di
Alessandra Profilio
26-10-2011
Centinaia di persone in rappresentanza di ambientalisti, agricoltori e organizzazioni protestano oggi contro i brevetti sul cibo. Avviene a Monaco di Baviera, davanti alla sede dell'Ufficio brevetti dell'Unione europea (Epo) che ha annunciato che il brevetto sui broccoli non sarà revocato.
"No ai brevetti!". Centinaia di persone in rappresentanza di ambientalisti, agricoltori e organizzazioni di sviluppo protestano oggi a Monaco di Baviera davanti alla sede dell'Ufficio brevetti dell'Unione europea (Epo) che ha annunciato che il brevetto sui broccoli non sarà revocato.
Qualche giorno fa, infatti, l'Epo ha annullato un'udienza pubblica prevista per oggi, 26 ottobre, sul controverso caso del brevetto sui broccoli. Si tratta del brevetto EP1069819, concesso per una varietà vegetale di broccolo ottenuta con metodi di incrocio tradizionali, limitando pertanto la possibilità per i selezionatori di sviluppare nuove varietà e accentuando la concentrazione del mercato sementiero.
Come riferisce Peace Reporter, nel 2002 la Plant Bioscience Ltd di Norfolk ha ottenuto il brevetto per la coltivazione di broccoli che, secondo la società britannica, avrebbero proprietà benefiche nella lotta contro il cancro.
Nel 2003 il colosso svizzero del settore agroalimentare Syngenta ha presentato ricorso all'Ufficio brevetti dell'Unione europea sostenendo che era stato apposto un brevetto su un tipo di coltivazione convenzionale e nelle procedure registrate dalla Plant Bioscience non era riscontrabile nessuna opera 'intellettuale' di ricerca o invenzione era rinvenibile.
La decisione dell'Epo di annullare l'udienza fa seguito alla richiesta, da parte dell’azienda Syngenta, di annullare il ricorso presentato contro lo stesso brevetto.
“Chiediamo che i governi europei e il ministro tedesco per l'agricoltura ed i colleghi europei preparino un'azione legale contro il brevetto”, ha affermato Christoph Then esperto di brevetti per Greenpeace e uno dei rappresentanti della coalizione di No ai brevetti sulle sementi. “Questo è l'unico modo per proteggere gli interessi dei consumatori, degli agricoltori e degli allevatori”.
“L'aumento continuo dei prezzi del cibo non deve essere ulteriormente alimentato dal monopolio dei brevetti”, ha affermato Francois Meienberg dalla Dichiarazione di Berna (Svizzera).
Secondo Then, i brevetti sui prodotti della natura comportano degli effetti devastanti per i coltivatori che non potranno utilizzare le piante brevettate senza pagare una royalty al detentore del brevetto. Ciò si traduce in un aumento del prezzo per il produttore e per il consumatore nonché nella fine dell'attività delle piccole e medie imprese agricole.
“Bisogna alzare la voce e difendere il cibo, un bene primario per la vita”, ha concluso Then che ha promosso una petizione da presentare al Parlamento europeo già sottoscritta da centinaia di organizzazioni non governative e migliaia di cittadini.
“L’Ufficio Europeo dei Brevetti (European Patent Office – Epo) ormai non brevetta solo invenzioni industriali, ma anche cavoli, pomodori, meloni e altri vegetali dalle particolari caratteristiche, che da beni comuni diventano proprietà di imprese multinazionali, come Monsanto e Bayer”.
È quanto si legge in un comunicato stampa della Campagna SBLOCCHIAMOLI: Cibo, salute e saperi senza brevetti che, proprio per queste ragioni, aderisce alla protesta organizzata oggi in Germania dalla rete internazionale No Patents on Seeds, per chiedere ai politici europei un’autorità di controllo indipendente sull’Epo e regolamenti efficaci contro i brevetti su piante e animali.
“L'Epo sta andando oltre il proprio mandato riconoscendo dei brevetti che non sono ammessi dalla stessa Unione Europea”, ha spiegato Riccardo Bocci, rappresentante della Rete Semi Rurali e consulente della Campagna SBLOCCHIAMOLI. “Secondo una direttiva europea le varietà vegetali, come il pomodoro sammarzano, non si possono brevettare – ha affermato Bocci - invece ciò sta accadendo”.
Nel solo 2010 secondo uno studio della rete No patents on seeds sono state registrate dall’Epo oltre 200 specie vegetali - sia geneticamente modificate che riprodotte con metodi convenzionali – sebbene la Convenzione Europea dei Brevetti vieti espressamente i brevetti concessi su piante “riprodotte con metodi essenzialmente biologici”.
Facendo riferimento ai danni di questi brevetti sui consumatori, Bocci ha fatto l'esempio dell' Inghilterra dove il broccolo Monsanto viene venduto negli scaffali, tra i prodotti naturali ma a prezzi più alti. Ed effetti più pericolosi potrebbero aversi in futuro: “Nei tempi lunghi le conseguenze saranno la riduzione dell'innovazione e della ricerca, mentre quello che noi mangeremo lo decideranno poche ditte multinazionali. La ricerca pubblica in questo ambito rischia di scomparire perché non ha i mezzi per competere”.