di
Andrea Marciani
17-06-2011
Dopo aver detto addio al nucleare, come si prospetta lo scenario energetico italiano? È facile ipotizzare che verranno notevolmente promosse le fonti rinnovabili. Eppure “anche un'energia intelligente come il fotovoltaico in questo paese può diventare estremamente 'stupida' se gestita con la consueta avidità predatoria”. Vediamo perché.
Ora che cominciamo a uscire dalla grande euforia per la solenne vittoria democratica conseguita nei quattro referendum, bisogna iniziare a riflettere sulle conseguenze del voto.
A poche ore dall’esito del voto, anzi ad urne ancora aperte, quando si profilava il raggiungimento del quorum, le piazze d’affari italiane già cominciavano a riversare capitali sulle aziende di Green economy quotate in borsa.
La banda dei furbetti, che aveva pensato di arricchirsi sulle commesse del nucleare, fiutava il vento e cominciava a spostare la sua attenzione sulle rinnovabili. Le energie rinnovabili, lo abbiamo visto già, possono infliggere gravi danni all’ambiente, al paesaggio ed all’agricoltura.
Enormi distese di silicio, comparse un po' ovunque sui migliori terreni di pianura, stanno a testimoniare che anche un'energia intelligente come il fotovoltaico in questo paese può diventare estremamente 'stupida' se gestita con la consueta avidità predatoria.
Il cibo è la prima fonte di energia rinnovabile, ed in questo paese non se ne produce in quantità sufficiente al fabbisogno nazionale (ne importiamo il 67%). Questa semplice considerazione dovrebbe consigliare l’istallazione del FV sui tetti ed i lastrici solari che in Italia coprono quasi 30.000 Km2 (ne basterebbe un quinto per soddisfare tutto il fabbisogno elettrico diurno)
Le rinnovabili come il solare termico e fotovoltaico ed anche il mini eolico e la micro-cogenerazione danno il meglio di sé nella produzione per auto consumo - la 'filiera corta' infatti evita la perdita del trasporto, che in Italia dissipa quasi un decimo dell'energia elettrica prodotta – e inoltre rappresentano una conquista democratica, perché riducono la dipendenza delle famiglie dai monopolisti dell'energia, abbattono i costi in bolletta ed introducono un circuito virtuoso per cui le aliquote pagate dai cittadini consumatori finiscono nelle tasche di cittadini produttori/consumatori.
Il quarto conto energia del ministro Romano, appena varato, aveva molto raffreddato l'euforia consumista (di suolo) che impazzava nello scorso anno, ma i mandanti di questo provvedimento non erano gli ambientalisti, ma i padroni di industrie energivore, preoccupati dall'aumento delle bollette elettriche, ed il ministro si era limitato ad introdurre una rapida ed indiscriminata diminuzione delle aliquote.
Ora è facile immaginare che tale provvedimento sarà cassato e le aliquote torneranno alte. Bisognerà essere pronti a dare battaglia perché il differenziale tra il fotovoltaico integrato ai fabbricati e quello in terra agricola, venga fortemente divaricato, anzi, per la verità bisognerebbe dare battaglia affinché, come ha fatto la Merkel in luglio dello scorso anno in Germania, venga rimosso qualsiasi incentivo sul fotovoltaico in terra agricola.
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