di
Giulio Marotta
12-01-2012
Per ottenere aumenti delle vendite, alcuni spot pubblicitari enfatizzano illegittimamente i benefici per la salute che possono derivare dal consumo di determinati prodotti. Come può il consumatore difendersi dalla pubblicità ingannevole?
A proposito del rapporto che intercorre tra salute e corretta alimentazione, vogliamo accennare ad un aspetto particolare, quello della pubblicità di alcuni prodotti alimentari. Si sa, la pubblicità è finalizzata ad aumentare i profitti e una sana diffidenza nei confronti dei messaggi promozionali è sempre necessaria.
Però ci sono oggi tecniche di comunicazione nel settore della alimentazione sempre più sofisticate, volte a convincere le persone non solo della 'bontà' del prodotto ma anche della sua efficacia a risolvere determinate patologie: questa 'strategia' ha consentito a molte aziende di ottenere significativi aumenti delle vendite, convincendo tante persone ad acquistare un prodotto alimentare che 'fa bene alla salute'.
A livello europeo è stata definita una procedura per verificare la legittimità dei claim utilizzati dai produttori negli spot pubblicitari e sulle etichette; l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha completato il proprio lavoro, che adesso dovrà essere recepito dalla Commissione europea; le conclusioni dell’EFSA sono state comunque utilizzate dall’Autorità garante per la concorrenza (Antitrust) per sanzionare diverse aziende le cui affermazioni sull’efficacia salutistica dei loro prodotti non erano supportate da studi scientifici adeguati.
Facciamo l’esempio dei Betaglucani, cioè di quelle fibre di cereali solubili presenti, ad esempio, nell’orzo. Lo scorso anno, l’Antitrust ha giudicato ingannevole la pubblicità della PastaRiso Scotti perché si affermava in modo perentorio che tali sostanze aiutavano a “ridurre il colesterolo”, senza dare adeguato risalto alle condizioni necessarie per ottenere questo beneficio (dovrebbe essere consumata una quantità di almeno 3 grammi giornalieri di betaglucani d’orzo, corrispondenti a 220 grammi di pasta). E di recente la stessa sorte è toccata alla Pasta Colavita perché sulle confezioni si diceva che i Betaglucani aiutavano anche a “regolarizzare l’attività intestinale” e a “contenere la glicemia”.
Analogo discorso si può fare per i Fitosteroli, sostanze grasse di origine vegetale presenti principalmente in oli vegetali e frutta secca. L’Antitrust ha sanzionato la pubblicità dello yogurt Danacol della Danone e la linea Misura della Colussi perché si enfatizzavano illegittimamente gli effetti di riduzione del colesterolo.
Al di là dell’esito dei ricorsi presentati da alcune di queste società (sul sito di Assoutenti è possibile avere tempestivamente notizia sulle decisioni assunte dai giudici amministrativi), si può trarre una prima conclusione: quando vedete messaggi pubblicitari che sottolineano gli effetti positivi per la salute di un biscotto o di una bevanda, chiedete consiglio al vostro medico o a un nutrizionista di fiducia; questi prodotti potrebbero essere anche 'buoni', ma non garantire i risultati promessi. Segnalate all’Antitrust questi casi di pubblicità ingannevole, telefonando al numero verde dell’Autorità (800166661) o compilando via internet il modulo predisposto per questo tipo di denunce.
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