Ravenna: maxi sequestro di falsa soia biologica

È stata sequestrata a Ravenna soia importata etichettata come biologica, ma con dei livelli di OGM superiori ai limiti consentiti. A sventare la maxi frode è stata la Guardia di Finanza. Il problema dell’import di alimenti bio riaccende la discussione sul sistema di certificazione.

Ravenna: maxi sequestro di falsa soia biologica
Oltre 1.700 tonnellate di soia certificata come biologica, ma con una presenza di OGM superiore ai livelli previsti dalla legge. È questo il quantitativo di merce che la Guardia di Finanza ha sequestrato pochi giorni fa nel porto di Ravenna. Un ennesimo attacco alla sicurezza alimentare e un nuovo episodio di frode commerciale. La soia, proveniente dall’Europa dell’est, era pronta per essere immessa sul mercato, destinata a grossisti per la vendita, eventualmente per la trasformazione o per l’alimentazione animale. Sono almeno una decina le persone indagate, con l’accusa di frode in commercio e truffa. I sequestri, compiuti in tutta Italia, si sono concentrati in particolare presso grossisti di Veneto e Lombardia. L’inchiesta è ancora in corso ma il numero degli indagati per il traffico dall’Est Europa, e in particolare dalla Romania, potrebbe aumentare ancora. L’efficacia dei controlli e la tempestività d’azione anche questa volta hanno impedito che arrivassero sul mercato alimenti contraffatti, garantendo la sicurezza dei consumatori. Un aspetto indubbiamente positivo, ma che da solo non basta a tutelare il settore del biologico, e quello italiano in particolare, dai continui attacchi di investitori senza scrupoli che rischiano di far calare sul settore un ombra di sfiducia da parte dei consumatori. Quello che occorre sottolineare è che anche in questa maxi frode non sono coinvolti i produttori italiani che rispettano i rigidi standard di produzione nel biologico. “La frode smascherata dalla Guardia di Finanzia di Ravenna – dichiara Triantafyllidis presidente di AIAB - ha messo in luce delle debolezze del sistema di certificazione. Innanzitutto il problema delle materie prime importate, che coinvolge in particolare i prodotti che confluiscono nelle filiere zootecniche, come soia e orzo, o nelle lunghe filiere di pastificazione e panificazione. Rinnoviamo pertanto l'invito a stringere le maglie dei controlli agroalimentari con particolare attenzione all'import”.

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