Secondo le ultime stime dell'Unicef sono circa 40.000 i ragazzi e le ragazze minorenni impegnati nelle miniere del sud della Repubblica democratica del Congo. Molti di loro lavorano nelle miniere di cobalto, prezioso minerale utilizzato per la produzione di batterie ricaricabili utilizzate per i nostri cellulari, tablet, computer e altri dispositivi elettronici.
Condizioni estreme
«Questi bambini lavorano in condizioni estreme, alcuni di loro più di dodici ore al giorno, senza alcuna protezione e percependo salari da fame - denuncia Amnesty International che ha lanciato un appello e una raccolta firme per fermare questa barbarie - Si ammalano prima e più dei loro coetanei. Rischiano ogni giorno incidenti sul lavoro a causa di carichi troppo pesanti fino alla morte a causa dei frequenti crolli nelle grotte artigianali. Spesso sono picchiati e maltrattati dalle guardie della sicurezza se oltrepassano i confini della miniera. Alcuni di loro lavorano dopo aver frequentato la scuola, altri hanno per necessità abbandonato i libri. Chiediamo al Governo della Repubblica democratica del Congo di fermare ora questa barbarie e di mettere in atto tutte le misure per affrontare la salute dei bambini, i loro bisogni fisici, educativi, economici e psicologici».
I bambini hanno raccontato agli inviati di Amnesty le condizioni di terribile sfruttamento a cui sono sottoposti nelle miniere di cobalto.
Un lavoro disumano e senza protezioni
«La maggior parte di loro, sfruttata nelle miniere artigianali di cobalto, lavora fino a 12 ore al giorno - spiegano dall'associazione per i diritti umani - Scavano le miniere a mani nude e sono costretti a trasportare sacchi anche di 20 e 40 kg, spesso più pesanti di loro stessi. A parte i rischi immediati, il trasporto di carichi pesanti può avere gravi effetti a lungo termine, come deformazioni ossee e articolari, lesioni della colonna vertebrale, lesioni muscolari e muscolo-scheletriche. Oltre che in miniera, il lavoro si svolge anche a cielo aperto, indipendentemente dalle pioggia o dalle temperature elevate».
«La maggior parte dei bambini dichiara di guadagnare tra 1.000-2.000 franchi congolesi al giorno (1-2 euro). I bambini che hanno raccolto, ordinato, lavato, frantumato e trasportato minerali vengono pagati per ogni sacco di minerali dai commercianti. Non hanno modo di verificare indipendentemente il peso dei sacchi o il grado del minerale e, quindi, devono accettare ciò che gli operatori pagano».
Niente scuola e povertà
«I bambini che vanno a scuola lavorano dopo l’orario delle lezioni, durate il fine settimana e le festività. Altri bambini hanno invece dovuto abbandonare la scuola, dal momento che i loro genitori non hanno un impiego formale e non possono permettersi le tasse scolastiche - spiega ancora Amnesty - Il codice di protezione dei minori della RDC (2009), prevede la gratuità e l’obbligo di educazione primaria per tutti i bambini. Tuttavia, a causa della mancanza di finanziamenti adeguati da parte dello stato, la maggior parte delle scuole carica ancora i genitori di un importo mensile per coprire i costi, come gli stipendi degli insegnanti, le divise e il materiale didattico. A Kolwezi, lo staff delle Ong ha raccontato ai nostri ricercatori, che questa quantità varia tra 10 e 30.000 franchi congolesi (10-30euro) al mese, che è più di quanto molti possano permettersi».