In questo sito utilizziamo cookies propri e di terze parti per migliorare la navigazione e poter offrire contenuti e messaggi pubblicitari personalizzati. Continuando la navigazione accetti l'utilizzo dei cookies da parte nostra. Nelle impostazioni del tuo browser puoi modificare le opzioni di utilizzo dei cookie. (Informativa)
Martedì 25 ottobre è iniziato un processo i cui imputati sono due attivisti finlandesi che hanno ammesso pubblicamente di aver filmato una parte di materiale negli allevamenti intensivi di suini per denunciare le terribili condizioni di detenzione di questi animali. Tra due settimane il verdetto. Mentre questi ragazzi rischiano di essere puniti pesantemente, nessun allevatore pagherà per il maltrattamento degli animali.
Nel 2009 Karry Hedberg e Saila Kivelä sono entrati in 30 allevamenti di maiali del loro paese, senza arrecare danni alle industrie, senza forzare nessun cancello, le porte degli allevamenti erano aperte. Sono entrati semplicemente per documentare quanto avevano già visto due anni prima quando si erano introdotti in più di 60 allevamenti quasi tutti di suini. I contadini non hanno notato la loro presenza fino al momento in cui l'inchiesta non è stata pubblicata.
Dopo due anni, martedì scorso è iniziato il processo. I due ragazzi hanno ammesso pubblicamente di aver girato una buona parte del materiale per documentare le condizioni dei suini negli allevamenti intensivi. Nel video possiamo vedere maiali che muoiono agonizzanti, maiali con ulcere, con tumori, in piccoli spazi angusti, senza nessun arricchimento ambientale, senza paglia, costretti a vivere tra le proprie feci.
Saila commenta un frame del video: “Ricordo in particolare una scrofa nella sua gabbia da gestazione con una enorme piaga da decupito sul fianco. I maialini attorno le mordevano la ferita infiammata. Lei non poteva allontarli. In Finlandia le gabbie da gestazione sono davvero anguste e le scrofe non possono neanche girare su se stesse, non possono prendersi cura dei piccoli, possono solamente sdraiarsi”.
Mentre Karry e Saila sono trattati come criminali dalla giustizia finlandese solo per aver documentato e reso pubblico quello che avviene giornalmente nella maggior parte degli allevamenti intensivi di suini, gli allevatori sono difesi dalle autorità, non sono accusati di maltrattamento verso gli animali e non pagheranno nessuna sanzione. Il pubblico ministero chiede la pena detentiva per Karry Hedber, la sospensione condizionale della pena per Saila Kivelä e un risarcimento danni per diffamazione pari a 180.000 euro.
Come se non bastasse altri due attivisti dell'associazione Oikeutta Eläimille sono accusati per diffamazione aggravata. Il pubblico ministero dichiara che questa associazione nel suo sito internet ha pubblicato i video e le foto ottenute illegalmente. Probabilmente per la giustizia finlandese girare un video di denuncia è un azione criminosa mentre non considera tale il maltrattamento degli animali.
Tra circa due settimane il verdetto. Se volete mettervi in contatto con loro potete scrivere a info@oikeuttaelaimille.net mentre se volete sostenerli fate girare questa notizia in modo da far conoscere anche in Italia la loro storia e condividete il loro video. Nella loro pagina web possiamo vedere i filmati di ogni singola azienda e possiamo visualizzare le fotografie scattate all'interno degli allevamenti di suini.
Commenti
Solidarietà agli animalisti finlandesi che hanno denunciato quanto accade negli allevamenti... Bisogna far sapere quanto accade ai nostri fratelli animali, denunciare e cambiare la realtà!
Basta cadaveri nei piatti... diventa vegetariano o ancora meglio vegano!
UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)
www.unacremona.it
UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali), 03-11-2011 08:03
Lascia un commento
Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.
Commenti