di
Daniela Sciarra
29-04-2011
Mentre la superficie europea dedicata alle colture transgeniche si riduce e l’Alto Adige diventa ufficialmente ogm-free, le ricerche scientifiche continuano ad evidenziare le carenze di efficaci e moderne attività di controllo e di valutazione sui rischi degli Ogm per la sicurezza alimentare.
Mentre l'Alto Adige è ufficialmente OGM-free, grazie alle norme contenute nella legge ‘omnibus’ approvata nell’ultima seduta della Giunta Provinciale di Bolzano e l’uso di sementi OGM in Alto Adige è stato definitivamente messo al bando, gli studi in materia di ogm e sicurezza per la salute umana continuano a mettere in evidenza importanti criticità. Ultimo, ma soltanto in ordine di tempo, è l’interessantissimo studio condotto dagli scienziati dell’Università di Sherbrooke in Canada.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Reproductive Toxicology, è stata condotta su 69 donne, 30 delle quali incinte, di cui sono stati misurati i livelli ematici degli erbicidi a base di glifosato e glufosinato, e della proteina insetticida Cry1Ab prodotta dai geni del batterio del suolo Bacillus thuringiensis (Bt).
L’indagine ha messo in evidenza la presenza di tracce di pesticidi ed erbicidi associati alla coltivazione di OGM. Poiché gli individui selezionati non sono mai entrati in contatto diretto con gli erbicidi, la loro presenza nel corpo umano è stata attribuita all'alimentazione, lasciando ipotizzare un identico rischio di esposizione per la maggioranza della popolazione a causa della forte presenza nella dieta canadese di cibo Ogm.
“La valutazione dei rischi sanitari connessi agli erbicidi e agli insetticidi è da tempo al centro del dibattito nel mondo scientifico – commenta Fabrizio Fabbri, direttore scientifico della Fondazione Diritti Genetici - e gli autori dello studio canadese hanno fatto appello a tossicologi, nutrizionisti ed esperti della riproduzione affinché, utilizzando i loro dati, approfondiscano ulteriormente il fattore di rischio sanitario eventualmente attribuibile all’esposizione a queste molecole, soprattutto nella fase prenatale.
Questo dato – continua Fabbri - è di estrema importanza, visto che la maggior parte delle colture GM commercializzate in Nord America presenta caratteristiche di resistenza agli erbicidi e/o la produzione di una proteina insetticida”.
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