RENA, aggiungono i promotori, «è una comunità nata dal basso, indipendente, plurale e apartitica che si fonda su valori ben precisi: apertura, responsabilità, trasparenza, equilibrio - parole le cui iniziali formano la parola arte». L’obiettivo è infatti fare dell'Italia un “Paese a regola d'ARTE”, cioè «una nazione in cui le comunità locali siano coinvolte nelle scelte che riguardano il loro futuro, dove ogni cosa sia gestita in maniera trasparente e dove merito, competenze e talenti delle persone vengano valorizzati. Un paese in cui opendata, opengoverment, accountability, partecipazione, innovazione, formazione e politiche per lo sviluppo siano all'ordine del giorno». Chiunque condivida e si impegni a rispettare i valori e il codice etico di RENA, può entrare a far parte della comunità degli “arenauti” - come si chiamano i membri dell'associazione.
Obiettivo, però, «non è quello di produrre l'ennesima offerta politica. Al contrario, lo scopo principale è quello di creare una domanda di cambiamento – dicono - poiché nessuna offerta politica riuscirà ad essere davvero portatrice di cambiamento, se non vi sarà una diffusa domanda di cambiamento ad ispirarne e sostenerne l’azione».
RENA sta dando vita anche a una nuova strategia associativa, finalizzata a trasformare l’attuale gruppo in un vero e proprio movimento che unisca le numerose comunità del cambiamento presenti in Italia, che «promuova le loro idee migliori e che metta in rete le loro esperienze». Per questo ha creato un apposito documento wiki aperto e commentabile da tutti: non solo soci, amici e simpatizzanti, ma anche a osservatori esterni alla comunità .
Per saperne di più sul progetto RENA abbiamo rivolto alcune domande a Claudia Coppola, uno dei promotori:
Come e quando nasce il progetto RENA? E quali sono gli obiettivi e i risultati raggiunti fino ad oggi?
«RENA é un’associazione di ispirazione civica e indipendente che dalla sua fondazione, nel 2007, è cresciuta fino a contare oltre 130 soci ordinari (professionisti, studenti, imprenditori, funzionari pubblici, etc), diversi soci sostenitori (imprese, organizzazioni e fondazioni) e migliaia di contatti sui social network. E’ una comunità di persone e organizzazioni interessate a migliorare il paese in cui viviamo, sulla base di valori ben precisi, per questo ci occupiamo di qualità della democrazia, sviluppo dei territori, innovazione e formazione. Abbiamo scelto di farlo insieme, senza una connotazione partitica, perché quello che ci interessa è promuovere in maniera trasversale una serie di pratiche che, invece, sono in sé molto politiche. Tanto nel privato, quanto nel pubblico e nel mondo delle associazioni, lavoriamo per un paese in cui le cose siano gestite in maniera più trasparente, in cui le competenze e i talenti delle persone siano valorizzati, in cui tutti siano più responsabili delle loro azioni e promesse. Un Paese in cui ci sia spazio per sperimentare soluzioni innovative, in cui nel prendere ed attuare scelte che riguardano il futuro chi è interessato abbia la possibilità di dire la sua e farsi ascoltare. È per questo motivo che siamo finiti ad occuparci di accessibilità dei dati e della gestione, di responsabilità, partecipazione, innovazione sociale, formazione, politiche per lo sviluppo e policy making collaborativo. Perché sono tutte cose che hanno a che fare con la qualità del sistema economico, sociale e istituzionale in cui viviamo. E sono tutte cose che sentiamo disperatamente il bisogno di migliorare. L’Italia, spesso e volentieri, è un paese che va in direzione esattamente opposta a quella che sogniamo. Dal 2007 a oggi, siamo cresciuti in termini di numero di soci ordinari e sostenitori (circa 150) e di contatti sui social network. Ma i nostri risultati più concreti sono i nostri progetti».
Apertura, responsabilità, trasparenza, equilibrio sono i valori su cui si basa RENA: ci può fare l'esempio di progetti tutti italiani che interessano ognuno di questi valori, ai quali avete lavorato e che hanno prodotto risultati tangibili?
