Primo maggio: auguri agli "imprenditori" della propria vita

Da Simone Perotti, scrittore, marinaio e "scollocato" felice, gli auguri a tutti coloro che hanno preso in mano le redini della loro vita.

Primo maggio: auguri agli

Primo Maggio, auguri a tutti i lavoratori della propria anima, imprenditori della propria vita. Auguri a tutti di una serena festa del loro lavoro.

Auguri ai manovali del proprio ambiente, che cercano di renderlo migliore ogni giorno, si fanno male alle mani per curare la natura che hanno intorno. 
Auguri di buona Festa dei Lavoratori ai fabbri della propria mente, in cui forgiano pensieri propri, originali, saldano quelli di altri, battono le opinioni roventi per estirparne le tossine del senso comune. 
Auguri agli chef, che preparano cibo con gli avanzi, le erbe selvatiche, che autoproducono ciò che potrebbero comprare. Auguri a loro per l'impegno sano e creativo che ci mettono ogni giorno.
Auguri ai falegnami della propria sensibilità, che con cura levigano, piallano, allisciano le pareti ruvide del loro cuore, lo proteggono con l'impregnante del pensiero e l'olio di lino dell'ascolto.
Auguri ai carpentieri delle proprie case, che riciclano legni e oggetti, che costruiscono da sé e per sé il proprio habitat, e poi si addormentano sereni sotto i tetti che hanno faticato tanto a realizzare. 
Ma auguri anche ai viaggiatori, che faticano per le vie dei mercati più distanti, sempre lontani da casa, sempre costretti alla diversità in cui, tuttavia, ricordare. 
E auguri agli impiegati, naturalmente, che impiegano ciò che hanno e sanno per essere ogni giorno diversi da ieri, terrorizzati dalla routine delle loro convinzioni-rifugio, e dalle maschere.
Auguri anche ai padroni, agli imprenditori, che da un'idea generano così tante possibilità di condivisione e di esperienza e di vita per tanti altri, che magari quell'intraprendenza non l'avrebbero avuta. I produttori di idee e di progetti, senza i quali il mondo sarebbe destinato a ripetersi identico all'infinito.
Auguri speciali ai bibliotecari e ai librai, che non invidiano tanto pensiero, che non vogliono contrastarlo con qualche idea posticcia per rancore o arroganza, ma al contrario sudano ogni giorno per conservare, catalogare, accogliere le tante idee e i tanti pensieri prodotti da altri, vanno incontro al sapere, lo diffondono.
Auguri ai medici, ai chirurghi, quelli che curano corpi, e ai cerusici delle anime, che leniscono ferite a volte perfino più gravi, con consapevolezza delle loro doti e pazienza per la mancanza delle altrui.
Auguri sentiti, per ultimo, a tutti quelli che quando escono di casa si mettono a lavorare, ogni giorno, per rispondere a una domanda centrale per il mondo del lavoro: "io che cosa porto, come contribuisco, cosa offro agli altri di me?". Loro sono i lavoratori più preziosi e indefessi, a cui non solo io, ma tutti, oggi e sempre, dovremmo dire "Grazie!".

Auguri a tutti. Oggi è la vostra festa. 
La vostra...

...Non quella di chi produce prodotti fasulli o inutili, inquinanti o dannosi. Non quella di chi lavora in posti che inquinano, a cui non sanno dire di no per paura. Non quella di chi rinuncia a estrarre dall'inerzia i propri talenti, e per tutta la vita non fa nulla con le doti che ha. Non quella di chi ruba senza dare in cambio. Non quella di chi predica bene e razzola male. Non quella di chi prende e basta, senza mai sentirsi a disagio perché non dà. Non quella di chi manifesta e si accalora per idee che non sa impiegare nella sua vita ogni giorno. Non quella di chi non cambia abitudini se non per interesse. Non quella di chi non è abbastanza sereno da dire "bravo" a chi lo merita, o "somaro" a se tesso, quando lo merita. Non quella di chi si racconta ogni giorno che va bene così, che c'è bisogno di lui anche se fa qualcosa di riprovevole, invece di provare a cambiare per rendere il mondo migliore. Non quella di chi lavora direttamente o indirettamente alla fabbrica delle armi, alla fabbrica dell'inquinamento, alla fabbrica della fuffa. Non di chi non collega i propri sogni alle proprie mani, e non lavora come il fabbro, il falegname o il carpentiere o l'impiegato che ho citati sopra e 
che, invece, una volta ancora, ringrazio.

 

 

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