Lo storico delfinario di Rimini rischia la chiusura. Animali sedati con tranquillanti, costretti a vivere in vasche inadeguate e altre numerose irregolarità nella detenzione degli esemplari sono state riscontrate dal Corpo della Forestale.
Sono in corso le indagini per il reato di maltrattamento di animali nel delfinario di Rimini dopo il sopralluogo del Nucleo Operativo Cites (NOC).
A seguito dell'ispezione, svolta in presenza delle autorità veterinarie della regione e della ASL, la struttura è sotto sequestro poiché sono emerse diverse irregolarità rispetto alle previsioni del Decreto Legislativo 73/2005 - relativo alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici - e del D.M. 469/01 che disciplina il mantenimento dei tursiopi in cattività.
“Sono risultati assenti i ripari per gli animali dal sole e dalla vista del pubblico, il sistema di raffreddamento e di pulizia adeguata dell'acqua, la mancanza di vasche per il trattamento medico veterinario degli animali, per la quarantena e per le femmine in gravidanza o allattamento”, si legge dal rapporto del nucleo, inviato all'autorità giudiziaria. L'attuale vasca di contenimento presente nel delfinario non rispetta le esigenze biologiche e il benessere dei tursiopi.
I delfini, costretti a vivere in cattività senza alcun tipo di arricchimento ambientale e in gruppi artificiali (in natura vivono con i membri della stessa famiglia), subiscono uno stress costante; arrivano ad aggredirsi tra di loro a causa dello spazio ristretto e se non trovano una via di fuga, possono arrivare ad uccidersi. Per evitare che ciò accada i veterinari dei delfinari prescrivono agli esemplari dei tranquillanti e delle cure ormonali. Questo è quanto accaduto anche nel delfinario di Rimini.
“Grazie al contributo di esperti in mammiferi marini, si è potuta riscontrare la somministrazione ai delfini di tranquillanti per inibire i problemi di aggressione intraspecifica e di cure ormonali, anche in questo caso in modo continuativo e prolungato, per non far esprimere i comportamenti legati alla maturità sessuale”, scrive la Forestale nel comunicato stampa diffuso dopo il sopralluogo. Da anni le associazioni Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), Lega Anti Visezione (LAV) e MAREVIVO denunciano le violazioni del delfinario riminese, chiedendone l'immediata chiusura.
In un comunicato stampa congiunto, le tre associazioni affermano che “vi è manipolazione degli animali e contatto diretto con il pubblico, i delfini sono sottoposti a comportamenti innaturali attraverso la deprivazione alimentare e mancanza di vasche di quarantena. Vi sono esposizioni a rumori insopportabili causati da concerti e manifestazioni ludico-circensi, vengono pubblicizzati progetti di terapia animale condannati dal Ministero della Salute”.
Il costante conflitto tra i loro istinti naturali e le condizioni imposte dalla cattività stressa gli animali; i diversi attacchi avvenuti negli ultimi anni - per citarne uno, l'orca Tilly che uccise la sua allenatrice - testimoniano quanto le condizioni psichiche degli esemplari presenti nei delfinari siano labili a causa della reclusione, dell'impossibilità di soddisfare i loro bisogni comportamentali e fisiologici. L'Eurodeputato Andrea Zanoni si congratula con gli uomini della forestale e invita chi ha rilevato le irregolarità ad andare fino in fondo.
“Se sono state riscontrate violazioni di legge tanto gravi, il parco acquatico di Rimini deve essere chiuso e non solo multato. Personalmente ritengo che una struttura come un delfinario sia una delle cose più contro natura inventate dall'uomo. Gli animali vivono in un tristissimo stato di alienazione, costretti a far divertire i visitatori”, afferma Zanoni, il quale sta lavorando ad una interrogazione che conta di presentare alla Commissione europea alla ripresa dei lavori parlamentari. I delfinari, così come gli zoo o zoo safari, non hanno valore educativo e scientifico; le strutture che offrono queste attività, lo fanno solo ed esclusivamente per scopo di lucro. Auguriamoci che la task force costituita da funzionari del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, da medici veterinari del Ministero della Salute e dal Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato, continui con controlli a tappeto negli altri tre delfinari italiani di Riccione, Fasano e Torvaianica.
Aggiornamento
Il 13 settembre 2013 il delfinario di Rimini è stato chiuso e gli animali sequestrati, è possibile firmare la petizione per impedirne la riapertura: http://www.change.org/it/petizioni/per-impedire-la-riapertura-del-delfinario-di-rimini
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