In questo sito utilizziamo cookies propri e di terze parti per migliorare la navigazione e poter offrire contenuti e messaggi pubblicitari personalizzati. Continuando la navigazione accetti l'utilizzo dei cookies da parte nostra. Nelle impostazioni del tuo browser puoi modificare le opzioni di utilizzo dei cookie. (Informativa)
Dal 16 luglio scorso il furgoncino dell'associazione spagnola 'Retorna' sta attraversando la Spagna per promuovere un sistema di gestione dei rifiuti basato sul 'vuoto a rendere'. Il risultato è stato finora un successo e c'è chi sta pensando di importare l'iniziativa in Italia, partendo da Napoli.
Retorna è un’associazione spagnola formata da ONG ambientali, gruppi di consumatori, società di riciclaggio e sindacati, che da ormai più di due mesi percorre la penisola iberica con lo scopo di promuovere il cosiddetto Sistema di Deposito, Devoluzione e Ritorno (SDDR).
L’SDDR viene presentato come una forma di riciclaggio semplice, economicamente conveniente ed efficace che permetterebbe di ottenere non solo vantaggi ambientali, ma anche guadagni economici e sociali, poiché consente e, anzi, implica, la partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine nella gestione dei rifiuti.
Il Sistema proposto è anche estremamente semplice e peraltro già funzionante in Centro-Nord Europa, nonché in alcuni Stati nordamericani, e si basa sul concetto del 'vuoto a rendere'. Al momento dell’acquisto, cioè, i consumatori pagano una piccola cauzione per il contenitore (vetro, plastica, metallo) dell’articolo acquistato: l’importo di questo Deposito viene restituito al momento della Devoluzione del contenitore presso lo stesso negozio in cui è stato comprato o in altri aderenti al sistema. In questo modo, il vuoto si riempie, il rifiuto si converte in prodotto e, in pratica, è pronto per Ritornare ad essere utilizzato.
Le varianti con cui questo meccanismo funziona sono numerose, in Germania, ad esempio, il sistema di riciclaggio è completamente automatizzato e i 'vuoti' vengono depositati in appositi contenitori collocati all’interno dei vari esercizi commerciali, assicurando, dunque, efficienza e funzionalità a tutto il processo. I benefici prodotti da questo sistema sono molteplici: si pensi che solo in Germania, questo meccanismo ha permesso di recuperare oltre il 98% dei contenitori utilizzati.
Il sistema del 'vuoto a rendere', infatti, consente di differenziare a monte i tipi di materiali da riciclare procurando, così, non solo un risparmio di energia nella fase di riciclaggio, ma anche una maggiore qualità del materiale riciclato ottenuto. In sostanza, cioè, si prolunga il ciclo di vita del rifiuto/prodotto, dimezzandone, al contempo, la 'filiera' di riciclaggio e ri-uso.
Al contempo gli/le acquirenti ottengono un duplice guadagno: non solo ambientale, ma anche economico. Allo stato attuale, infatti, il prezzo dell’imballaggio ricade interamente sul consumatore finale mentre, con il meccanismo del 'vuoto a rendere' e il sistema della cauzione, questo ricadrebbe sui produttori (che, quindi, presumibilmente, sarebbero a loro volta incentivati a ridurre al minimo gli sprechi sugli imballaggi).
La Spagna, così come l’Italia del resto, è un Paese ancora lontano dall’efficienza tedesca in questo settore. Entrambi i Paesi mediterranei, non a caso, hanno risentito e tuttora risentono, specie in alcune realtà nemmeno troppo circoscritte, di una gestione dei rifiuti urbani miope, se non completamente cieca. I dati globali, in realtà, rivelano che nel nostro Paese la percentuale degli imballaggi recuperati e riciclati è nettamente superiore a quella spagnola: nel 2010, infatti, in Italia è stato riciclato il 64,6% degli imballaggi in plastica, carta, alluminio, acciaio e legno.
In Spagna, invece, la percentuale scende al 30% (in questo caso però si tratta di contenitori in metallo, vetro e plastica). Tutto il materiale che non viene riciclato viene smaltito in maniera 'tradizionale' (discariche o inceneritori): il costo di questi servizi, dunque, ricade sull’intera collettività, in contrapposizione al principio europeo per cui 'chi inquina, paga'.
Scopo del Retorna Tour è quindi quello di promuovere l’SDDR tra coloro che maggiormente beneficerebbero della sua implementazione: i consumatori o, meglio, le cittadine ed i cittadini, visto che non stiamo parlando solo di risparmio economico, ma anche e soprattutto di qualità della vita e vivibilità delle città.
Il furgoncino bianco e verde di Retorna è partito da Madrid il 16 luglio, e sta attraversando tutto il Paese, fermandosi nelle principali piazze e città (tra cui Valencia, Barcellona, Saragozza e Siviglia, per poi tornare nella Capitale alla fine di ottobre) non solo a scopo divulgativo, ma soprattutto per dimostrare praticamente i benefici dell’SDDR. I promotori dell’iniziativa, infatti, riconoscono un contributo pari a 0,05 centesimi a chiunque ricicli direttamente (tramite il sistema incorporato nel furgoncino stesso) una lattina o una bottiglia.
