di
Matteo Marini
02-07-2013
Nel Lazio non sarà più possibile ricorrere a deroghe alle normative nazionali ed europee in tema di rifiuti. La giunta Zingaretti ha abolito il capitolo del Piano rifiuti della Regione Lazio denominato “Scenario di Controllo”, l'abolizione era già stata richiesta da comitati e associazioni cittadine che avevano indetto un referendum.
La settimana scorsa è stata presa la decisione: la giunta regionale del Lazio, presieduta da Nicola Zingaretti, ha revocato – con una delibera proposta dall’assessore Michele Civita - lo “scenario di controllo” del Piano di Gestione dei Rifiuti. Si elimina quindi, di fatto, la possibilità di ricorrere a deroghe alle normative nazionali ed europee in tema di rifiuti (a dispetto di quanto prevedesse la precedente giunta Polverini).
Sostanzialmente con questa delibera non si potrà più, nel caso in cui non ci sia una riduzione della produzione di rifiuti o non si riesca a raggiungere il 65% della raccolta differenziata, derogare agli obblighi di legge e il Comune risulterà inadempiente.
In una nota diffusa martedì scorso, la Regione commenta così la delibera: "La decisione odierna della giunta, che passa ora al vaglio e all’approvazione del consiglio regionale, riafferma il principio per cui 'il complesso delle attività e dei fabbisogni degli impianti necessari a garantire la gestione dei rifiuti urbani' va imperniato sulla raccolta differenziata porta a porta, per la quale la giunta Zingaretti ha già stanziato nel nuovo bilancio 150 milioni di euro".
Attuando poi questa rimozione dello scenario di controllo, si evita di indire il referendum (promosso da comitati e vari Comuni e previsto per il prossimo agosto) che chiedeva proprio l’abrogazione di questo “provvedimento assolutorio”. Il risparmio della consultazione, va dai 10 ai 20 milioni di euro.
Nel frattempo, il Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando ha dissipato ogni dubbio su una possibile proroga alla discarica di Malagrotta, affermando: "Non ci sarà l’ennesima proroga di Malagrotta ma c’è la decisione della chiusura di Malagrotta, perché abbiamo dato una coda temporale (entro il 31 luglio, ndr) per arrivare poi a una chiusura che è definitiva a prescindere dall’attivazione del nuovo sito. La garanzia più importante è questa: non aspetteremo che si realizzi la nuova discarica".
"Abbiamo chiesto a Regione e Comune - continua il Ministro - di attivarsi per prevedere una fase ponte in cui i rifiuti possano essere portati anche fuori regione". Scegliere un nuovo sito per la discarica, sarà compito del tavolo tecnico e "il commissario non sarà lo strumento che deve sostituire gli enti locali ma lo strumento a loro disposizione per fare più velocemente".
Sul nuovo sito, Orlando ha comunque rassicurato la cittadinanza: "abbiamo dato un elemento certo, che il nuovo sito non sarà nella Valle Galeria, non insisterà di nuovo in quella zona". È un no, quindi, a Monti dell’Ortaccio?