Venerdì 29 aprile 2011 si celebra il 'Save The Frogs Day': in tutto il mondo si possono organizzare corsi di formazione e progettare azioni di conservazione degli anfibi nel tentativo di aumentare la consapevolezza riguardo l'allarmante estinzione di queste specie. Altra iniziativa, italiana, è il 'Progetto Rospi' ideato dall'erpetologo Vincenzo Ferri: tutti gli amanti di questi animali possono aiutarli ad attraversare le strade nei momenti e nei siti di maggior afflusso.
Gli anfibi sono senza dubbio gli animali più a rischio del pianeta. Negli ultimi decenni stiamo assistendo al declino delle popolazioni: 6.485 specie sono sull'orlo dell'estinzione e dal 1980 più di 200 sono completamente scomparse.
Nonostante i dati siano allarmanti e il fenomeno sia evidente, facciamo troppo poco per preservare questi animali. L'opinione pubblica sembra essere indifferente alla rapida scomparsa degli anfibi. Essendo esteticamente meno 'fotogenici' di altri animali a rischio estinzione quali tigri, orsi, panda sono senza dubbio meno amati dei loro compagni di sventura.
Basandosi superficialmente su canoni estetici si rischia però di non conoscere affatto questi preziosi animali e di incentivare il fenomeno della progressiva riduzione degli anfibi che prosegue inesorabilmente e velocemente in tutto il mondo.
Quanti di noi sanno che le rane sono parte integrante della catena alimentare? I girini alimentandosi di alghe tengono puliti i corsi d'acqua. Le rane adulte mangiano grandi quantità di quei fastidiosi insetti che nelle notti estive disturbano i nostri sonni e che sono soprattutto vettori di malattie mortali per l'uomo, quali la malaria. Le rane stesse sono un'importante fonte di cibo per diversi predatori tra cui pesci, serpenti, uccelli e perfino scimmie. La scomparsa delle rane comprometterebbe l'intero ecosistema.
Quanti di noi sanno che le rane sono bioindicatori della qualità degli ambienti fluviali e terresti? La loro pelle è permeabile e può assorbire facilmente ogni sostanza chimica; per questa ragione sono considerate degli indicatori precisi dello stato di salute degli ambienti nei quali vivono e se sono fortemente inquinati difficilmente sopravvivono.
Anche se tutto il mondo sembra assorbito da tante altre importanti campagne ambientali e animaliste di ogni genere, fortunatamente, c'è qualcuno che grida forte e lancia un grande appello per fermare questa morìa!
Save the Frogs, è la prima e unica associazione americana non profit che si dedica esclusivamente alla conservazione degli anfibi. Il suo team internazionale è formato da scienziati, educatori, politici e naturalisti che lavorano sinergicamente per proteggere tutte le specie di anfibi del mondo e per il terzo anno consecutivo lanciano il Save The Frogs Day.
In questa giornata a Washington si terrà una grande manifestazione indetta dall'organizzazione. Ma l'aspetto interessante di questo importante progetto è quello di coinvolgere tutto il mondo. Chiunque può unirsi a questo evento organizzando nella propria città una campagna di sensibilizzazione per contribuire agli sforzi di conservazione degli anfibi.
Scienziati, educatori, studenti, attivisti, aziende, musicisti: siete chiamati all'appello! Tutti possono apportare un valido contributo.
Se sei un insegnante puoi organizzare in questa giornata un corso per coinvolgere i tuoi studenti e informarli sulla reale situazione degli anfibi, creare insieme a loro un piano di protezione di queste specie, sensibilizzarli sulle principali minacce. Se sei uno studente, invece, puoi parlare con i tuoi insegnanti, informandoli dell'esistenza di questa iniziativa e chiedendo loro di istituire nei corridoi della tua scuola il Save the Frogs Day.
L'associazione può fornirti i materiali informativi. Stampa questo volantino e consegnalo al dirigente scolastico! Inoltre, se sai che nella tua scuola o nella tua università, le rane vengono ancora sezionate, richiedi al tuo docente di biologia di acquistare il programma The Digital Frog, un programma interattivo indispensabile per imparare la biologia. Attraverso moduli di insegnamento, full motion video, fotografie a colori, narrazioni e animazioni dettagliate (anche in 3D) il software evidenzia le diversità tra l'anatomia umana e l'anatomia di una rana. Gli esperimenti sugli animali sono inutili e immorali.
Questi sono alcuni esempi di cosa si potrebbe organizzare nella giornata mondiale della rana, ma se vi collegate al sito potrete scoprire tutte le varie iniziative proposte dall'associazione per partecipare attivamente: concerti di beneficenza, conferenze tenute da scienziati, tavoli informativi. Chiunque tu sia, qualunque sia la tua età, la tua formazione o la tua estrazione sociale, sappi che puoi contribuire a salvare gli anfibi nel mondo!
Altra iniziativa non meno importante che si svolge sul territorio nazionale italiano è il Progetto Rospi, attivato e promosso dal 1990 dall'erpetologo Vincenzo Ferri e gestito dal 1997 dal Centro Studi Arcadia (info@centrostudiarcadia.it).
