di
Matteo Marini
21-06-2013
Ad un passo dal potenziale accordo, si infittiscono i negoziati sulle varie parti della riforma della Politica agricola comune.
Giorni cruciali quelli che si stanno succedendo per la discussione della riforma della Politica agricola comune (Pac): a un passo dal potenziale accordo – si parla ancora della fine del mese di giugno, entro il semestre di Presidenza irlandese – si infittiscono i negoziati sulle sue varie parti.
Luis Manuel Capoulas, uno dei tre relatori della riforma Pac per l’Europarlamento, si è detto a favore di un raggiungimento di un accordo sotto la Presidenza irlandese e garantisce piena disponibilità per la negoziazione.
Il Parlamento europeo, ha sciolto ieri la sua riserva e ha deciso di partecipare con il suo team negoziale al Consiglio dei ministri dell'agricoltura dell'Ue (previsto per lunedì 24 e martedì 25 giugno a Lussemburgo) nella sola giornata di lunedì 24, per tentare di chiudere le trattative per raggiungere un accordo politico sulla riforma.
Ad annunciarlo è stato Paolo De Castro, eurodeputato Pd e presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo, sottolineando che: “qualora dovessimo raggiungere un accordo politico non sarà in quella sede che si chiuderà la partita, in quanto l'intesa dovrà avere il supporto della Commissione agricoltura del Parlamento europeo già convocata per il prossimo mercoledì 26 giugno”.
La decisione di partecipare al vertice solo lunedì, per dettare le linee di massima della Pac: “è stata presa dopo gli importanti passi avanti compiuti in questi ultimi giorni per il raggiungimento di un accordo interistituzionale che vada nel segno di un miglioramento dell'originaria proposta della Commissione Ue”.
De Castro, per chiudere la 'partita', si sta muovendo anche sul fronte degli incontri istituzionali. Negli ultimi giorni, infatti, l’eurodeputato ha incontrato il presidente del Consiglio agricolo Ue Simon Coveney, il commissario all'agricoltura Dacian Ciolos e il ministro dell'agricoltura francese Stephane Le Foll.
Ci si aspetta comunque un chiarimento su diversi aspetti facenti parte della riforma. Per esempio sulle regole per rendere l’agricoltura più sostenibile sotto il profilo ambientale (greening), l’orientamento è quello di mantenere le tre regole proposte dalla Commissione europea - diversificazione delle colture, pascoli permanenti, aree ecologiche – introducendo principi dell’equivalenza e della certificazione. Ciò non toglie che si dovrà negoziare ancora sulle percentuali e sulle tempistiche.
Per avvicinare poi le quantità di aiuti finanziari percepiti dagli agricoltori di uno stesso Paese membro (la cosiddetta convergenza interna), bisogna far bilanciare due piatti della bilancia: da un lato, riuscire a far sì che chi riceve contributi inferiori alla media veda aumentare l’aiuto economico; dall’altro, evitare che alcuni settori importanti e strategici abbiano un abbassamento brusco di questi aiuti.
C’è anche un’altra questione che si trascina dallo scorso febbraio e che è stata esplicitata dai capi di Stato e di governo, mentre discutevano del budget. In quell’occasione si diedero tre indicazioni fondamentali per la riforma della Pac: riequilibrio dei sussidi tra diversi Stati membri (convergenza esterna), l’imposizione di un massimale agli aiuti per singola azienda (capping) e la possibilità di spostare facilmente le risorse tra i due pilastri della Pac, tra aiuti percepiti direttamente e sviluppo rurale.
Il Consiglio le ritiene tematiche già definite ma il Parlamento Europeo (che ha uguale voce in capitolo in base al Trattato di Lisbona) pone l’accento sul fatto che questi argomenti non possono essere eliminato da un giorno all’altro dal tavolo delle negoziazioni, non tenendo in considerazione le posizioni dell’Eurocamera.