di
Claudia Bruno
13-06-2011
A un passo dalla chiusura delle urne scoppia la querelle sui voti degli italiani all'estero. Per il quesito nucleare il 50 per cento più uno di affluenza potrebbe non bastare, per stare tranquilli sulla validità del risultato referendario servirebbe superare il 54 per cento. Intanto, le proiezioni sull'affluenza non lasciano spazio a dubbi: si parla del raggiungimento del 55 per cento. L'Idv è più prudente: "Non ci sono certezze. Andate a votare!"
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Dopo la chiusura di ieri sera alle 22.00 con il 41 per cento di affluenza alle urne, l’obiettivo di raggiungere un quorum del 50 per cento più uno è sempre più vicino. Stamattina in tutta Italia i seggi elettorali hanno riaperto alle 7.00 e resteranno attivi fino alle 15.00, ora ultima per esprimere il proprio voto sui quattro quesiti referendari.
Alle 22 di ieri, il quesito sul servizio pubblico dell'acqua aveva raggiunto il 41,14 per cento; quello sulla tariffa del servizio idrico il 41,14 per cento; quello sul nucleare il 41,11 per cento; quello sul legittimo impedimento il 41,10 per cento.
Nelle ultime ore, via mail e su Facebook si è fatta più serrata l’operazione “batti-quorum”, il tam-tam di inviti e appelli al voto, rivolto agli elettori ‘indecisi’ che ancora non si sono recati alle urne. Anche perché, come in ogni consultazione referendaria, la questione del quorum è essenziale per il risultato finale dei referendum. Questi, nel nostro Paese, dal 1995 non hanno più raggiunto la soglia minima del 50% più uno degli elettori.
Intanto, a un passo dal verdetto finale, arriva quello che è stato definito il “rebus” del voto degli italiani all’estero. Oltre 3 milioni di connazionali residenti all’estero nelle scorse settimane hanno ricevuto le quattro schede dei referendum 2011 e hanno votato entro il 2 giugno. Nel frattempo, però, il quesito sul nucleare – corrispondente alla scheda grigia – è stato riformulato dalla Cassazione dopo l'approvazione del decreto Omnibus in Parlamento.
Che fare allora a chiusura dei seggi in Italia? Conteggiare comunque i voti dei residenti all’estero, nonostante siano cambiate le disposizioni da abrogare; annullare i voti all’estero ma includere gli oltre 3 milioni di connazionali nel quorum da raggiungere (alzando quindi l’obiettivo); oppure annullare i voti ed escludere i 3 milioni dal quorum finale?
Il Ministero degli Interni ha già comunicato la propria interpretazione: il conteggio andrà fatto sul totale dei votanti in Italia e all’estero, quindi per la validità dei referendum serviranno 25.209.425 elettori. Una interpretazione che sta stretta a Pd e Idv, che continuano a contestare che il quorum va calcolato su base nazionale e quindi per validare i referendum deve bastare che votino 23.559.000 elettori.
Il raggiungimento del 50 per cento più uno, insomma, per il quesito sul nucleare potrebbe non bastare, e segnare l'inizio di una querelle di giorni il cui risultato finale dipenderà esclusivamente dalla decisione dell’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione, che si riunirà il 16 giugno - dovendo a quel punto esaminare anche i ricorsi sul quorum già depositati e quelli che saranno presentati in questi giorni. Il rischio è quello che l’interpretazione dei voti all’estero diventi uno strumento politico per manovrare il risultato dei referendum.
Meglio allora, se invece del 50 per cento più uno si sposta l’obiettivo al superamento del 54 per cento, spiegano gli statisti. In tal modo se già sul territorio nazionale l’affluenza sarebbe questa il voto degli italiani all’estero diventerebbe ininfluente per il raggiungimento del quorum. Ma quanto è probabile che si raggiunga un’affluenza così alta? Abbastanza, spiegano gli esperti di previsioni elettorali. "La proiezione finale calcolata sulla base di questa affluenza ci consegna un dato già sopra il 55% al netto del voto all'estero, ma non mi sorprenderei se il dato fosse anche piu' alto" spiega all’AGI Luigi Crespi, direttore dell'istituto demoscopico Crespi Ricerche. Lo stesso Ministro Maroni ha annunciato poco fa che le proiezioni confermano che il quorum sarà raggiunto.
"Comunque è meglio andare a votare - dice Stefano Pedica, dell'Italia dei Valori -. Non sappiamo quali notizie in anteprima abbia chi ritiene che il quorum sia stato raggiunto, ma ricordiamo che le urne sono aperte fino alle 15 e per questo invitiamo i cittadini che ancora non lo avessero fatto ad andare a votare".
Accanto a quella del voto degli italiani all’estero, intanto spunta un’altra questione, denunciata dal Comitato referendario '2 Sì per l’acqua bene comune' che nelle scorse settimane si è fatto promotore dell’iniziativa ‘Vota fuori sede’ per consentire ai non residenti in un comune di poter votare in quel comune iscrivendosi alle liste dei promotori del referendum. “Da molte parti d'Italia - spiega il comitato – ci arrivano segnalazioni di rappresentanti di lista del comitato referendario 2 Sì per l'acqua bene comune a cui si impedisce di votare nel seggio dove sono stati accreditati. Riteniamo inaccettabile negare il diritto al voto a chi si impegna per il regolare svolgimento della consultazione. Ricordiamo ai presidenti di seggio che negare il voto a un cittadino che ne ha diritto configura un reato penale e stiamo attivando i nostri legali per procedere in tal senso. Invitiamo tutti i rappresentanti di lista che non hanno potuto votare di recarsi di nuovo ai seggi questa sera o domani per esigere il riconoscimento del loro diritto”.
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