Il progetto coinvolge gruppi di volontari guidati da biologi e specialisti che aiutano gli anfibi ad attraversare le strade nelle serate e nelle zone umide d'Italia prima della primavera. Lo spostamento riproduttivo avviene soprattutto a fine febbraio e per tutto il mese di marzo durante il crepuscolo o nelle ore notturne; in questo periodo i rospi si spostano dai siti di alimentazione e svernamento per raggiungere i siti di riproduzione, gli stagni riempiti dalle acque del disgelo.
Sono animali che si muovono goffamente e hanno un incedere lento; molti automobilisti, sia a causa dell'oscurità sia a causa dell'indifferenza mostrata verso questi buffi animali, li travolgono schiacciandoli con le loro automobili. Grazie a questo progetto ogni anno più di un milione di anfibi altrimenti condannati riescono ad attraversare le strade e a riprodursi.
Nelle zone interessate vengono posizionate barriere di contenimento momentanee o vengono creati condotti sottostradali per facilitare gli spostamenti degli anfibi. Nel 1992 le località di salvataggio erano solamente due e i volontari non arrivavano a cinquanta. Attualmente le località coinvolte sono 58 in 10 Regioni e 22 province e i volontari sono diventati circa 3.500.
I dati appena forniti sottolineano l'aumento progressivo dei siti di salvataggio e il crescente numero di volontari coinvolti e dimostrano la validità di questo progetto che potrà sopravvivere ed espandersi maggiormente grazie anche alla collaborazione delle amministrazioni locali competenti le quali devono emanare per tempo ordinanze per limitare la velocità delle automobili, autorizzare il posizionamento dei cartelli autostradali o segnalazioni a luce intermittente nei siti interessati e destinare fondi per la costruzione di barriere fisse e tunnel.
Dopo il Progetto Rospi sono seguite altre iniziative italiane: la Notte dei Rospi, il progetto Bufo bufo, il Progetto Anfibi Abruzzo, il Progetto Piccola Fauna Marche, il Progetto Lac Veneto; tutti sono linkabili sul sito del Centro Studi Arcadia attraverso l'elenco delle località.
Gli anfibi hanno un disperato bisogno del nostro aiuto. Le principali cause concomitanti che stanno provocando la loro ecatombe sono conseguenza di interventi dell'uomo: riduzione delle aree umide, distruzione degli habitat, malattie infettive, pesticidi, cambiamenti climatici, specie invasive, aumento delle radiazioni UV, commercio di coscie di rana per scopo alimentare.
Tra le malattie infettive che colpiscono gli anfibi, diversi studi hanno dimostrato che la chitridiomicosi è in termini di effetti sulla biodiversità una delle peggiori malattie nella storia. La chitridiomicosi è una malattia della pelle, potenzialmente letale, causata da un fungo ed è stata rilevata in almeno 287 specie di anfibi provenienti da 36 paesi. Ha causato la diminuzione degli anfibi in Australia, Nord America, America Centrale, Nuova Zelanda, Africa, Europa ed è responsabile dell'estinzione di oltre 100 specie dal 1970.
La trasmissione avviene perché ogni anno milioni di anfibi di tutto il mondo vengono trasportati dagli uomini per essere venduti come animali da compagnia o per scopi alimentari. Di conseguenza un esemplare malato volutamente abbandonato potrebbe trasmettere la malattia ad un esemplare autoctono che non ha sviluppato difese contro il nuovo agente patogeno, innescando un'epidemia in grado di mettere a rischio la sopravvivenza della specie.
Inoltre, merita di essere menzionata l'atrazina, uno degli erbicidi più usati al mondo e che in Italia è vietata dal 1992. L'atrazina causerebbe il cambiamento di sesso delle rane maschio che vengono a contatto con essa. Praticamente questo erbicida provoca un'inversione nello sviluppo evolutivo delle rane trasformandole da esemplari maschi in esemplari femmine in grado di accoppiarsi e deporre uova. Negli ultimi anni è stato anche dimostrato che l'atrazina può alterare i sistemi ormonali anche di altri animali come pesci, topi, uccelli e può provocare seri danni anche alla salute degli esseri umani.
Save the Frogs ha lanciato una petizione on-line con lo scopo di raccogliere almeno 100.000 firme che saranno consegnate a Lisa Jackson direttrice della Us Environmental Protection Agency per vietare questo pericoloso erbicida.
Infine, tra le cause che provocano l'estinzione delle rane abbiamo menzionato la cattura indiscriminata a scopi alimentari. Il commercio annuale è cresciuto paurosamente negli ultimi due decenni e siamo passati dai 200 milioni di rane consumate ogni anno a 1miliardo. Le cosce di rana sono inserite non solo nei menù dei più noti ristoranti mondiali, ma oramai fanno parte dei piatti comuni delle mense scolastiche europee, dei comuni ristoranti asiatici oppure si possono acquistare nei grandi supermercati.
Quindi è preferibile, per non incentivare questo commercio, boicottare i ristoranti che nei loro menù hanno inserito questa portata, parlare con il direttore della mensa o del supermercato per cercare di sensibilizzarlo sull'argomento e sperare di convincerlo ad eliminare le cosce di rana dal proprio esercizio commerciale.
Possiamo e dobbiamo fare molto per arrestare l'estinzione degli anfibi, dei rospi e delle rane!
Chi ha avuto la fortuna di assistere allo spettacolo di miriadi di esserini saltellanti che si affrettano ad entrare nell'acqua all'avvicinarsi di un pericolo non può non provare un' enorme nostalgia e un immenso vuoto davanti ad uno stagno privo di vita e movimento.