Le istituzioni devono rispondere alle richieste della società civile e prendere impegni concreti per la diffusione delle rinnovabili e per il rispetto dei beni pubblici. È quanto hanno affermato ieri il WWF e Legambiente in occasione del primo anniversario dei referendum su acqua e nucleare del 12 e 13 giugno 2011.
“Nonostante l’osteggiamento del governo e il boicottaggio sistematico di gran parte dei media tradizionali, un anno fa in Italia succedeva una cosa bellissima: 27 milioni di persone di diverso orientamento politico e culturale si sono recate alle urne per esprimere democraticamente la loro volontà rispetto a due temi fondamentali: l’acqua e il nucleare.
A 12 mesi di distanza, ci fa piacere ricordare questo evento, con la consapevolezza che pure quel risultato così eclatante, che ha liberato l'Italia dall’atomo e rilanciato l’acqua bene pubblico, non ha determinato una scelta univoca e lungimirante della politica delle risorse ambientali nel nostro Paese. Sull’acqua sono ancora troppo insistenti i tentativi di privatizzazione.
Mentre il Governo sta osteggiando lo sviluppo delle fonti rinnovabili con l’introduzione di norme complesse, regole incerte, continue ipotesi di revoca degli incentivi, che confondono lo scenario e scoraggiano gli investimenti”. È quanto ha dichiarato ieri Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, in occasione del primo anniversario dei referendum su acqua e nucleare del giugno 2011.
“Al successo del referendum sul nucleare, un anno fa, contribuì in modo significativo, il terribile incidente alla centrale nucleare di Fukushima che sembrò decretare lo stop alla costruzione di nuove centrali in quasi tutto il mondo - ha concluso Cogliati Dezza -. Vorrei quindi esprimere oggi la nostra solidarietà alle vittime di quel drammatico incidente e a tutto il popolo giapponese, oggi di nuovo minacciato dall’ipotesi di riattivazione di due delle centrali chiuse a seguito del disastro nucleare”.
Nel giorno del primo anniversario dei Referendum popolari su acqua e nucleare del 12-13 giugno 2011 il WWF sottolinea poi che è ancora assente nel nostro Paese una Strategia energetica nazionale e la quota per i gestori privati dell’acqua, abrogata con il voto referendario, è ancora presente in bolletta.
“Il referendum sul nucleare del 2011 – spiega l’associazione - ha creato i presupposti per la definizione di una nuova Strategia energetica nazionale basata su rinnovabili, risparmio ed efficienza energetica ma che, oltre a non essere ancora stata del tutto formulata, dovrebbe abbandonare gli investimenti sulle centrali a carbone, contro le quali il WWF ha avviato una petizione on line sul sito della propria campagna ‘Decarbonizziamo l’Italia’.
A tale proposito, il WWF valuterà il cosiddetto Decreto ‘Crescita Sostenibile’, attualmente in discussione del Consiglio dei Ministri, anche in base a quali misure concrete il Governo prenderà in campo energetico, a partire dall’efficienza energetica degli edifici e dagli incentivi per le energie rinnovabili rispetto ai quali l’Italia ha già ricevuto una censura della Commissione Europea”.
“Per quanto riguarda invece il servizio idrico, aver bloccato l’obbligatorietà della privatizzazione, riconoscendo l’acqua come bene comune, è stata una delle più importanti manifestazioni della volontà popolare nel nostro Paese.
Purtroppo a distanza di 1 anno dalla straordinaria vittoria referendaria, se da un lato abbiamo evitato la privatizzazione obbligatoria del servizio idrico, dobbiamo però registrare che nelle nostre bollette continua a comparire la remunerazione del capitale investito, abrogata dal referendum, e che solo a Napoli la Società per Azione di gestione del servizio idrico è stata trasformata in Azienda Speciale, strumento fondamentale per giungere ad una gestione trasparente e partecipata, lontana dalla ricerca del profitto e dalle spartizioni politiche clientelari.
Preoccupante invece è quanto sta accadendo a Roma, dove, la Giunta comunale, con la vendita della società Acea, sta andando nettamente nella direzione opposta. Ma il WWF, all’interno dell’ampio movimento che ha promosso i referendum, continuerà ad operare fino a quando non si darà piena attuazione a quanto stabilito dalla volontà popolare”.
Fonti: Legambiente, WWF