«Trasformiamo le nostre intuizioni in progetti concreti su quattro aree tematiche:
1. Qualità della democrazia per dare all’Italia una democrazia migliore, aperta alle nuove idee e alla partecipazione attiva dei cittadini nella definizione del bene comune. La nostra Summer School su buon governo e cittadinanza responsabile, ad esempio, è giunta alla sua terza edizione: in tre anni, abbiamo ricevuto più di 400 candidature, abbiamo selezionato 90 partecipanti che hanno assistito gratuitamente ad una settimana di lezioni con più di 50 docenti per parlare del ruolo delle nuove tecnologie, di governo aperto, riuso dei dati e politiche collaborative. Un'esperienza formativa unica e realizzata grazie al sostegno di numerosi contributi di soci sostenitori e della comunità di Matera, sede della scuola.
2. Sviluppo delle comunità locali per rendere i territori protagonisti del cambiamento, mettendo al loro servizio le conoscenze tecniche e il trasferimento di buone prassi. A questo proposito, abbiamo coordinato "co/Auletta - le tue idee abitano qui", un concorso di idee internazionale per rivalutare un parco pubblico ad Auletta, comune terremotato dell'Irpinia.
3. Formazione e talento per creare opportunità di crescita per le nuove generazioni, rafforzare la cultura del merito, liberare quel talento di cui ognuno dispone. (In)formiamoci è il nostro progetto motivazionale e di orientamento rivolto ai ragazzi degli ultimi anni delle scuole superiori: in 3 anni, abbiamo incontrato più di 1500 studenti, in decine di scuole di 6 Regioni italiane per incentivare la loro creatività e talento, ispirando percorsi post-maturità.
4. Innovazione per fare della ricerca e della trasformazione una buona abitudine capace di mantenere l’Italia al passo con la modernità e garantire uno sviluppo economico, sociale e culturale costante. Al nostro concorso "A caccia di Pionieri", che mette in rete e racconta i protagonisti del cambiamento, hanno partecipato 120 organizzazioni attive in Italia, abbiamo selezionato le 10 storie più significative e li abbiamo premiati con uno storytelling d'eccezione».
In base a quali criteri vengono selezionate le persone fisiche e giuridiche che desiderano aderire a RENA? Possono aderire sia imprese private che enti pubblici? E quali sono i vantaggi concreti offerti dall'adesione?
«Chiunque condivida i nostri valori di volontariato civico può aderire come sostenitore oppure come socio attivo nei progetti, impegnandosi a rispettare i nostri valori (apertura, responsabilità e trasparenza) e il nostro codice etico. Anche organizzazioni, non solo singoli individui, possono aderire, per avviare processi di collaborazione e per sostenere RENA, che si autofinanzia con le quote di iscrizione e con la generosità di tanti soci corporate. In quanto associazione di volontari, i benefici della partecipazione non sono strettamente quantificabili. Quel che è certo è che aderire a RENA offre uno spazio di attivismo civico unico nel suo genere e l'opportunità di appartenere ad una comunità vibrante di persone animate da valori forti e da spirito di concretezza. I progetti nati dentro e intorno a RENA in questi anni e la carica innovativa che l'associazione ha saputo trasmettere ai suoi soci, ne sono una prova tangibile».
Come tanti comitati, associazioni e movimenti italiani, anche RENA promuove senso civico, beni comuni, trasparenza e cittadinanza attiva. Come interagisce RENA - a livello nazionale e locale - con le realtà già esistenti? E quali sono le peculiarità specifiche di RENA rispetto ad altri?
"La nuova missione associativa di RENA mira ad aggregare le tante comunità del cambiamento che già oggi in Italia stanno facendo innovazione nei territori e promuovono valori simili ai nostri. Crediamo che sia arrivato il momento di collaborare fra comunità - e non solo fra singoli - per creare sinergie e aumentare la domanda di cambiamento in Italia. Il 2014 sarà dedicato proprio alla creazione di reti di aggregazione e la peculiarità di RENA risiede proprio nella capacità di fare sintesi fra molte realtà - associative, istituzionali, politiche, imprenditoriali - che innovano".