di
Paolo Ermani
03-06-2011
Gli ultimi dati sui livelli di emissioni di CO2 confermano che il paradigma della crescita economica, anche se colorata di 'green', sta portando l'umanità verso l'autodistruzione e sta trasformando il Pianeta in una immensa discarica in preda ad inarrestabili sconvolgimenti climatici. È arrivato il momento di organizzarsi per resistere, per vivere, imparare a contare su noi stessi, prima che sia troppo tardi.
"Secondo le stime dell'Agenzia Internazionale per l'Energia nel 2010 le emissioni di CO2 hanno raggiunto un livello record, sorpassando del 5% il precedente record del 2008. Si tratta di una grave inversione di tendenza, legata alla ripresa dei consumi post crisi economica, che costituisce una forte battuta d'arresto nella lotta contro i cambiamenti climatici" (IlCambiamento, 1 giugno, 2011).
Se qualcuno aveva delle perplessità sul fatto che la crescita economica abbia responsabilità sul rapido avvio della terra verso il grill finale, gli ultimi drammatici dati sui cambiamenti climatici tolgono ogni residuo e vano dubbio.
E siamo solo all'inizio della fine, perché abbiamo paesi come India e Cina di oltre due miliardi e mezzo di persone che vogliono assolutamente entrare nel novero dei paesi dei balocchi e ne hanno tutto il diritto anche se significa avere il 'privilegio' di autodistruggersi velocemente.
Nei prossimi dieci anni a livello globale è previsto un aumento della classe media di un miliardo di persone.
Siamo già messi disperatamente ora, cosa succederà in dieci anni con un miliardo di persone che avranno la macchina, tutti gli elettrodomestici che abbiamo noi, due cellulari a testa, la tv al plasma, gadget, imballaggi per ogni scemenza, montagne di oggetti di plastica e diavolerie a non finire?
Sostanzialmente è assai facile prevedere nel giro di pochissimo tempo il mondo come una immensa discarica in preda a sconvolgimenti climatici inarrestabili.
Ma non dobbiamo preoccuparci, ci penseranno i governi a risolvere la situazione, quegli stessi governi che continuano a dirci che dobbiamo crescere, cioè aumentare la temperatura del grill. Qualcuno ci dice che dobbiamo crescere green, ma sono specchietti per le allodole e comunque la problematica non cambia granché.
Crescere green è una contraddizione in termini così come passare ad una macchina che diminuisce un po' i suoi consumi ma allo stesso tempo centuplicare il numero delle macchine in circolazione e quindi il vantaggio del minore consumo va a farsi bendire.
E se si aumentano i consumi perché si deve crescere, anche ragionando in un ottica green, quanti miliardi di pannelli fotovoltaici dovremmo produrre con quali risorse, con quale energia, per tenere dietro alla crescita green? Quante merci 'green' dovremmo produrre per saziare la voglia di miliardi di persone di circondarsi di oggetti per riempire il vuoto esistenziale?
Ogni summit, ogni conferenza internazionale sui cambiamenti climatici è un flop e non può che essere così dato che prima di tutto viene la crescita. In ogni caso anche volessero agire, i governi hanno tempi di reazione vicini alle ere geologiche, sia perché non ci arrivano proprio essendo scollegati dalla realtà, sia perché sono in grandissima parte espressione di profitti e interessi di pochi che sono contrari al reale benessere delle persone e alla salvaguardia dell'ambiente.
Se non fosse così, tanto per fare uno degli infiniti esempi possibili, non appena accaduti i disastri di Chernobyl o Fukushima ci sarebbe dovuta essere una moratoria mondiale sul nucleare e visto il pericolo immenso, tutti gli Stati avrebbero dovuto mettere immediatamente fuorilegge le centrali e instaurare ogni misura e intervento per sostituirle. Dati i rendimenti ridicoli delle centrali e quanto poco producono globalmente a livello energetico, sarebbe compito assai facile.
Invece no, di fronte alla catastrofe, alla minaccia del pianeta che tutt'ora incombe perché a Fukushima la situazione è tutt'altro che risolta, non succede sostanzialmente nulla.
Qualche frenatina, qualche attesa di tempi migliori, qualche singolo Stato che si pone il problema e con molta calma, forse, ne uscirà fra un tot di anni.
Di fronte a tale incoscienza, a tale politica scellerata stiamo ancora ad aspettare che ci pensino i governi? L'unica cosa che potrebbe costringerli loro malgrado ad assecondare un reale cambiamento è una forza potentissima dal basso che cambi radicalmente la situazione.
Solo in quel caso, con la paura di perdere potere e privilegi, i governi forse faranno qualcosa ma il vero e unico potere lo ha ognuno di noi, perchè tutto cambia quando ognuno di noi cambia.
Sappiamo che si può vivere, alimentarsi, risparmiare e produrre energia, costruire, lavorare, avere socialità e rapporti diversi da quelli che ci dice la pubblicità o ci vuole imporre la crescita, compresa quella colorata un pò di green. Quella è la vera strada da intraprendere. Crescere come intendono i nostri governi significa suicidarsi e devastare l'ambiente che ci circonda.
La vera e unica crescita che può essere davvero senza fine è quella dell'individuo come persona, della sua consapevolezza, della sua spiritualità, della sua intelligenza, della sua capacità di costruire rapporti e società rispettosi degli altri e dell'ambiente circostante.
L'altra crescita è follia nella testa di persone che hanno completamente perso ogni umanità e cercano di farci credere con ogni mezzo che ammucchiando merci, soldi, potere, si produca benessere. A questa favoletta sempre meno persone abboccano e i cambiamenti climatici che corrono verso catastrofi irreversibili sono un monito ineludibile. Organizziamoci per resistere, organizzamoci per vivere, contiamo su noi stessi e siamo già tantissimi. Prima che sia troppo tardi.
Bello lo striscione di Greenpeace a Berlinostriscione di Greenpeace a Berlino che recitava: "Ogni giorno in più di nucleare è un giorno di troppo". Vista la situazione globale climatica iniziamo da oggi a dire: "Ogni giorno in più di crescita economica è un giorno di troppo".
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