Secondo l'ultimo rapporto europeo sulle emissioni automobilistiche, aumenta l’efficienza delle auto immesse sul mercato e diminuiscono i prezzi di vendita. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 al 2015 sembrerebbero a portata di mano, ma si tratta davvero della "soluzione" al problema dell'inquinamento atmosferico?
Nel 2010 in Europa sono state vendute auto più efficienti rispetto all’anno precedente, con un valore di emissioni medio di 140 grammi di CO2 per km percorso, il 4% in meno rispetto al 2009 e a prezzi più bassi. A renderlo noto è il rapporto How clean are Europe's cars appena pubblicato dal network europeo Transport&Environment, di cui le associazioni Amici della Terra, Terra! e Legambiente sono i partner italiani. Ai primi posti della classifica delle case automobilistiche più virtuose ci sono: Fiat, Toyota e Peugeot-Citroen rispettivamente con 126, 130 e 131 grammi di CO2 per km.
"Dal rapporto emerge un quadro in cui la tendenza è in netto contrasto rispetto allo scenario delineato in questi anni dall’industria dell’auto, secondo la quale gli obiettivi europei volti alla riduzione progressiva delle emissioni di CO2 avrebbero portato a costi di produzione insostenibili e dimostra, allo stesso tempo, come certe allarmanti previsioni siano strumentali a una richiesta di nuovi sussidi" spiegano le associazioni partner italiane in una nota.
Il rapporto confronta i prezzi medi di vendita delle auto in Europa rispetto alle ipotesi della Commissione Europea, che erano basate sui dati di costo forniti dalle case costruttrici. "A fronte di una previsione di aumento medio dei prezzi di vendita di 2.400 € (stima 2001) e 1.200 € (stima 2006) risulta, non solo che nel 2010 questi siano diminuiti del 2.5% rispetto al 2009, ma anche che tale trend si sia confermato negli anni con una diminuzione complessiva del 13% dal 2002 e con una riduzione annua media del 2,4% da quando gli obiettivi di efficienza vincolanti sono stati introdotti nella legislazione Europea" spiegano ancora Terra!, Amici della Terra e Legambiente.
"L'industria dell'auto ha opposto una forte resistenza all'introduzione di obiettivi vincolanti nella legislazione europea sull'efficienza delle auto, dicendo che avrebbe portato a costi insostenibili. A oggi, tuttavia, l'efficienza media delle auto vendute in Europa è aumentata e i prezzi di vendita in termini reali sono diminuiti. Inoltre, secondo il dossier di T&E, il trend di riduzione delle emissioni mostra che le case automobilistiche nel loro complesso riusciranno a raggiungere l’obiettivo comunitario di 130 gCO2/km per il 2015. L'Unione Europea non ha quindi alcun motivo di ascoltare le pressioni delle case automobilistiche" dichiarano le tre associazioni. "Chiediamo anzi che a Bruxelles si prosegua nell’individuazione di misure stringenti ed efficaci per il taglio delle emissioni, in linea con gli obiettivi di 95 gCO2/km entro il 2020 e quelli di riduzione all'80-95% di anidride carbonica entro il 2050".
Le associazioni hanno analizzato nel dettaglio la classifica delle case automobilistiche per media di emissioni di CO2, basata sulle vendite del 2010, che conferma il primato di Fiat, Toyota e Peugeot-Citroen, sia come case costruttrici con la flotta più efficiente d'Europa, sia come vicinanza al raggiungimento dei target specifici (individuati in base al peso medio dei veicoli) fissati per il 2015. In termini assoluti, i tagli maggiori rispetto al 2009 sono stati fatti da Volvo (9%), che rimane tuttavia ben al di sopra della media Europea (140,3 gCO2/Km) con 157 gCO2/km e classificandosi al penultimo posto. In fondo alla classifica c’è la Daimler con 161 gCO2/Km.
Infine, le associazioni hanno analizzato i mercati degli Stati Membri, ed emerge come la Danimarca e il Portogallo (Paesi entrambi con tasse automobilistiche basate sulle emissioni di CO2) abbiano fatto un significativo salto in avanti in termini di riduzione delle emissioni (mediamente 127 gCO2/km), con -8,9% e -5% rispetto al 2009. Tra i mercati di dimensioni maggiori, anche Italia (133 gCO2/km) e Francia (131 ggCO2/km) si distinguono per l’efficienza delle flotte, pur registrando riduzioni % rispetto al 2009 più contenute (-2,4% e -2,5% rispettivamente).
Non si può dire lo stesso per la Germania che a fronte di quasi 3 milioni di auto immatricolate registra un valore delle emissioni medie della flotta pari a 151 gCO2/km (-1,8% rispetto al 2009). Il dato non sorprende, anche perché la Germania non si è mai allineata alla Direttiva Europea 1999/94/CE sulla pubblicità delle auto e l'informazione ai consumatori. A tal proposito è notizia recente che Berlino voglia introdurre una nuova e controversa norma per l’etichettatura delle auto, che consente di classificare come efficienti pesanti SUV con elevate emissioni, a discapito di veicoli effettivamente efficienti e di peso contenuto, con il rischio, tra l'altro, di una forte distorsione del mercato a favore proprio delle case costruttrici tedesche, storicamente orientate alla produzione di auto di grande cilindrata e peso e a discapito della concorrenza.
"L'analisi dei dati per paese, evidenzia invece che la scelta dei consumatori è sempre più orientata verso modelli a maggiore efficienza e a basse emissioni e, indirettamente, conferma l'importanza di una corretta informazione ai cittadini sulle prestazioni, anche ambientali, dei veicoli, per orientare al meglio le loro scelte di acquisto" concludono le associazioni.
Muoversi verso un mercato dell'automobile più sostenibile in termini di riduzione delle emissioni è senz'altro un passo significativo, tuttavia non si tratta la soluzione ottimale al problema dell'inquinamento atmosferico. Finché l'unico modello di mobilità resterà quello ancorato al consumo dell'auto privata e procapite, e non si avvieranno processi di transizione a una mobilità effettivamente sostenibile (car sharing, car pooling, condivisione di mezzi privati e potenziamento dell'efficienza del trasporto pubblico) si tratterà soltanto dell'ennesima versione della stessa storia.
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