Nell'ambito della definizione del budget UE per il periodo 2014-2020, la Commissione europea ha proposto di aumentare del 52% i fondi per lo strumento finanziario per l'ambiente 'LIFE' e di istituire un sottoprogramma specifico per la lotta contro il cambiamento climatico. Ma si potrebbe fare di più.
Istituito nel 1992, il programma LIFE rappresenta uno degli strumenti più efficaci nel quadro dei finanziamenti ambientali comunitari.
Noto per il supporto finanziario alle misure di conservazione delle biodiversità, al programma si devono, tra gli altri, interventi di ripristino di superfici boschive in Irlanda, l'introduzione di tecnologie per il trattamento delle acque reflue industriali in Italia, la decontaminazione da fosfato di diversi laghi in Polonia e un progetto per la riduzione dell'inquinamento acustico nei porti costieri dell'Olanda.
Dalla sua nascita ad oggi, tuttavia, la Commissione europea ha effettuato una serie di valutazioni che ne hanno messo in luce alcuni punti di debolezza. Così, nel mezzo del dibattito sulla dimensione e l'articolazione del budget UE per il prossimo settennato, Bruxelles ha proposto di riformare LIFE, attribuendogli più fondi e definendo meglio i suoi obiettivi.
Innanzitutto, la proposta porta le risorse del programma a 3,2 miliardi di euro, rispetto agli attuali 2,1 miliardi assegnati al pacchetto in scadenza nel 2013.
Anziché prevedere un unico grande contenitore che finanzi i progetti più disparati, inoltre, LIFE 2014-2020 sarebbe articolato in due sotto-programmi, con uno specifico stanziamento, da 800 milioni di euro, per l'azione climatica.
In pratica si avrebbero un sub-programma Ambiente - a sua volta articolato in azioni per l'efficienza nell'uso delle risorse, per la tutela della biodiversità e per la governance ambientale - e un sub-programma Clima, diretto alla mitigazione dei cambiamenti climatici, all'adattamento e a promuovere azioni di informazione e sensibilizzazione.
L'idea della Commissione è anche quella di adottare, per ogni area prioritaria e in consultazione con gli Stati membri, dei programmi pluriennali di lavoro e di mobilitare per la loro attuazione risorse che fanno capo ad altri strumenti di finanziamento comunitari.
Si avrebbero così dei progetti integrati, che realizzano su scala territoriale delle strategie ambientali o climatiche coinvolgendo diversi attori del sistema economico. Una strada potrebbe essere, ad esempio, quella di integrare le politiche agricole, tramite i fondi europei per lo sviluppo rurale, con i progetti e i fondi LIFE, per attuare piani d'azione ambientale comuni.
Nonostante gli sforzi per migliorare il funzionamento di LIFE, la proposta della Commissione non convince molte associazioni ambientaliste europee, che la giudicano troppo timida rispetto alle urgenze da affrontare.
BirdLife Europe, ad esempio, aveva chiesto di portare la dotazione del programma a 10 miliardi di euro, cioè l'1 per cento del budget comunitario, riconoscendo che si tratta di un sistema di grande successo e in grado di generare benefici molto superiori al valore degli investimenti effettuati, soprattutto per quanto riguarda le misure di conservazione.
Scettico anche il WWF. Andreas Baumüller, dell'ufficio Politiche europee, ha sottolineato come in realtà i 3,2 miliardi promessi rappresentino solo lo 0,3% del bilancio complessivo dell'Unione, una proporzione davvero insignificante se si considera l'enormità della posta in gioco.
Prima di diventare operativa, la proposta dell'esecutivo dovrà essere approvata dal Parlamento e dal Consiglio UE. Dagli eurodeputati potrebbe arrivare una spinta per incrementare i fondi LIFE, ma difficilmente gli Stati membri saranno disposti ad accordare nuove risorse per l'ambiente.
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