di
Andrea Degl'Innocenti
10-06-2011
Mancano appena due giorni all'apertura delle urne e l'Italia scende in piazza in occasione della chiusura della campagna referendaria, che avverrà stasera a mezzanotte. Poi un giorno di silenzio, il voto, e di nuovo cittadini in piazza per lo spoglio. Ecco come si vota
Manca poco, anzi pochissimo. Meno di due giorni all'apertura delle urne. Ed oggi, come previsto per legge, si chiude la campagna elettorale. Poi, a partire da mezzanotte, sarà silenzio fino a lunedì pomeriggio, quando, chiuse le urne, inizierà lo spoglio delle schede. Anche se, a dire il vero, qualche indicazione interessante la si potrà avere già da prima, fin dai primi dati di affluenza alle urne. Per questo motivo i comitati promotori invitano tutti a recarsi a votare nella mattinata di domenica, entro mezzogiorno, di modo che i primi rilevamenti sull'affluenza siano incoraggianti e diano un ulteriore spinta al raggiungimento del quorum.
Stasera, dicevamo, è l'ultima serata di campagna, e le iniziative non mancano. Sono oltre 150 gli eventi organizzati in tutta Italia. A Roma, in piazza del Popolo ci sarà il maxi-concerto 'Io voto' organizzato da Idv, cui parteciperanno 23 artisti fra cui Euguenio Finardi, Frankie Hi-Nrg, Claudio Santamaria, Piotta, Andrea Rivera, Enrico Capuano, Tetes De Bois, con contributi video di Ligabue e i Nomadi, fra gli altri. Il comitato promotore '2 Sì per l'Acqua Bene Comune' ha invece organizzato proprio questa mattina la conferenza stampa di chiusura della campagna referendaria in Piazza S.Maria in Trastevere, e a seguire una festa in piazza De Andrè (Magliana) alle 18.
Sempre questa mattina, gli attivisti di Greenpeace hanno effettuato un blitz in tre città d'Italia srotolando dei grandi striscioni dalla cima di tre dei più famosi monumenti italiani: Ponte Vecchio a Firenze, il Colosseo a Roma e il campanile di San Marco a Venezia. "Abbiamo voluto lanciare il nostro ultimo messaggio prima del Referendum da tre luoghi simbolo che uniscono tutto il Paese - ha spiegato Salvetore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace Italia -. Con il voto di domenica e lunedì gli italiani possono scegliere di affermare unitamente la loro volontà di dimenticare il nucleare ed aprire una nuova era di energie pulite"
Molti altri eventi, poi, si terranno nelle piccole piazze dei paesi, nei quartieri, nei municipi. In rispetto di quell'organizzazione decentrata e acentrica che ha caratterizzato i comitati nel loro percorso e che ha permesso una diffusione così capillare di questa nuova sensibilità sui beni comuni.
Una volta chiuse le urne, di nuovo tutti in piazza per il conteggio dei voti. L'appuntamento è a Piazza Bocca della Verità, dove il comitato per l'acqua allestiranno un piccolo palco, un maxischermo per seguire i risultati e un microfono aperto a tutti gli artisti e gli attivisti. Poi i votanti, ciascuno con la propria tessera elettorale timbrata, potranno godere delle offerte che spontaneamente, tanti commercianti e artisti hanno voluto promuovere per dare una mano al quorum.
In queste ultime ore concitate di campagna referendaria è il momento per alcune considerazioni finali. Abbiamo assistito in questi giorni a innumerevoli tentativi di boicottaggio dei referendum, ma anche ad una serie di azioni e dinamiche che rischiano, forse involontariamente, di danneggiarli. Dei primi abbiamo già parlato, occupiamoci delle seconde.
Con l'approssimarsi delle date referendarie hanno espresso le loro opinioni sul voto i grandi volti della politica nazionale, e ormai la questione dei referendum campeggia su tutte le maggiori testate nazionali. Questo, se da un lato contribuisce ad informare, dall'altro trasforma una questione legata a beni comuni indispensabili come l'acqua e l'energia in uno scontro politico fra fazioni.
In particolare si è assistito ad un tentativo di ridurre i referendum ad un voto pro o contro la figura del Presidente del Consiglio. Questo, se è accettabile per quanto rifuarda il quesito sul legittimo impedimento, è quanto di più falso si possa dire per il nucleare e soprattutto per l'acqua. La posta in gioco è di ben maggiore importanza. I cambiamenti proposti hanno una portata tale che ricondurli alla figura di Berlusconi sembra non solo riduttivo ma persino ridicolo.
Ad esempio la nuova idea di gestione del servizio idrico, pubblica e partecipata, promossa dal movimento per l'acqua prevede un vero e proprio ripensamento dei paradigmi sociali, e l'asserzione che non tutto può essere ritenuto una merce. Per questo ha suscitato tanto scalpore, soprattutto fra gli economisti, addottrinati a considerare tutto all'interno delle dinamiche di un'economia di mercato. In questo senso, i tentativi di screditare i referendum, anche quelli più in buona fede, assomigliano molto alle perplessità di chi cerchi di analizzare un mondo nuovo con i vecchi occhiali di sempre.
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