due episodi che hanno sconvolto la Spagna fanno parte di un unico piano.
Ma, ancora una volta, sono tantissimi coloro che invocano maggiore chiarezza e maggiore equilibrio, per comprendere in trasparenza quanto accade e per non far prevalere la paura, quella che permette di controllare e governare i popoli.