Il risultato è stato, almeno finora, un successo: sono stati riciclati oltre una tonnellata di rifiuti, depositate centinaia di firme in sostegno all’iniziativa, raccolti, nei soli dieci giorni di permanenza a Barcellona, quasi 50.000 contenitori. Il passaparola cittadino ha inoltre dato un’eco inaspettata all’iniziativa: vari comuni, ultimo solo in ordine temporale quello di Saragozza, stanno avviando studi ufficiali per valutare la fattibilità del Sistema.
A Barcellona, attorno al furgoncino di Retorna che stazionava nella Rambla del Raval, centinaia di persone si sono riunite per comprendere, valutare, provare e, magari, guadagnare. Tra le persone in fila, alcune, specie chi vive al margine della società, attirate dalla seppur minima possibilità di guadagno: la motivazione economica, in questi casi, ottiene risultati migliori del disincentivo imposto dalla legge. In mezzo alla folla, un ragazzo sta intervistando gli organizzatori dell’iniziativa. L’accento è inconfondibile.
Valerio viene da Napoli, ma vive nel cuore della Catalogna da qualche mese. Ce ne sono molti di napoletani in terra barcellonese, sarà perché sono in tanti ad andarsene dall’Italia, sarà perché anche qui c’è il mare. Non so dire quanto accomuni e quanto separi queste due Capitali europee che Capitali non sono, ma almeno per una cosa, senza fingermi l’esperta che non sono, rimangono estremamente diverse. Barcellona riluce di mille colori, quelli del genio di Gaudì, della Barceloneta al tramonto e della gente che abita la città.
Napoli, invece, ma forse solo nei miei ricordi, è tutta azzurra. Azzurra come il mare che la avvolge fino quasi ad inghiottirla. Quel mare che le scorre nelle vene infondendole i suoi umori: la violenza di una tempesta, l’impassibilità apparente della bonaccia, l’energia della vita nonostante la mancanza di ossigeno. Un napoletano questo suo mare se lo porta negli occhi.
In questo mi sembra racchiusa, almeno in parte, la differenza d’indole tra queste due città. Barcellona è indifferente, a tratti snob, ma anche, tendenzialmente, pulita. Di Napoli direi l’esatto contrario. Storce la bocca, Valerio, quando glielo faccio notare: anche il mio di accento è inconfondibile, ma non è quello giusto per poter parlare di Napoli. Eppure subito si riprende e confessa che il motivo delle sue riprese è proprio questo. Assieme agli amici di tutta la vita, riuniti nel gruppo Hard Mob Naplez, infatti, Valerio sta cercando di contribuire al futuro della sua città.
Il gruppo, nato ufficialmente su Facebook, ma ufficiosamente in strada, nei quartieri, tra gli amici del rione, si mobilita in un primo momento come hard-mob ispirato dalle vicissitudine di Rosaria Capacchione. Nell’aprile dell’anno scorso, organizzano così un Corteo funebre festante per celebrare la morte della camorra per le vie della città. A distanza di circa un anno, i ragazzi e le ragazze di Hard Mob Npz, sono sparsi per tutta Italia, in Europa e anche altrove, ma vorrebbero tutti (o quasi) tornare a casa. Ad alcune condizioni, è ovvio.
Le ultime elezioni amministrative, a ben vedere, sono servite a restituire un po’ di fiducia a questi giovani uomini e donne che si portano l’azzurro negli occhi. Per questo raccolgono informazioni, documentano iniziative, avanzano proposte che possano servire alla causa della loro città. Valerio è qui proprio per “dare consigli per gli acquisti al nostro Querido Alcalde” proponendo, appunto, l’acquisto di un furgoncino simile a quello di Retorna per la città di Napoli. “Per tutta Italia” aggiungo io. “Iniziamo da Napoli” sorride lui.
Né io né lui siamo riusciti a capire quanto costerebbe, effettivamente, un acquisto simile: all’organizzazione del tour così come all’assemblaggio del furgoncino, hanno partecipato in molti tra collaboratori ed amici di Retorna, la maggior parte in forma volontaria, come spiega il Responsabile della Comunicazione dell’Associazione, Gustavo Catalán, per cui è difficile decifrare il costo preciso dell’operazione. Molto più semplice, invece, il messaggio dei ragazzi e delle ragazze di Hard Mob Naplez: “Carissimo Sindaco, qui tutti abbiamo voglia di tornare a casa”.
E mentre il furgoncino di Retorna si appresta a ripartire verso una nuova piazza e una città diversa, c’è chi rimane in attesa che si possa davvero ritornare in una vecchia piazza e nella stessa città di sempre. Iniziamo da Napoli magari, ma anche in questo caso vale per tutta l’Italia.
Lascia un commento
Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.