di
Elisabeth Zoja
17-12-2010
A settembre gli esperti degli enti ambientali francesi hanno dichiarato che il Reno è a rischio inquinamento per il più grande deposito di rifiuti tossici nazionale. Le grandi quantità di sale già penetrate nel fiume potrebbero essere raggiunte da sostanze quali arsenico, cromo e mercurio. È ancora possibile estrarre questi rifiuti tossici e liberarsene in modo sostenibile?
Il più grande deposito di rifiuti tossici (tra cui arsenico e mercurio) in Francia si trova vicino al fiume Reno e rischia di inquinarlo. A settembre alcuni esperti degli enti ambientali francesi hanno dichiarato che tra 100-150 anni tale deposito verrà inondato causando così l’avvelenamento delle acque freatiche. Questo magazzino sotterraneo è stato creato dall’azienda Stocamine e si trova a Wittelsheim, un paesino vicino al confine con la Germania che fa parte della Francia.
Il deposito è nato in modo singolare. Nella conca di sale di Mulhouse (vicino a Wittelsheim) è stato estratto sale potassico per tutto il Novecento e la derivante salgemma (sale minerale) è semplicemente stata scaricata nel Reno. In ogni secondo del 1991, 115kg di sale minerale venivano immessi nella principale fonte d’acqua potabile di milioni di europei: per l’intero anno si calcolano dunque 3,6 milioni di tonnellate di cloruro di sodio.
Queste, però, non erano ancora le quantità totali di sale che dovevano venir scartate; quelle restanti sono state versate in grandi discariche sull’isola del Reno di Fessenheim. Durante il solo trasferimento a Fessenheim un milione di tonnellate di sale è penetrato nelle acque freatiche. A qualche chilometro di profondità sotto l’isola le misurazioni rilevano la presenza di 50g di sale per litro d’acqua (un litro di acqua marina ne contiene mediamente soli 35g).
Le denunce dell’Unione tedesca per ambiente e natura BUND contro autorità e responsabili non si sono concluse con procedimenti giudiziari, dunque i costi di indagine e di risanamento non vengono coperti dall’azienda responsabile MDPA, ma dalle tasse europee.
Questa la storia della nascita di tale deposito.
Da più di un decennio la zona attorno a questa conca di sale è dunque attraversata da cunicoli e pozzi sotterranei. Questi spazi resi dall’estrazione del sale vuoti offrono una maniera molto economica per ‘eliminare’ i rifiuti tossici. Così è nata l’azienda Stocamine che ha trasformato le vecchie miniere della zona nel più grande deposito sotterraneo di tutta la Francia. Dal 1999 vi vengono scaricati rifiuti industriali altamente tossici, tranne lo stoccaggio di scorie radioattive e di materiale infiammabile.
Nel ‘99, anno di apertura del deposito, vi sono state proteste sia da parte del BUND, sia da parte dell’organizzazione francese Alsace Nature. Le autorità hanno ribattuto: “Secondo l’opinione unanime degli esperti non ci sono pericoli seri”. Dal 1999 al 2002 dunque, 45.000 tonnellate di rifiuti quali arsenico, cianuro, mercurio e cromo sono state depositate nelle miniere ormai fuori uso della zona. A settembre del 2002 alcuni lavoratori di una miniera relativamente distante hanno notato la presenza di fumo tossico. Si sono prontamente allontanati, ma alcuni hanno subito dei danni alla salute. L’impossibile è accaduto: i rifiuti ‘non infiammabili’ avevano preso fuoco, hanno continuato a bruciare per settimane.
In seguito il BUND ha regalato un rilevatore di fumo al deposito di rifiuti più grande della Francia, che non ne possedeva. Al direttore di Stocamine è giunta una multa di 5.000 euro e il deposito è stato chiuso. Cosa accadrà però con le tonnellate di rifiuti che non si sono bruciati?
A metà settembre il quotidiano francese L’Alsace scrive: “Secondo gli esperti lasciare i rifiuti altamente tossici nel deposito non è una buona soluzione. Questi pozzi e cunicoli tra 100-150 anni verranno inondati dalle acque freatiche della zona […] queste potrebbero dunque diventare imbevibili, avvertono gli esperti delle miniere. Consigliano quindi di estrarre la maggior quantità di rifiuti che sia possibile recuperare senza rischi. Allo stesso tempo bisogna trovare delle soluzioni per i rifiuti che non sono più estraibili”. Anche per ciò che riguarda quelli recuperabili però, non sarà facile eliminarli in modo sia economico che ecologico.