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"Ci si ritrova bombardati dalla spazzatura che incrementa in maniera esponenziale le proprie interferenze con il nostro vivere e lo sporca di marciume, inietta delusione, depressione, rabbia, voglia di non voglia". A volte è così, dice Dario Lo Scalzo, e sembra di non trovare più bellezza e nutrimento. Eppure è necessario difendere il sorriso.
A volte è così. Ti svegli al mattino e sprofondi nell’alienazione. Ti guardi intorno e cerchi il bello, è una sfida. Troppo facile vivere nel bello? È una neverending story. Raramente viviamo nel bello esterno e cercare solo la Bellezza interna, che è già una grandissima sfida, porta a convivere con un’affascinante e stimolante solitudine, ma, per chi deve comunque interagire in un mondo socializzato, il rischio è estraniarsi se intorno l’erba è secca, se non si trovano fiori e farfalle, se l’aria è irrespirabile e se non c’è luce dentro gli esseri umani a illuminare il loro vivere e questo mondo.
Probabilmente è la provocazione dell’esistenza che ti costringe di continuo ad esternalizzare la lucentezza interiore per ergerla a seme di costruzione di un’umanità accettabile e di una realtà briosa.
A volte è così. Ci si ritrova bombardati dalla spazzatura che incrementa in maniera esponenziale le proprie interferenze con il nostro vivere e lo sporca di marciume, gli inietta delusione, depressione, rabbia, voglia di non voglia. Mi sveglio al mattino ed incrocio la crisi morale di questo paese con i fattacci della regione Lazio, tipizzazione del sistema Italia, DNA del Belpaese, fatti scontati e tollerati ormai senza sussulti dalla gente. Continuo il mio cammino ed incontro la cessione delle sovranità, quella popolare, quella monetaria, quella alimentare e con essa quella dei diritti fondamentali. Mi imbatto poi in nuove povertà, quelle materiali, quelle sociali, quelle culturali che lasciano sui volti l’indifferenza, il sedentarismo, a volte anche lo sberleffo. Osservo i corsi e ricorsi della storia ritrovandomi di fronte all’autore del Porcellum che sta ancora lì a ripensare nuove riforme elettorali senza alcun sentimento di vergogna né di ritegno o assistendo ai soliti vecchi giochi politici di partiti ed alleanze che corrono in nome del potere più squallido non rassegnandosi invece e logicamente alla scomparsa per eccesso di evanescenza, di inconsistenza e di utilità pubblica.
Mi chiedo dove abitano la meritocrazia, il senso del bene comune, la giustizia sociale e dove hanno nascosto il rispetto ed il dare dignità alla persona. Proseguo, e adesso sono di fronte alla cementificazione del territorio, al consumo del suolo del paese, all’inquinamento dei mari e dell’aria; ed il pensiero vola verso le basi militari statunitensi in Sicilia, alla TAV, e poi agli OGM e le malattie, al precariato, all’abbrutimento morale e sociale delle nuove generazioni costruito ad arte per creare cloni di deficienze. Osservo l’informazione ed i media alla mercé degli interessi economici-finanziari e ascolto in TV il premio nobel per la pace del 2009, è un certo Barack Obama: “Li puniremo” dice al mondo la sera dell’uccisione dell’ambasciatore statunitense in Libia. In un paio di giorni navi, marines e droni sono operativi nell’area mediterranea, di fronte al silenzio diplomatico internazionale. Chi gli ha dato le chiavi del pianeta?
Giro come una trottola girovaga e la lista dei miei incontri estranianti diventa sempre più lunga in questa mattina. Il mondo ruota all’inverso o è solamente un’illusione, il trionfo dell’ego che acceca la vita?
A volte è così. E se così deve essere, allora, chissà, è meglio sorriderne. Inciampo in un fiore ed è un flash ispiratore che devo condividere con voi per passare dall’alienare all’allietare.
Entrate dentro i colori, assaporate i profumi, ritmate le danze della Natura e respirate e respirate annullando il pensiero per un attimo eterno. Vi regalo un sorriso colorato.
“Sorridi sempre, anche se è un sorriso triste, perché più triste di un sorriso triste c’è la tristezza di non saper sorridere” (Jim Morrison)
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Egli sedeva un giorno a Scete e i fratelli attorno a lui lo interrogavano sui loro pensieri. E uno degli anziani gli dice: «Giovanni, assomigli a una meretrice che si fa bella per accrescere il numero dei suoi amanti». Il padre Giovanni lo abbracciò dicendo: «Dici la verità, padre». Dopo questo, uno dei suoi discepoli disse: «Padre, non sei turbato dentro di te?». Ed egli: «No; ma come sono di fuori, così sono anche di dentro»
Chet-Samek-Dalet, 09-10-2012 02:09
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